Agatha e gli omicidi di mezzanotte: recensione del film sulla signora del giallo
È disponibile, sul canale Paramount Network, Agatha e gli omicidi di mezzanotte, il film TV con protagonista Agatha Christie.
Su Paramount Network è disponibile gratuitamente Agatha e gli omicidi di mezzanotte, il giallo con protagonista la regina del giallo Agatha Christie. Il film, trasmesso su Channel 5 nell’ottobre del 2020, è stato diretto da Joe Stephenson e sceneggiato da Tom Dalton.
Agatha e gli omicidi di mezzanotte: bombardamenti, manoscritti e molti omicidi
Londra, 1940. Il mondo è in guerra, e la città vive nel terrore dei bombardamenti nazisti. Agatha Christie, la famosa scrittrice di romanzi gialli, è al lastrico per quanto la sua fama trascenda il suolo nazionale. In America i suoi testi non vengono più pubblicati e il fisco le sta con il fiato sul collo. L’unica soluzione? Vendere il suo prossimo romanzo ad un ricco uomo d’affari, Frankie Lei. Ma il manoscritto racchiude in sé molto più che un nuovo racconto: la morte di Hercule Poirot, l’iconico personaggio della Christie. Il giorno dell’incontro, però, non andrà come la scrittrice aveva previsto. Dopo un improvviso bombardamento Agatha dovrà nascondersi nel seminterrato dell’hotel proposto per la vendita. Insieme a lei, altre sei persone si metteranno al sicuro, compreso lo stesso Frankie. Il bombardamento, purtroppo, non sarà la loro unica preoccupazione, perché tra loro si nasconde un assassino e dopo la morte di Frankie e la scomparsa del manoscritto, per Agatha si aprono le strade di un mistero che ha tanto l’aria di un piano ben architettato.
Quando l’elemento disturbante lo è fin troppo
Molto spesso capita che in film, o serie, gli autori si avvalgano di elementi disturbanti per raccontare la loro storia. Che sia un espediente sonoro o fotografico, tale elemento è inserito con cognizione di causa per portare lo spettatore ad una immedesimazione o ad una estraniazione dal racconto. Non sempre tutto questo produce l’effetto desiderato. Basti pensare all’episodio tre dell’ottava stagione di Game of Thrones, La lunga notte. Un episodio a lungo contestato per la scelta degli ideatori di una reale oscurità notturna. Inutile dire che questo portò ad una difficile visione della puntata. Altro caso è quello del Tenet di Christopher Nolan, per cui il sonoro ha portato molti altri autori del settore a chiedere spiegazioni al regista inglese. Anche Agatha e gli omicidi di mezzanotte è vittima di un elemento fin troppo disturbante: la fotografia. Perché il film di Joe Stephenson sembra aver optato per una desaturazione dell’immagine più che ad una vera e propria tecnica fotografica. L’immagine vorrebbe avere una patina retrò, noir, ma finisce per creare un senso claustrofobico e alienante.
Un giallo senza suspense, un’indagine senza mistero
Le opere di Agatha Christie sono tra le più trasposte al cinema e in televisione. Una scrittrice influente, la cui mente ha partorito storie che ancora oggi riescono ad appassionare lettori e spettatori. Come approcciarsi ad una figura talmente iconica? Con eleganza e intelligenza. Cena con delitto – Knives Out, per esempio, è un perfetto omaggio alla signora del giallo. Agatha e gli omicidi di mezzanotte, invece, fa solo uso della figura di Agatha Christie. Il film manca il centro, è privo di verve e direzione. Si alza il sipario, e quello che ci è chiaro fin da subito è la costruzione forzata di un giallo classico: la camera che inquadra i sospettati, alcool e fumo di sigaretta, personalità sopra le righe. Il pacchetto completo, insomma, ma il problema è l’assemblaggio.
I personaggi arrivano a noi in forma fin troppo caricaturale, avvicinandoli così a pedine del Cluedo. L’unica voce fuori dal coro è la Agatha Christie di Helen Baxendale, una spanna sopra il resto del cast. Questo non è l’unico fattore a minare alla riuscita di Agatha e gli omicidi di mezzanotte. Infatti, è la sceneggiatura a giocare il peso maggiore, costruendo una storia statica e incentrata su un mistero dalla facile comprensione a metà del film. Per concludere, Joe Stephenson confeziona un prodotto per il mercato televisivo che non convince, per quanto alla base ci fossero tutti gli elementi per un’ottima storia.