Argylle – La Super Spia: recensione del film di Matthew Vaughn
Un altro film di spionaggio: tante belle facce ma poca sostanza.
Dal “contenutissimo” budget di appena 200 milioni, Argylle – La Super Spia è il tipico blockbuster che invoglia la gente in sala solo grazie alla partecipazione di volti noti all’interno del panorama cinematografico. Un mediocre lavoro di cinema, che non è detto che recupererà la spesa sborsata. Di pellicole a tema spionaggio ne esistono a centinaia, ci sono poche situazioni che non sono ancora state scritte. Il film di Matthew Vaughn pecca di volontà: non sa cosa vuole o almeno, vuole tutto ma non ottiene niente. Il soggetto non è atroce, però si percepisce spesso la mancata forza nel prendere una posizione. È una commedia? È un intricata storia di doppi giochi? È un episodio crossover con tanti bei attori? Non si capisce.
Argylle – La Super Spia l’intricata trama
Una scrittrice di successo, Elly Conway interpretata da Bryce Dallas Howard, si ritrova invischiata involontariamente in un enorme questione nazionale di spionaggio. Ad aiutarla ci sarà Aiden (Sam Rockwell), una spia sui generis molto capace che cercherà insieme ad Elly di ricostruire i fatti. A quanto pare i suoi romanzi rispecchiano perfettamente ciò che è accaduto ad Aiden, quasi con una sorta di preveggenza, e il Direttorio, un’organizzazione capeggiata da Ritter (Bryan Craston), vuole mettere le mani su Elly per ottenere l’accesso ai dati che incastrerebbero l’intero Direttorio. Ispirato ad un romanzo uscito poco prima del film, Argylle – La Super Spia scritto dalla misteriosa Elly Conway, vuole essere un lavoro crossmediale capace di spaziare fra romanzo e cinema. Peccato che la trasposizione sia piuttosto sottotono. I cameo di personaggi molto noti aumenta semplicemente la sensazione estetica di un prodotto che si perde infinitamente nella scrittura. Dallo sceneggiatore de L’era glaciale 4 – Continenti alla deriva, Jason Fuchs, viene sfornata una sceneggiatura piatta, che si prodiga solo nei colpi di scena e mai nell’effettiva scrittura di personaggi interessanti, linee di dialogo accattivanti o scelte originali. Le situazioni sono ripetizioni di ambienti già visti nel cinema di spionaggio, e in più le scene d’azione si riducono veramente a CGI di basso calibro e interpretazioni che lasciano a desiderare.
Gli effetti speciali come già accennato si presentano continuamente di scarsa qualità: animazioni incollate con After Effects, green screen visibili da un chilometro e scene ibride, fra effetti speciali e attori reali, che fanno veramente accapponare la pelle. Per non parlare del gatto Alfie, il gatto della protagonista, viene “interpretato” da un vero gatto solo per scene brevissime mentre per il resto è semplicemente un’animazione disturbante. Per non parlare della fisica. Nessuno si aspetta che vengano seguiti tutti i dettami di una narrazione realistica, ma nemmeno che la fisica venga stravolta ad ogni ciak. Soprattutto nelle scene d’azione più concitate sembra che gli astri si allineino per lasciare che la storia decida da sé cosa sia possibile o meno. Estraniante.
Due ore e venti di film, sono troppe
Sull’unico punto in cui veramente era possibile mantenere l’attenzione, Argylle – La Super Spia sbaglia completamente. Non ci sono i presupposti per far durare così tanto questo prodotto. Ci sono lunghissime sessioni di botte, pistole, fucili e la gente muore come se stessimo guardando l’erede di John Wick. Ma è tutto veramente noioso: mancano elementi di vitalità, pare non vi sia scopo a tutto ciò che si sta vedendo. La storia non è nemmeno lineare. In alcuni punti si accelera la narrazione in modo vertiginoso, in altri non si smuove di un millimetro.
Capitolo a parte sono le interpretazioni, tendenzialmente di poco gusto. Sembra una fiction. Certo la sceneggiatura non aiuta, ma è chiaro che manca quasi tutto qui. Henry Cavill, Dua Lipa, Bryan Craston, Samuel L. Jackson, John Cena, sono tutti nomi che fanno gola. Interpretando però tutti ruoli secondari, di scarso valore. La strategia è chiara, ma quello che n’è venuto fuori è una storia con tanti personaggi sostanzialmente inutili, monotoni e ricalcati da altri personaggi qua e là della storia del cinema. Fotografia e regia (George Richmond e Matthew Vaughn) sono altri punti deboli della pellicola. C’è l’intenzione di essere un po’ fuori dalle righe, si sente. Peccato che poi all’attivo non solo non si è portato nulla di nuovo, ma per di più è stata data un’impronta quasi parodistica, estremizzata, non per forza piacevole, all’intero del lungometraggio. Luci sbagliate che rivelavano totalmente il set e gli artifizi cinematografici, movimenti di macchina che sì potrebbero essere interessanti, se non venissero abusati sistematicamente però. Alcuni tagli e transizioni lasciano molto a desiderare. Negli ultimi tempi con Tik Tok e i reel in generale, si sta trasportando l’abitudine di ricercare la transizione “smooth“, cioè liscia, che si sovrappone ad un’altra senza far percepire il taglio, anche nel montaggio cinematografico. In alcune situazioni è sicuramente interessante veder utilizzata questa tecnica, ma in generale nel complesso cinematografico è bene non strafare. Si perde di credibilità e il film resta privo di molto del suo valore artistico, diventando mero prodotto da visione sfuggevole.
Argylle – La Super Spia: conclusione e valutazione
Per concludere, si consiglia la visione di questo film? No, o almeno se ci aspetta un piacevole film d’azione e spie alla Mission Impossible, forse è meglio restare a casa. Se invece si è minimamente incuriositi dal cast o dai colpi di scena che si susseguono nella seconda parte del film, allora potrebbe essere una possibilità. Nessuno potrà dire che ci si trova davanti a un bel film. La visione è piacevole nell’unica condizione di non stare a fare le pulci, a sostanzialmente nulla di quello che viene mostrato. Insomma, non andateci con un amico o amica cinefilo/a, perché uscirà dalla sala molto arrabbiato/a con voi. In uscita nelle sale il 1 Febbraio. Prodotta da Apple Studio e distribuito da Universal Pictures.