24: Legacy – recensione in anteprima della nuova serie Fox
24: Legacy è l’erede di uno degli show che ha dato il via a quella evoluzione della serialità televisiva che ha portato all’età d’oro in cui ora ci troviamo. Un cammino iniziato negli States, ma che ora ha invaso mezzo mondo – Italia compresa, con nuovi prodotti di altissimo livello, pensiamo a Gomorra, 1992, The Young Pope – e che ha elevato i prodotti per il piccolo schermo a pari dignità di quello per il cinematografo, a volte di più. Stiamo parlando, ovviamente, di 24, la serie prodotta dal 2001 al 2010, con protagonista Kiefer Sutherland nei panni dell’agente anti-terrorismo Jack Bauer.
La nuova serie Fox (in onda in prima serata da giovedì 2 marzo e di cui QUI potete vedere il trailer ufficiale) riprende quella narrazione che aveva decretato il successo dello show originale, del quale è uno spin-off: ogni episodio corrisponde ad un’ora della stessa giornata che ci viene raccontata in tempo reale, da diversi punti di vista. Nei 12 episodi che compongono la prima stagione, seguiremo le vicende dell’eroe di guerra Eric Carter (Corey Hawkins) e dell’ex capo dell’Unità anti-terrorismo di Washington D.C. Rebecca Ingram (Miranda Otto).
Dopo aver guidato una missione segreta per eliminare il leader di un gruppo terroristico, lo sceicco Ibrahim Bin-Khalid, Eric Carter ritorna negli Stati Uniti. Per tornare ad avere una vita normale, gli viene dato un nuovo nome e una nuova identità. Presto, però, scopre che lui e la sua squadra sono il bersaglio del gruppo terroristico di Bin-Khalid, alla ricerca di una misteriosa cassaforte. Disperato, Carter chiede aiuto all’Unità anti-terrorismo, per salvare la sua vita, quella di sua moglie e per impedire uno degli attacchi più terribili mai avvenuti sul suolo americano.
24: Legacy abbandona le vesti innovative che avevano accompagnato il suo predecessore per indossare quelli dello show poliziesco, d’azione che, ormai, è quasi un classico del piccolo schermo.
Il grande elemento di forza della serie rimane quel metodo narrativo dal successo irripetibile. In ogni episodio abbiamo un’ora di tempo per scoprire nuovi dettagli su ciò che accadrà, su quali saranno i nemici da combattere. Quell’ora passa scandita, secondo per secondo, dal timer che, inesorabile, scorre fino a raggiungere la cifra successiva. Il tempo che abbiamo a disposizione viene suddiviso tra i protagonisti. Ognuno aggiunge un tassello al puzzle, unico a sé e strettamente collegato con gli altri. Ogni personaggio agisce per se stesso, ma influisce inevitabile sul destino di chi gli sta attorno.
Ora che questo meccanismo lo conosciamo, però, (facendo mente locale è facile ricordarsi di parodie e citazioni della narrazione di 24 e le prime che balzano in mente sono proprio i signori della parodia, I Simpson e South Park) diventa difficoltoso guardare 24: Legacy e pensare alla novità. Quella narrazione tanto sorprendente e caratterizzante smette di esserlo, lasciando il posto al puro, semplice e sempre apprezzato, revival di qualcosa che, in fondo, continua a funzionare.
Tralasciando il problema della mancanza di innovazione, 24: Legacy si impone allo spettatore, lo ipnotizza e lo affascina.
Guardando la serie, che si sia fan del genere o meno, è inevitabile sentirsi avviluppare nella sua trama stretta e nelle vicende al cardiopalma dei suoi protagonisti. 24: Legacy è il perfetto prodotto action che è in grado, nei primi pochi minuti, di farci affezionare ai suoi personaggi e alle loro storie più personali. Non vediamo l’ora di sapere come andrà a finire, vogliamo scoprire per filo e per segno di chi possiamo fidarci e di chi, invece, tradirà. Abbiamo bisogno di conoscere il destino di ogni tessera di quel puzzle intricato che si sta venendo a creare.
24: Legacy ha l’intento di riportare alla luce una delle serialità più di successo di sempre. Lo show originale aveva raccolto consensi su consensi imponendosi come vero e proprio prodotto cult del piccolo schermo. Lo spin-off difficilmente scontenterà i fan accaniti che, se si lasceranno trasportare, troveranno quasi esattamente quello che avevano lasciato. Il rischio, però, c’è ed è lo stesso rischio che accompagna a braccetto ogni spin-off mai prodotto: l’originale è e sarà sempre meglio. È la regola d’oro di cinema e televisione, lo sappiamo. Noi, però, a 24: Legacy vogliamo lasciare il beneficio del dubbio, ci rivedremo allo scadere del timer.