FFF20 – A Man Is Dead: recensione del film di Olivier Cossu
A Man Is Dead è un grido di lotta, un film d'animazione che prende spunto da un episodio storico realmente accaduto per insegnarci dei valori che vanno anche oltre il periodo in cui si vive.
A Man Is Dead (Un homme est mort) è un film d’animazione francese diretto da Olivier Cossu, presentato durante la 20a edizione del Future Film Festival.
Il film, basato su una storia vera, si svolge a Brest durante gli scioperi sindacali del 1950. Siamo nel Dopoguerra, la città è in piena ricostruzione a seguito delle devastazioni e dei bombardamenti e le condizioni dei lavoratori sono sempre più difficili. I sindacanti tentano di scongiurare le criticità degli operai organizzando scioperi e chiedendo aumenti dei salari per forzare miglioramenti. Ma le autorità sono implacabili.
Durante una manifestazione, organizzata dalla CGT (Confédération générale du travail) accade un evento tragico: un uomo, Edouard Mazé, rimane ucciso da un proiettile vagante scagliato, tra i tanti, dalla polizia francese. Il cineasta emergente René Vautier riprende l’incidente e, insieme ad alcuni operai, decide di realizzare un film al fine di documentare la situazione dei lavoratori, per non dimenticare la morte ingiusta e impunita di un compagno e per trasmettere un nuovo sentimento per la lotta.
A Man Is Dead: il film d’animazione francese presentato al Future Film Festival
A Man Is Dead è un film che fa riferimento ad un episodio tragico della storia del Dopoguerra francese, ovvero la morte dell’operaio Édouard Mazé, ucciso il 17 aprile 1950 durante una manifestazione. A Man Is Dead, tratto dall’omonimo fumetto di Étienne Davodeau e Kris, racconta anche molto la vita quotidiana di una città in ricostruzione: uno dei punti chiave del film è l’atmosfera che emerge, precaria, fatiscente, sublimata da un ottimo disegno sonoro.
Per un’ora lo spettatore è immerso in un periodo oscuro della storia di Brest, un periodo di rovina, in cui la vita è troppo costosa e gli operai scioperano e chiedono “pane, pace e libertà”. A Man Is Dead è un film di cronaca sociale, un racconto impegnato, un bel ritratto del mondo del lavoro e degli uomini, che sono eroi comuni. La violenza è presente nel film, ma è molto evocata, avviene fuori dallo schermo. La storia ha un respiro affannoso, amaro, che si apre con la morte di un giovane operaio e prosegue con la distruzione del film di René Vautier, durante una proiezione in un cinema parigino.
A Man Is Dead: il grido di lotta del film tratto dai versi di Paul Eluard
A Man Is Dead è la storia di una ripresa, la (ri)genesi di una città che deve rifiorire rapidamente dalle sue rovine e la nascita di un film che avrà vita breve; è la storia di un giovane regista impegnato, che tenta di catturare le vite degli operai, le loro grida di rivolta, cogliendo i momenti forti e quelli crudeli. Un film che ci mostra da dentro i soprusi e le richieste di quegli uomini che avevano bisogno di essere ascoltati, che troppo spesso si sentirono disprezzati.
A Man Is Dead si distingue per il suo buon tessuto visivo, per la grafica e le linee che sono molto semplici; il film non è sommerso dai colori, che sono spesso cupi, asciutti, sintetici. Un film sociale che fa il suo dovere, che decide di serbare il ricordo di René Vautier, regista ingiustamente caduto nell’oblio. Un film d’animazione che sa commuovere, che sceglie come proprio grido di lotta la poesia di Paul Eluard (Gabriel Péri), celebri versi contro l’occupazione nazista, parole immortali che accompagneranno il film fino all’ultimo fotogramma.