Abbi fede: recensione del nuovo film di Giorgio Pasotti
Il nuovo lungometraggio di Giorgio Pasotti tra gli otto film di Rai Cinema presentati in anteprima su RaiPlay.
In esclusiva dall’11 giugno su RaiPlay Abbi fede, il nuovo film da regista di Giorgio Pasotti, basato sul film Adams æbler (Le mele di Adamo) di Anders Thomas Jensen, interpretato da Claudio Amendola, Robert Palfrader, Gerti Drassl e dallo stesso Pasotti. Una produzione Cannizzo Produzioni, Greif Produktion, Sigma Film, Cineworld Roma, Dinamo Film e Rai Cinema.
Il neofascista Adamo dopo un periodo di detenzione deve continuare a scontare la sua pena in una comunità di recupero immersa nella natura in Alto Adige e gestita dal singolare sacerdote Ivan. I rapporti sin dall’inizio sono tesi a causa del carattere scontroso di Adamo che non sopporta l’entusiasmo e la positività del prete e gli altri strambi membri della comunità: l’ex campione si sci ora alcolizzato Gustav e il terrorista pentito Khalid. Adamo non sembra voler cambiare la sua vita e in contatto telefonico con i suoi compagni neofascisti programma di tornare presto alle vecchie abitudini. Ivan, però, non demorde e tenta in tutti i modi di portare il suo nuovo ospite sulla retta vita strappandogli una semplice e apparentemente banale promessa: preparare uno strüdel con le mele dell’albero della comunità appena saranno mature.
Abbi fede – Il libro di Giobbe filo conduttore del film
Una commedia grottesca basata sull’eterna lotta tra il bene e il male impersonata nel film rispettivamente da Ivan, un candido prete che trova il lato positivo in tutto e Adamo, un Claudio Amendola pelato dall’impressionante somiglianza con Benito Mussolini, la cui fede fascista gli impedisce di vedere il bello negli altri e di accettare che gli altri a loro modo siano felici. Così, venendo a conoscenza delle terribili vicende che hanno segnato sin da bambino la vita di Ivan, Adamo fa di tutto per strappare dal suo animo ogni briciolo di gioia e speranza. Il libro di Giobbe è il filo conduttore di tutto il film: il patriarca simbolo per antonomasia del giusto la cui fede viene messa continuamente a dura prova da Dio è il modello al quale si ispira Padre Ivan e Adamo gli sembra la sua nuova sfida. Come nella Bibbia anche la natura farà la sua parte ostacolando i buoni propositi del prete e soprattutto di Adamo che pensa di poter nuovamente farla franca senza redimersi sul serio.
In questo senso la natura e l’ambiente che fanno da sfondo al film mutano come cambiano i sentimenti dei protagonisti: Adamo è accolto in una placida comunità montana, gli alberi, gli animali, la calma intorno dovrebbero riconciliarlo con il mondo e con sé stesso ma questo non accade. Così, come nell’Antico Testamento, la natura ripaga questo “affronto” con fulmini e tempesta che combaciano con i momenti di crisi profonda dei protagonisti in particolare dell’“invincibile” Ivan.
Abbi fede – Umorismo scorretto poco incisivo
Come in ogni storia di caduta e rinascita e soprattutto di convivenza forzata, in Abbi Fede i protagonisti si “contamineranno” a vicenda cambiando prospettive e mentalità: Adamo non si riconoscerà più nel gruppo di neofascisti, Ivan comincerà a guardare in faccia il suo dolore e Gustav e Khalid affronteranno i loro demoni. Una commedia agrodolce dall’umorismo scorretto – Khalid che ironizza sul suo passato da terrorista, il medico del paese (Roberto Nobile) che non può accettare che un suo paziente si salvi per “miracolo” e non secondo una logica scientifica – che non riesce, però, nell’intento di essere incisivo e catartico come la tradizione del genere comanda: basti pensare ai successi di critica e pubblico come Benvenuti al Sud di Luca Miniero – anche questo remake del francese Giù al Nord – e alla filmografia di Checco Zalone campione indiscusso al botteghino.
Il film di Giorgio Pasotti, però, riesce a raccontare una storia significativa di integrazione tra persone nettamente distanti per credo, religione ed esperienze di vita, una distanza che viene abbattuta con il confronto – qualche testata in faccia – e la fede, nonostante le infinite avversità, nella bellezza della vita.