A Different Man: recensione del film diretto da Aaron Schimberg

Orso d'Argento per la miglior interpretazione e un Golden Globe come migliore attore protagonista a Sebastian Stan, A Different Man, diretto da Aaron Schimberg, è al cinema dal 20 marzo 2025.

A Different Man, l’analisi profonda di una relazione tra malattia e disagio. Il preconcetto estetico garantisce la presenza del body horror, in parte falsato; la narrativa del film sfila una suggestiva, intelligente ironia. Come fosse una visita oculistica, tra sfocature e limpidezza; al centro l’idea che si ha dell’altro e l’irruenza, esplicita o implicita, con la quale l’uomo si rapporta. A Different Man è la riflessione tra il nostro protagonismo tragico nelle tragedie della vita e arrogante ogni qualvolta riusciamo a liberarci dalle stesse, definendo dinamiche consuete ma irrisolte.

A Different Man tra sinonimi e contrari

A Different Man; Cinematographe.it

L’incipit riprende i tratti di una malattia che trasforma il volto, la neurofibromatosi; una malattia non solo degenerativa ma invalidante nella vita privata e pubblica. Ciò che prevale nel racconto è la superficialità con la quale osserviamo chi soffre, sottovalutando spesso il dolore, riducendo la perfezione all’aspetto esteriore. Due uomini; uno guarisce e assume l’identità sempre sognata, l’altro affetto ancora dalla malattia che lo rende mostruoso, che vive isolato senza la possibilità di alcuna attenzione.

È una storia di opportunismo e infelicità che contrasta con la città in cui è ambientata.  New York è la città dove tuto è possibile e che non ha spazio per qualsiasi sofferenza che potrebbe turbarne la bellezza. L’impatto è da commedia grottesca che viene smentita dalla profondità drammatica e dal tono aspro che rifiuta qualsiasi responsabilità. È, per lo spettatore, una visione sterile, disincantata quasi come se si fosse assunta l’abitudine di fronte a chi è imprigionato dentro un destino ostile. La sperimentazione, dentro il set è terapeutica, fuori diventa cinematografica. La metafora evidenzia la flessibilità che il cinema ha nei confronti di tematiche delicate.

A Different Man: la bellezza esiste a prescindere!

A Different Man; Cinematographe.it

Quasi a volere infierire, il film pone lo spettatore dinnanzi a una crescita angosciante che evidenzia come la malattia si impossessa del corpo e della mente. La neurofibromatosi consiste nella formazione spontanea di tumori non cancerosi sul tessuto nervoso paralizzando il volto e stravolgendo i lineamenti, contaminando l’anima con inquietudine e umiliazione.
Edward (Sebastian Stan) guarisce grazie all’incontro con una ragazza, Ingrid, sua nuova vicina che lo persuaderà a sottoporsi a una sperimentazione medica, un’operazione che potrebbe cambiare il suo destino permettendogli anche una vita sentimentale. Ma Edward si salva dal suo aspetto ma non dal suo passato; conosce Oswald. Una casualità filmografica che non cambia la storia, ma la pone in un parallelismo tra due persone simili ma diverse tra loro per il modo di affrontare la malattia. Oswald è fiero della sua malattia, non ha necessità o fretta di cambiare il suo viso, Edward è invece sollevato per aver risolto un problema per lui angosciante e fortemente limitante.  

Il vero fascino di A Different Man è esattamente questo incontro, la sua evoluzione senza finzioni che tentano di dialogare tra loro attraverso slogan ed eroismi, ma attraverso il processo psicoterapeutico dell’accettazione. La bellezza esiste a prescindere! Ma le difficoltà sono in agguato laddove la morale risulta utopica perché finalizzata solo verso uno modello positivo. Non si tratta di disfare una sceneggiatura ma di ricollocarla.

A Different Man: valutazione e conclusione

Aaron Schimberg replica un concetto ampiamente analizzato dai maestri del cinema contemporaneo, impossibile non menzionare The Elephant Man di David Lynch.
Esemplare è la sincerità di scrittura e la contrapposizione tra chi è sano e chi non lo è, entrambi senza colpa alcuna. L’incrinatura in un drammatico del genere banalizza ma seduce e pur mantenendo le distanze dalla realtà, l’estetica viene paralizzata dal pregiudizio. Il film, seppur sia stato premiato alla Berlinale e seppur grazie alla recitazione di Sebastian Stan si sia aggiudicato un Golden Globe per la sua interpretazione, è privo di contrasti; navigando verso determinate direzioni ne esclude altre limitando la generosità prospettica con cui il grande schermo può misurarsi. Discepolo di un Almodovar o Bogdanovilch il film resta sospeso nella solita cifratura hollywoodiana.
A Different Man è al cinema dal 20 marzo 2025; distribuito da Lucky Red.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 2.5
Recitazione - 3
Sonoro - 3.5
Emozione - 3

3.1