Ari-Cassamortari: recensione della commedia Prime Video di Claudio Amendola

Ari-Cassamortari è un sequel perfetto del film di Amendola del 2022, ma eredita anche le debolezze della pellicola precedente.

Claudio Amendola torna dietro la macchina da presa con Ari-Cassamortari, sequel del suo fortunato film del 2022 I Cassamortari. La nuova pellicola, disponibile su Prime Video, mantiene il focus sui fratelli Pasti, eredi di una storica impresa funebre che, purtroppo, si trovano a fare i conti con dilemmi familiari e finanziari. Tuttavia, questo nuovo capitolo cerca di espandere l’universo già introdotto nel primo film, introducendo nuovi personaggi e situazioni più surreali, pur mantenendo un filo conduttore con il tema della morte e dell’eredità paterna.

La trama si sviluppa attorno alla candidatura dei fratelli Pasti al prestigioso “Vespillone d’Oro”, un ambito premio per gli impresari funebri, che però sfuma a causa delle irresponsabili azioni del più giovane dei fratelli, Matteo. Questo personaggio, interpretato da Alessandro Sperduti, cade vittima di un inganno orchestrato da una cam girl, Bella Salma (Caterina Guzzanti), che lo manipola per appropriarsi dei fondi di famiglia. La morte improvvisa della giovane influencer, tuttavia, innesca una catena di eventi che costringerà i Pasti a confrontarsi non solo con le loro difficoltà economiche, ma anche con segreti a lungo celati.

Una commedia umana di vizi e insicurezze più che un film comico

Ari-Cassamortati recensione - cinematographe.it

Ari-Cassamortari riesce a costruire una dinamica interessante tra i protagonisti, con l’introduzione di Domiziana (Silvia D’Amico), sorellastra dei Pasti, che si impone come una figura centrale nella vicenda. Dotata di un’energia caotica e imprevedibile, Domiziana rappresenta una ventata d’aria fresca in un contesto familiare stagnante, contrastando con il tono più cupo e riflessivo degli altri personaggi. La sua presenza contribuisce a far emergere le fragilità dei fratelli, spingendoli a confrontarsi con le loro insicurezze.

Un aspetto su cui il film insiste è il rapporto tra mondo reale e virtuale, tema già toccato nel primo capitolo ma qui ampliato grazie alla vicenda di Matteo e Bella Salma. Amendola, attraverso la sceneggiatura di Mary Stella Brugiati e Alessandro Bossi, cerca di offrire una riflessione sui pericoli dell’illusione tecnologica, mettendo in scena un’umanità sempre più dipendente dalle dinamiche digitali. La critica alla superficialità dei social media e alla cultura del “follow” emerge in modo velato, ma non abbastanza incisivo da risultare veramente satirica.

Se da un lato Ari-Cassamortari tenta di approfondire la psicologia dei personaggi, dall’altro risente di una struttura narrativa che fatica a bilanciare i momenti drammatici con quelli più leggeri. La commedia nera che caratterizzava il primo film lascia il posto a un tono più riflessivo, a tratti malinconico, che però spezza il ritmo della pellicola. Le battute e le gag, pur presenti, non sempre colpiscono nel segno, lasciando spazio a momenti che appaiono forzati o fuori luogo.

Il cast, composto da volti noti della commedia italiana come Massimo Ghini, Gianmarco Tognazzi e Lucia Ocone, riesce a mantenere un certo livello di performance, anche se le loro interpretazioni non riescono sempre a elevarsi rispetto al copione. Una nota positiva va a Edoardo Leo, che appare in alcune sequenze flashback nei panni del patriarca dei Pasti. Questi momenti offrono spunti interessanti per comprendere le dinamiche familiari e aggiungono profondità a una trama che, altrimenti, rischierebbe di risultare piatta.

Non mancano le figure grottesche e sopra le righe, tra cui spicca il personaggio interpretato da Luca Bizzarri, un cardinale eccentrico con una passione per il gioco d’azzardo. Tuttavia, anche qui, la scrittura fatica a trovare un equilibrio tra comicità e dramma, facendo sì che alcuni personaggi secondari appaiano come semplici caricature piuttosto che figure a tutto tondo.

Ari-Cassamortari non riesce a essere abbastanza tagliente nella sua satira della società contemporanea, mancando di quel mordente che avrebbe potuto rendere la pellicola più incisiva e memorabile. La riflessione sull’abuso della tecnologia e sull’ossessione per l’apparenza resta blanda e, nonostante le buone intenzioni, non riesce a incidere sul pubblico.

Ari-Cassamortari: valutazione e conclusione

Ari-Cassamortari - cinematographe.it

Ari-Cassamortari è un film che tenta di espandere l’universo creato da Amendola con un racconto che mescola dramma e commedia, ma non riesce a raggiungere pienamente il suo obiettivo. Pur presentando momenti intriganti e un cast di talento, la pellicola soffre di una scrittura debole e di una satira che non affonda mai il colpo. Un’occasione mancata per portare avanti un discorso più profondo sulla società contemporanea, che si perde tra trovate comiche poco efficaci e personaggi secondari troppo stereotipati.

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 3

2.8