Anne Frank, la mia migliore amica: recensione del film Netflix

Dall'1 febbraio è disponibile su Netflix il dramma storico e in parte biografico Anne Frank, la mia miglior amica, il racconto del legame fra la giovane autrice del famoso diario e la coetanea Hanneli Goslar, sopravvissuta al campo di concentramento di Bergen-Belsen.

A pochi giorni dalla celebrazione mondiale della Giornata della Memoria istituita ogni 27 gennaio, anche il cinema a suo modo contribuisce al ricordo delle vittime della Shoah. Non solo tramite programmazione televisiva nella proposta ciclica di pellicole che hanno fatto la storia, ma nell’aggiunta al catalogo digitale di nuove opere, il cui intento è quello di rivolgersi alle nuove generazioni per non dimenticare.

In questa volontà rievocativa Netflix ha presentato dal 1° febbraio 2022 il film biografico Anne Frank, la mia migliore amica, l’ultimo film dell’olandese classe ‘47 Ben Sombogaart che ricostruisce il profondo legame fra la giovane ebrea tedesca autrice del celebre diario e Hanneli Goslar, sopravvissuta a Bergen-Belsen e ora ex infermiera novantaquattrenne.

Presentato nel settembre del 2021 al Film by the Sea Film Festival in Olanda, la realizzazione intende far conoscere la figura della Goslar ad un pubblico quanto più possibile trasversale, biforcando il racconto su due piani temporali: quello della pre deportazione nella Amsterdam piegata alle prime leggi razziali, e quello all’interno del campo di concentramento, dove la Frank, a differenza dell’amica, trovò la morte a pochi giorni dalla liberazione.

Anne Frank, la mia migliore amica: la stessa affinità, destini differenti

anne frank la mia migliore amica cinematographe.it

Opposte per carattere ma forse per questo così in assonanza, il film delinea il legame delle due sulla scia della loro diversa inclinazione: Anne (Aiko Beemsterboer), spiccatamente esuberante e temeraria, Hanneli (Josephine Arendsen), invece, più introversa e coscienziosa, segnata da un’educazione rigida e un senso di responsabilità familiare che la vedeva occuparsi con premura alla sorella più piccola. Il flashback attivato dal ricordo della protagonista riporta indietro le dinamiche adolescenziali delle due compagne di scuola fra spensieratezza e sogni per il futuro, e l’avvicinarsi della paura per la progressiva ghettizzazione della comunità ebraica in tutta Europa.

Arrestate e deportate entrambe a Bergen-Belsen nella Bassa Sassonia, seppur in tempi diversi a seguito del periodo di clandestinità della famiglia Frank e i due mesi a Birkenau di Anne, le amiche furono internate in due settori adiacenti ma separati e riuscirono ad avere un solo contatto, quello in cui Hanneli racconta di aver lanciato all’amica un pacchetto contenente un pezzo di pane e un paio di calzini per la sorella Margot.

Fra Amsterdam e Bergen-Belsen: il film di Ben Sombogaart si muove sul doppio piano temporale per raccontare il potere salvifico dell’amicizia e del ricordo

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Optando per un avvicinamento televisivo, dove a prevalere sono toni meno realistici anche nella rappresentazione non evitabile della violenza nel campo e delle condizioni di vita dei deportati, Anne Frank, la mia migliore amica si muove nella valorizzazione dell’amicizia come potere salvifico e duraturo, onorando due vite che fatalmente hanno avuto percorsi simili ma destini opposti. La sceneggiatura di Marian Batavier e Paul Ruven si rivolge infatti ad un pubblico di coetanei delle protagoniste, lasciando spazio all’evocazione emotiva ed estetica del tempo della speranza, illuminato con toni vivaci anche nelle scelte cromatiche dei costumi e della scenografia, e quello dello decisamente più scuro e impenetrabile di Bergen-Belsen.

Tuttavia di Anne Frank, la mia migliore amica bisognerebbe scindere il valore artistico, probabilmente non così indelebile e determinante come operazioni precedenti sul tema, e quello meramente umano e sociale, nel nobile intento di proseguire ad usare il Cinema come mezzo privilegiato alla condivisione della Memoria tramite le testimonianze dei sopravvissuti all’Olocausto. Come strumento, cioè, di conoscenza agli orrori del passato, che non dovranno mai essere il presente o, ancor più, il futuro.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3
Recitazione - 2.5
Sonoro - 2.5
Emozione - 3

2.9

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