22 Minutes: recensione del film di Vasily Serikov
Un film che scorre leggero, divertente e ritmato, ottimo per passare una serata leggera.
Il 6 maggio 2010 gli Specnaz (corpi speciali della marina russa) abbordarono la petroliera MN Moscow University, finita sotto il controllo di un gruppo di pirati somali che l’assaltarono il giorno precedente al largo dell’isola di Socotra. L’operazione andò a buon fine e la marina riuscì a riprendere il controllo della nave e a salvare l’intero equipaggio. Curiosamente, dopo la cattura i pirati dovettero essere rilasciati per “problemi normativi”, ma la scialuppa sulla quale vennero liberati sparì circa un’ora dopo la messa in mare. Le autorità russe fecero filtrare la notizia della “probabile morte” dei pirati.
Nel 2014, per la regia di Vasily Serikov, esce nelle sale russe la pellicola 22 Minutes, tratta dalla storia vera di cui abbiamo parlato sopra.
22 Minutes: un’impresa a tempo di record
Una gasiera russa viene sequestrata da alcuni pirati somali nel golfo di Aden. Il comandante riesce in tempo ad accorgersi dell’abbordaggio e, dopo aver dato l’allarme a tutte le navi nelle vicinanze, si barrica con tutto l’equipaggio in sala macchine.
Un cacciatorpediniere della marina russa raccoglie il segnale di allarme e tenta l’abbordaggio alla nave con un gruppo di fanti, ma l’esito è veloce e fallimentare perché, a causa del particolare tipo di nave, è impossibile l’uso di armi da fuoco.
Durante la ritirata, Sanya Zekhov, un giovane soldato russo, cade in acqua e viene preso come ostaggio dal gruppo di pirati somali. L’intenzione dei fuorilegge è quello di usare il marine russo per convincere l’equipaggio ad arrendersi e chiedere un cospicuo riscatto per il rilascio della gaseria e degli uomini a bordo.
Il capitano Tarasov ha però altri piani e decide di elaborare un’operazione avvalendosi delle abilità di infiltrazione dei suoi soldati e dell’uso delle armi bianche per riconquistare la nave. Riuscirà ad escogitare un piano di azione adatto prima che i pirati decidano di uccidere i prigionieri? Il tempo scorre e la situazione potrebbe precipitare in ogni momento.
22 Minutes: un action thriller russo in salsa hollywoodiana
Se pensate di vedere un film unicamente concentrato sull’incredibile impresa della liberazione della gaseria in 22 minuti vi sbagliate di grosso. Il più grande merito della creatura di Serikov e soci è quella di esser riusciti a creare una storia ricca e completa intorno al fatto storico.
La struttura della pellicola è classica e pesca a piene mani nella tradizione del cinema action hollywoodiano, sia per tipo di regia, sia per la delineazione dei personaggi (elementari, ma sempre efficaci); la differenza è nei mezzi: notevolmente inferiori rispetto ai prodotti dei colossi americani (si può pensare ad un Die Hard o ad un Mission Impossible).
Un giovane ribelle soldato russo col cuore spezzato viene preso prigioniero sulla nave, ma sarà il suo ruolo a essere determinante per la riuscita dell’operazione dei suoi compagni. I flashback a testimoniare un amore da riprendere, un ruolo da eroe da ricoprire per salvare baracca e burattini, duello rusticano all’alba e ritorno trionfale dall’amore della vita, raggiante e in gonnella in piedi davanti al faro che attende il ritorno del cacciatorpediniere. In mezzo una storia di amicizia, un sogno da rincorrere, una denuncia politica ed etica, qualche battuta e un paio di slow motion tanto per non farsi mancare nulla.
Il film scorre leggero, divertente e ritmato. Ottimo per passare una serata leggera e, a patto di non essere bacchettoni, riesce anche a coinvolgere.