Apocalypse Now: recensione

Apocalypse Now si colloca nel filone di film anti-realisti che, insieme a Il Cacciatore e Full Metal Jacket, tentano di conferire al tema della guerra nuove caratteristiche. L’intenzione di Coppola, infatti, non è quella di raccontare una storia con specifiche caratteristiche politico-militari della Guerra del Vietnam; la collocazione spazio- temporale è vaga e priva di ogni contenuto documentario; la geografia è totalmente di fantasia al di fuori delle prime due scene ubicate a Saigon e Nha Trang. Potremmo dedurre che il fiume su cui si svolge la vicenda sia il Mekong, ma Coppola lo chiama Nung, affidandogli un valore metonimico, come metafora dell’intera esperienza della guerra.

La visione onirica comincia già nella scena d’apertura, che andremo ad analizzare perché dichiarazione delle intenzioni anti-realiste del regista.

Robert Duvall

Killgore, dopo l’attacco con il Napalm

Su un fondo nero, sentiamo il rumore rallentato delle pale di un elicottero. Appare poi l’immagine della giungla e, sulle prime note di The End, col passaggio di due elicotteri, la foresta si incendia. Compaiono in sovrimpressione il viso capovolto di Willard interpretato da Martin Sheen e un ventilatore, poi solo il volto rovesciato dell’attore e della giungla in fiamme.  La musica e le sovrimpressioni continuano; poi la musica cessa, l’attore apre gli occhi e guarda in macchina. Soggettiva del ventilatore a soffitto che, con il contrappunto del sonoro, rimanda alle pale degli elicotteri. La soggettiva si sposta verso la finestra dove inizia il commento off del protagonista che accompagna tutta la storia. Il film passa dal piano onirico a quello reale, facendo credere allo spettatore che, terminato il sogno, inizi una storia verosimile. In realtà, vi è un continuo passaggio dal sogno alla realtà e viceversa, proprio a sottolineare la sottile linea di confine che separa i due mondi. Dunque la scena di apertura è data dagli incubi causati dall’esperienza bellica al capitano Willard. Iniziare il film con una scena onirica, significa lanciare un preciso messaggio allo spettatore: la materia di cui è fatto questo film è il sogno. Allo stesso modo, la prima immagine di Willard, il suo primissimo piano capovolto, è esplicita: nella storia la realtà ha subito uno stravolgimento.

Marlon Brando

Marlon Brando è il colonnello Kurtz

Inoltre, in questa prima scena abbiamo anche due flashforward: appare una testa di una delle statue del tempio di Kurtz e abbiamo un primo piano del volto di Willard dipinto, come apparirà durante l’uccisione di Kurtz. Anche il pezzo musicale, The End è lo stesso che ritroveremo nelle scene finali. A tal proposito, il testo della canzone sembrerebbe indicare che questa scena sia la fine del film (This is the end…) conferendo così all’intera pellicola un movimento circolare per cui potremmo chiederci se i flashforward di cui sopra, non siano in realtà dei flashback. Cosi come non inizia o inizia finendo, Apocalypse Now non sa finire se non ricominciando. La sua atemporalità lo rende un film a se. È a partire da questa dichiarazione esplicita di inversione della realtà che Coppola mostra la guerra prima di tutto come un conflitto interiore, dando al conflitto vietnamita i contorni dell’incubo altresì un altro evento bellico sarebbe servito ugualmente allo scopo e rendendo irreperibili le caratteristiche reali della Guerra del Vietnam. Della concretezza delle attività belliche abbiamo solo alcune immagini dello sbarco di soldati dagli elicotteri che ricordano i reportages televisivi e l’utilizzo di un’eterogeneità per il gruppo di soldati che accompagnano Willard: un nero del Bronx, un surfista californiano e un cuoco di New Orleans.

Per il resto, tutto ciò che concerne la guerra, è rappresentato come un’enorme messinscena spettacolare.

Per concludere, è importante citare anche tutti quegli espedienti che annullano l’illusione di realtà eliminando il verosimile filmico: la presenza di una macchina da presa in campo o il ricorso allo sguardo in macchina che, se possibile, manifestano in maniera ancor più palese le intenzioni del regista.

Giudizio Cinematographe

Regia - 4.7
Sceneggiatura - 4.7
Fotografia - 4.7
Recitazione - 5
Sonoro - 4.5
Emozione - 4.2

4.6

Voto Finale