Venezia 80 – Aggro Dr1ft: recensione del film di Harmony Korine
Harmony Korine, il regista di Spring breakers e Gummo, è sempre alla ricerca di sperimentazione. Come lui stesso da raccontato a proposito del suo ultimo film, Aggro Dr1ft, non voleva girare un film, ma quello che ci sarà dopo i film. Un esperimento in cui inventare nuove modalità di creare immagini e aprire strade sui modi di raccontare. Il suo ultimo lungometraggio che unisce psichedelia, videogame e video arte, è stato presentato fuori concorso al Festival del cinema di Venezia 2023.
Aggro Dr1ft unisce videogame e mitologia
Il film ha come protagonista Bo, il sicario più letale al mondo che nelle notte violente e fuori controllo di Miami va alla spasmodica ricerca del suo obiettivo da abbattere. Il mondo visto dagli occhi di questo killer è totalmente folle, un mondo in cui imperversano follia e violenza. Il protagonista ha una missione: eliminare i suoi obiettivi, il male incarnato, ed uccidere chi se lo merita. Un mondo dicotomico dove c’è solo terra e inferno, dove bene e male sono due sfere separate, ma la linea di confine tra essi è sottilissima, ma nessuno si salva davvero.
Pronti a salire a bordo del trip diretto da Harmony Korine?
Chi decide di vedere Aggro Dr1ft deve sapere che non è la storia ciò che conta. Ci troviamo di fronte a quella che Harmony Korine ha definito una “narrativa liquida” dove non sono i dialoghi a far andare avanti la storia ma le vibrazioni che immagini e parole possono creare. Il risultato è una sorprendente esperienza visiva e uditiva: Aggro Dr1ft si spinge al limite della sperimentazione per trovare un nuovo modo di fare immagini. Le immagini sono state interamente girate con un’ottica termica a cui si sono sommate incursioni di rotoscoping (animazione molto realistica) e effetti visivi. Sembra di essere in GTA ma la regia ricorda più la videoarte.
Cosa c’è sotto la pelle dei criminali di Miami?
Le figure vengono mostrate nelle loro siluhette fluorescenti dai margini fumosi e si rivelano come demoni con delle maschere mostruose. Non vediamo mai i volti dei protagonisti ma la loro anima. Non ci sono veri e propri dialoghi, ma grazie a questa modalità visiva possiamo vedere ciò che realmente nascondono sotto la pelle di questi personaggi, scoprire se ci si ritrova davanti ad angeli o demoni. La musica elettronica poi fa il resto: il sound è parte integrante dell’esperienza e completa l’opera. A colpire di questo esperimento è la sinuosità in cui si entra in questo mondo: non è solo quello che vedi ma anche quello che immagini che amplifica l’esperienza. Si è completamente rapiti, ipnotizzati e la sensazione è quella di aver assistito a qualcosa di unico al momento.
In Aggro Dr1ft è possibile vedere anche Travis Scott all’opera come attore, ma non è la prima volta che Harmony Korine e il rapper collaborano. Harmony Korine ha infatti diretto insieme ad altri registi Circus Maximus, l’opera visiva che è stato proiettata durante il concerto di Travis Scott al Circo Massimo di Roma.
Aggro Dr1ft: valutazione e conclusione
Non possibile analizzare il film di Harmony Korine come un classico film di fiction. Aggro Dr1ft unisce la sperimentazione visiva alle ambientazioni care ai videogame ed è a tutti gli effetti un’esperienza sensoriale. Solo accettando questa natura si potrà apprezzare l’esperimento.