Animale Umano: recensione del film di Alessandro Pugno

Opera prima di finzione di Alessandro Pugno, un romanzo di formazione "a due" che coinvolge un aspirante torero e un vitello

Siamo tutti animali, tutti noi viviamo e moriamo”: Animale Umano, è l’opera prima di finzione di Alessandro Pugno, che racconta la relazione simbolica tra un ragazzo aspirante torero, e il vitello Fandango.  Con Guillermo Bedward (Rocketman), Silvia Degrandi (Parthenope, La Pazza Gioia) Paola Sotgiu (Suburra – La Serie; A casa tutti bene – La serie) Brontis Jodorowsky (Poesia senza fine di A. Jodorowsky, Animali fantastici: I crimini di Grindelwald), Donovan Raham, Antonio Estrada, Juan Quiñones. Scritto da Alessandro Pugno e Natacha Kucic (finalista al Premio Solinas 2015), selezionato in concorso alla 42^ edizione del Bellaria Film Festival, il film è una coproduzione internazionale Italia/Spagna/Messico, prodotto da Daniele Segre e Daniele De Cicco per Redibis Film (IT) in coproduzione con Pecado Films (SP), First Draft (SP), Una Comunión (MEX). Dall’11 luglio 2024 in sala con Draka Distribution.

In una piccola città del nord Italia, un bambino, Matteo, cresce circondato da bare nell’agenzia funebre di proprietà della nonna, e con la madre gravemente malata. Sogna un giorno di andare via e morire da eroe in un’arena, come quel torero di 20 anni che vede morire durante una corrida, rimanendone ossessionato. Nelle praterie dell’Andalusia, un vitello, Fandango, viene allevato per diventare un toro da corrida. Matteo e Fandango crescono in mondi distanti e paralleli ma un giorno dovranno incontrarsi e affrontarsi, davanti a migliaia di persone, sfidando sé stessi e la morte.

Animale Umano: la lotta continua con la morte

Animale Umano, cinematogrpahe.it

Due destini paralleli, due creature tanto diverse quanto uguali, nella sofferenza, nella caparbietà, nella forza di sopravvivere alle avversità della vita. Cosa può unire un umano e un animale, cosa hanno in comune? Il film di Alessandro Pugno cerca di spiegarlo attraverso un coming of age che vede protagonisti Matteo e Fandango, che per tutta la loro giovane esistenza sono accompagnati dalla presenza costante della morte: il primo che da bambino osservava quasi impassibile i corpi senza vita nelle bare, il secondo sempre a rischio di diventare carne da macello. “Siamo carne, animali”, dice l’insegnante di tauromachia a Matteo, ormai cresciuto e deciso a diventare un grande torero, sfidando la morte che è stata una sorta di compagna di vita. “Credi di poter sconfiggere il toro ma non è così, è il toro a vincere sempre”, un film fatto di suggestioni, che unisce l’affasciante seppur crudele arte della tauromachia a una riflessione profonda su quello che ci unisce agli altri esseri umani: l’istinto di sopravvivenza, la lotta continua con la morte, come in una lunga corrida in cui tutto può finire in pochi minuti o durare a lungo, andando incontro ai nostri limiti, sfidando le nostre paure, i pericoli che incontriamo lungo il nostro percorso.

Animale Umano: valutazione e conclusione

Animale Umano, cinematographe.it

Un romanzo di formazione “a due”, che vede maturare Matteo e Fandango, due animali furiosi, appassionati, incuranti del pericolo, del sangue che scorrerà nell’arena. In Animale Umano uomo e bestia si trovano sullo stesso piano, con la stessa importanza, esseri simili che sembrano vivere le stesse sensazioni, che sembrano avere la stessa anima. La corrida nel film di Alessandro Pugno diventa metafora della vita che sia umana o animale, crudele, imprevedibile, appassionata, dolorosa, feroce, dove un gesto può portare alla gloria o condannare all’infelicità, alla frustrazione, andando avanti sempre con la consapevolezza che unisce tutti gli esseri viventi che “non si può uccidere la morte”.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 4
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 2

3