#AnneFrank. Vite parallele: recensione del film con Helen Mirren

#AnneFrank, vite parallele è un film-documentario di Sabina Fedeli e Anna Migotto che racconta le atrocità della Shoah attraverso le testimonianze di cinque sopravvissute e Kitty, il diario di Anna Frank.

La giovane Katerine vaga per l’Europa con uno smartphone a portata di mano, toccando quelli che sono ricordati come i più tragici “centri” della Shoah. Si torna nel campo di concentramento di Aushwitz, ovviamente, per passare a Bergen Belsen e, infine, ad Amsterdam. Cos’hanno in comune l’uno con l’altro questi luoghi? L’essere stati le tappe del doloroso percorso di Anna Frank e di Kitty, fidato diario personale in cui la ragazza raccolse le riflessioni più intime giorno dopo giorno. #AnneFrank. Vite parallele, diretto dalle registe Sabina Fedeli e Anna Migotto, riesce nell’intento di raccontare, ancora una volta, l’episodio più nero dell’Occidente attraverso le parallele testimonianze di Arianna Szörenyi, Sarah Lichtsztejn-Montard, Helga Weiss e le sorelle Tatiana e Andra Bucci, tutte sopravvissute al delirio nazista che ne determinò prima la deportazione, poi la detenzione all’interno di un campo di sterminio.

#AnneFrank. Vite parallele intreccia le testimonianze delle sopravvissute con la lettura del diario

#AnneFrank. Vite parallele cinematographe.it

Passaggi estratti dal Diario della giovane Anna vengono accompagnati dalla voce dell’attrice inglese Helen Mirren, che arricchisce il film-reportage della sua presenza e i pensieri della ragazza, ormai gigantesco simbolo del genocidio, di ulteriori informazioni ricavate su quanto esposto, in grado di espandere il discorso. Il piano che interessa le voci delle cinque sopravvissute, dunque, s’interseca con quello della lettura, esteso ulteriormente alle interviste di vari studiosi e specialisti che completano l’insieme, generando così un’unica documentazione storica di prezioso valore, ancora in grado di tramandare qualcosa che vada oltre ciò che già è stato raccontato negli anni passati.

Il cinema è stato spesso terreno fertile per questo tipo di racconto: finzione, documentario o biografia, realismo o meno, la nera storia scritta e firmata dai nazisti a partire da meno di un secolo fa – più vicino, nella memoria, di quanto non sembri su carta – è stata protagonista di svariate opere che hanno plasmato, modellato o progressivamente cambiato l’attitudine e le reazioni dello spettatore dinanzi all’orrore narrato. Dai capisaldi del genere realizzati da Steven Spielberg e Roman Polanski alle numerose opere “minori” che hanno costellato il panorama cinematografico degli ultimi trent’anni, in svariati casi lo scopo è stato quello di metterci dinanzi a noi stessi tramite il resoconto lucido, spesso dettagliato, della vergogna e delle atrocità che ci hanno macchiati per “marchiarci” (come ironizza Tarantino nel finale del suo Bastardi Senza Gloria), in modo da spingerci a rammentare, tramite quel segno, cosa non deve e non può più accadere, cosa non può più scivolare indisturbato sotto i nostri occhi. Alcune opere, tuttavia, scelgono un approccio diverso: scelgono di farsi voce del dolore collettivo tramite l’attualizzazione dei fatti avvenuti, legando il discorso all’atavica paura dell’Altro e alle disparità che si trascinano ancora ai nostri giorni.

#AnneFrank. Vite parallele è un racconto prezioso che tramanda la testimonianza di generazione in generazione

#AnneFrank. Vite parallele cinematographe.it

Tramite lo strumento di condivisione Instagram, Katerine crea una vera e propria rete, tornando all’originario scopo del social network, cerca in ogni modo di rendere universale e comprensibile il suo viaggio e il suo racconto, ora più vicini che mai. Risolve, in pratica, tutto quello che era stato problematizzato dall’Austerlitz di Sergei Loznitsa, che al centro del racconto poneva, tutt’altro che ottimista, l’incompatibilità e l’anacronismo insito nella rappresentazione delle generazione odierne, con cellulari e t-shirt dalle stampe spiritose, all’interno di quei luoghi dell’orrore.

Attraverso intuizioni di narrazione e di messa in scena non da poco, dunque, #AnneFrank. Vite parallele riesce a prefiggersi uno scopo ben preciso (dettaglio non da trascurare), quello del passaggio di testimone da una generazione all’altra tramite le voci delle generazioni precedenti, e a conseguirlo senza cadere nella ripetitività, nella banalità o, ancor peggio, nella trappola del facile didascalismo.

#AnneFrank. Vite parallele è prodotto da 3D Produzioni e Nexo Digital in collaborazione con l’Anne Frank Fonds di Basilea, Sky Arte e con il Piccolo Teatro di Milano-Teatro d’Europa. Sarà distribuito nei cinema italiani solo l’11, 12 e 13 novembre.

 

Regia - 3
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3
Sonoro - 3
Emozione - 3

3.1