A Quiet Place – Un posto tranquillo: recensione
A Quiet Place - Un posto tranquillo, il film diretto da John Krasinski con protagonista Emily Blunt, è un mirabile affresco di una società "altro del mondo" dominata dall'importanza di agire in un clima silenziosamente affascinante.
Di mondi distopici e post-apocalittici ne abbiamo visti davvero molti! Se il panorama videoludico aveva illuminato l’orizzonte con prodotti magnifici come Resident Evil, il cinema aveva risposto da parte sua con opere di ottimo valore anche se eccessivamente legate a un filone action classico. La settima arte ha infatti sempre inquadrato l’apocalisse in modo caotico, rumoroso e spesso fragoroso, ma cosa succede quando il silenzio diventa padrone delle nostre vite, quando diventa addirittura artefice del nostro destino?
A Quiet Place – Un posto tranquillo di John Krasinski dona false illusioni nella sua più letterale interpretazione: un posto apparentemente cauto ma paurosamente disabitato nasconde un terribile mistero che fa fede a un regola che possiamo definire quasi sacra, ovvero fare il massimo silenzio. Ogni minimo rumore infatti potrebbe diventare letale per il nucleo familiare composto da John Krasinski, Emily Blunt e i loro figli, facenti parte dei pochi sopravvissuti che si sono lentamente abituati a un clima di silenzioso terrore. Le loro giornate trascorrono senza troppi colpi di scena, tra il trovare cibo e sperimentare nuovi sistemi di difesa contro un male che si alimenta di rumori. Non sappiamo molto del nucleo familiare protagonista, non viene fatta menzione dei nomi, di come il mondo sia arrivato a questo punto (la macchina da presa si sofferma fugacemente su alcuni ritagli di giornale che ammoniscono le persone a non fare confusione, a rimanere in silenzio). Non ci sono dialoghi per buona parte del film, se non un inconfutabile linguaggio dei gesti atto a mostrare la crudeltà degli eventi.
A Quiet Place: Un posto solo apparentemente tranquillo
La particolarità del film diretto da John Krasinski è quella di andare oltre il semplice action movie, il classico survival horror. Il film è quasi un mockumentary, costruito sulle solide basi dei canoni horror classici, giocando sempre al limite tra action e survival. Ciò che potrebbe sembrare ripetitivo nel film risulta invece terribilmente accattivante, con un gioco al massacro basato sul più banale tradimento di azioni spontanee e quotidiane. Un semplice tonfo può scatenare un inferno letale e compromettere l’incolumità della famiglia.
Non essendo basato su dialoghi preponderanti, A Quiet Place – Un posto tranquillo gioca sempre su una tensione scatenata dall’incredibile mimica facciale dei protagonisti. L’interpretazione di John Krasinski, il capofamiglia, e di Emily Blunt, sua moglie, è davvero straordinaria. Si riesce a percepire il dolore di una perdita, la paura nel compiere atti rumorosi e la crescente enfasi che generano le situazioni più “quotidiane”. La regia di Krasinski è pulita, a tratti introspettiva, familiare; la camera volge il suo obiettivo oltre che sull’espressività dei protagonisti (molto bravi anche i piccoli attori) anche sul contorno ambientale; i panorami isolati e le piantagioni fanno da perfetto sfondo a una location pericolosa, in cui il silenzio è vita.
La colonna sonora del film, composta da Marco Beltrami, accompagna i movimenti giornalieri della famiglia, tra una tranquilla camminata tra i boschi e una frenetica azione furtiva per evitare il peggio. Se regia e colonna sonora si muovono in perfetta armonia, la fotografia cinge questo quadro quasi perfetto con colori cupi, accostati spesso al rossore quasi sgargiante del sangue, in una perfetta rappresentazione della realtà.
A Quiet Place – Un posto tranquillo: un cast perfetto per un mockumentary post-apocalittico
In un panorama horror dove spesso regna il cliché e il deja-vù, Krasinski mette in scena un film fresco, nuovo, a tratti atipico nel suo genere. Lo spettatore si sente dominato dalla forza del silenzio e dalla totale incoscienza di ciò che potrà avvenire nel film. La meraviglia, lo stupore, sono giostrati mirabilmente in tutta la sua durata. La mancanza di punti di riferimento temporali (pochissimi a dire il vero!) e tematici donano a questo falso mockumentary una quadratura incredibile, una spirale in crescendo di eventi che non necessariamente sono collegati da una trama e da un obiettivo. Il regista sembra quasi divertirsi sul mostrare una faccia di un mondo possibile, un effetto farfalla terribilmente affascinante.
A Quiet Place – Un posto tranquillo è la rivelazione silenziosa del 2018, un mirabile affresco di una società “altro del mondo” dominata dall’importanza di agire.
Il film è al cinema dal 5 aprile con 20th Century Fox.