Secondo amore: analisi filmica
All That Heaven Allows (Secondo amore), del 1955 diretto da Douglas Sirk, è uno dei melodrammi più analizzati e conosciuti. “Talvolta ho amato molto quello che ho fatto, per esempio Secondo amore” dichiara il regista.
All’inizio, mentre scorrono i titoli di testa, vediamo un campanile, delle foglie mosse dal vento, un viale e subito dopo una macchina che si ferma davanti ad un giardino. La storia comincia con un restringimento di campo che ci permette di entrare nell’atmosfera di una cittadina di provincia, nella quale si svolgeranno le vicende dell’amore contrastato dei protagonisti.
Le prime figure ad entrare in campo sono due amiche di mezza età, la protagonista Cary (Jane Wyman) e Sara (Agnes Moorehead).
Scopriamo presto che Cary è vedova con due figli grandi e per questo motivo Sara vorrebbe che l’amica uscisse con Harvey (Conrad Nagel).
Inizialmente ci troviamo di fronte ad una situazione in cui la protagonista sembra poter fare a meno degli uomini e non sente il bisogno di risistemarsi. In realtà viene da subito sottolineata la necessità della donna di avere un uomo al suo fianco per poter conformarsi all’ordine sociale borghese, come osserva F. La Polla in Il melodramma familiare americano.
Successivamente, infatti, viene introdotto il personaggio maschile di Ron, interpretato da Rock Hudson, un giovane uomo alto e muscoloso con la passione per le piante, che nel film rappresenta il soggetto straniero che viene dall’esterno per rompere gli equilibri della comunità.
I due protagonisti, Cary e Ron, dovranno fare i conti con l’amore.
Si crea una situazione di conflitto poiché nessuno dei due è disposto a lasciare il proprio modello di vita, ma per poter stare insieme è ovvio che entrambi debbano rinuncino a qualcosa.
Il primo incontro tra i due avviene nel giardino di casa della donna. Ron regala a Cary il ramoscello di una pianta che, a detta del giovane, cresce solo dove c’è l’amore. La donna si sente evidentemente lusingata. Nell’inquadratura dopo vediamo Cary nella sua camera da letto, davanti allo specchio, mentre osserva il dono di Ron. Riflessi nello specchio entrano in scena i figli di Cary, Ned e Kay. I due anche vorrebbero che la madre trovi in Harvey, amico di famiglia, un nuovo compagno.
In montaggio alternato vengono mostrate le immagini di Cary che rifiuta Harvey e le immagini di Kay con un giovane. Inizialmente la ragazza non vorrebbe cedere ad un sentimento che non può controllare, ma alla fine concede un bacio al suo corteggiatore. Ciò che il montaggio vuole instituire è un parallelismo tra le vicende sentimentali della due donne. Il rapporto tra madre e figlia sarà messo alla prova proprio dall’arrivo di Ron.
L’uomo vive in una serra, ambiente spoglio e completamente opposto alla casa di Cary , piena di oggetti che invece di essere semplici ricordi di famiglia contribuiscono a far crescere la sensazione di oppressione che vive la donna.
Il mulino che Ron vorrebbe abbattere per piantare altri abeti si configura subito come il luogo simbolo della possibilità di un futuro tra i due. La seconda volta che la donna visita il mulino l’atmosfera è completamente cambiata perché Ron lo ha restaurato per accogliere sia Cary che i figli,certamente non disposti a trasferirsi. Qui, Ron chiede a Cary di sposarlo, ma la donna rifiuta. Significativo è che la figura dell’uomo è immersa nel buio, mentre la donna nella luce, rappresentante della razionalità e delle restrizioni imposte dell’ambiente esterno che influenzano Cary, ma non Ron.
Un’ altra opposizione individuabile è tra gli amici del Country Club di Cary e gli amici di Ron. La protagonista inizialmente viene presa di mira dagli altri borghesi perché vedova,ma ancora molto bella. Quando, invece, parteciperà alla cena organizzata da due amici di Ron l’atmosfera muta, all’insegna dell’informalità e della spontaneità. La donna decide quindi di accettare la proposta di matrimonio di Ron.
Quando Cary torna dal Country Club, la sera che Ron ha rischiato di fare a pugni con un uomo per difendere l’onore della donna, Sirk riprende il dialogo della madre con Ned in campo e controcampo. Le inquadrature mostrano una serie di oggetti che si intromettono tra i personaggi, ad esempio il paravento che crea una griglia sul viso dei due. In seguito, Kay torna a casa piangendo poichè qualcuno in biblioteca ha insinuato che la madre avesse iniziato la relazione con Ron prima della morte del marito. Mentre la ragazza continua a piangere, il viso di Cary assume i colori del rosso e del verde irradiati dai vetri della finestra nella camera della figlia.
Successivamente vediamo in dissolvenza Cary avviarsi in macchina da Ron. Al mulino è ancora una volta il viso della donna ad essere ben illuminato proprio nel momento in cui dice addio all’uomo che ama.
A questo punto le abitudini e il mondo borghese di Cary vengono ricomposti. La superficie riflettente del televisore, regalo dei figli per Natale, diventa lo specchio nel quale la donna può vedere nel suo sguardo i segni dell’oppressione che vive interiormente.
Solo alla fine, Kay si scusa con la madre perché, prossima alle nozze col fidanzato, ha conosciuto finalmente l’amore ed è consapevole di quando sia difficile rinunciare e resistere ai propri sentimenti.
L’evento che permette ai due protagonisti di riconciliarsi è l’incidente di Ron. Nelle ultime scene del film, tuttavia, non assistiamo a nessun abbraccio e a nessun bacio. Il vecchio mulino è diventato simile alle case borghesi familiari a Cary. I due sembrano non vivere sotto il segno dell’amore che avevano desiderato. Ci sembra di assistere ad un happy ending, ma in realtà, nel mulino completamente illuminato dalla luce che viene dall’esterno,i due protagonisti non conoscono ancora la felicità.