A Napoli non piove mai: recensione dell’opera prima di Sergio Assisi
A Napoli non piove mai è una commedia divertente, limpida e delicata, che punta su personaggi e una trama semplice, dove ciò che conta è stare insieme.
A Napoli non piove mai, opera primo di Sergio Assisi, anche interprete protagonista, uscito nel 2015, in onda martedì 12 maggio alle 21.20 su Rai 2, è una commedia leggera ambientata in una Napoli solare e vitale, come sempre, anche se meno accogliente di come è realmente. Un buon esordio, caratterizzato però da una semplicità eccessiva, che rischia di far perdere di vista la comicità narrativa.
Barnaba (Sergio Assisi) è un quasi quarantenne disoccupato, con tanti progetti per il futuro, ma nessuna possibilità di metterli in pratica. Vivendo ancora in casa con i genitori e appena lasciato dalla fidanzata che ha fretta di formare una famiglia con un uomo che le dia stabilità, Barnaba si ritrova ospite di Jacopo (Ernesto Lama). Jacopo soffre la solitudine e l’abbandono: ha le pareti della casa ricoperte da foto dell’ex moglie che lo ha lasciato e ha tentato più volte il suicidio. Nella chiesa che Barnaba frequenta chiedendo a San Gennaro di trovare un bancomat che gli regali dei soldi nonostante il suo conto sia prosciugato, incontra Sonia (Valentina Corti), restauratrice affetta dalla sindrome di Stendhal, con lo stesso animo buono e gentile di Barnaba, e la stessa voglia di realizzare i propri sogni, perché non è mai troppo tardi.
A Napoli non piove mai: una città frenetica, vitale e solare, un’ambientazione affascinante che colora personaggi puri e umani
A Napoli non piove mai è un film leggero, fresco, caratterizzato da una genuinità dei personaggi, giovani, adulti e anziani di buon cuore che trovano nel contatto umano una salvezza e una ragione di vita. In una Napoli calda, solare, folkloristica e piena di vita, i tre personaggi sono però soli, tristi e depressi, creando un contrasto con una città che nei meravigliosi scorci dei vicoli e del lungo mare, esprime tutta l’anima, la comicità e il dinamismo partenopeo. Un dinamismo che travolge anche i protagonisti, in particolare Barnaba che, con leggerezza e simpatia, prende una vita che sembra letteralmente chiudergli tutte le porte e le opportunità possibili. Lui e Sonia sono due artisti e in un film fatto di stereotipi, il loro percorso per diventare tali è lungo e tortuoso.
Stereotipi che comunque non stonano e che spesso sono il simbolo di una realtà amara. La precarietà del lavoro e la pressione che ne consegue vengono espressi con naturalezza e senza drammaticità, perché lo scopo di A Napoli non piove mai è tutt’altro che questo. Tra espedienti divertenti e la pura comicità napoletana che qui distrugge ogni malessere. Una morale latente e sottile che non si risolve nella positività e rimane disinteressata e marginale, perché non è l’originalità l’elemento su cui puntare. I personaggi agiscono per bontà d’animo, in un mondo dove sono le piccole cose che contano e dove, come esprime il personaggio di Jacopo, non è la carica lavorativa, l’immagine pubblica o la classe sociale a dare un quadro completo di una persona. I tentativi di suicidio di Jacopo si trasformano in una richiesta di aiuto, anche quelli rappresentati con espedienti esilaranti e divertenti.
A Napoli non piove mai: quando la realtà si scontra con i sogni la strada da percorrere è solo una
A Napoli non piove mai fa sorridere e intrattiene, con una buona regia che si muove tra i vicoli e il porto, con una spaesata Sonia che scende e sale più volte lunghe scalinate soleggiate e strade dissestate, incontrando i personaggi più improbabili e imparando lentamente a vivere in una confusione che mette allegria. Una fotografia, anche quella aiutata dall’ambientazione, che nella scelta dei colori, dai costumi alla scenografia, trasmette energia negli esterni, e una sensazione più cupa negli interni, per una città dove la vita e il senso di comunità è forte per le strade. L’interpretazione degli attori è spontanea e in linea con la storia che Sergio Assisi decide di raccontare: intenti chiari che però danno prova anche di una certa ingenuità nella caratterizzazione di personaggi che se suscitano empatia è solo per la loro gentilezza e simpatia. Poca profondità quindi, anche nella trama, ma si tratta di una commedia dove la leggerezza e quella sensazione naive non può che essere apprezzata.