Asakusa Kid: recensione del biopic Netflix sugli esordi di Takeshi Kitano

In Asakusa Kid, Takeshi Kitano è un ragazzo impacciato e timido. Scappa dalla sua vecchia vita per inseguire un sogno: diventare un comico di successo...

Solo qualche fotogramma – il tempo dell’entrata in scena del protagonista- e ci si ferma  per iniziare a gustare bellezza in celluloide. È la subitanea sensazione legata all’estetica di Asakusa Kid, il biopic sugli esordi nel mondo dello spettacolo del celebre regista giapponese Takeshi Kitano, disponibile su Netflix dal 9 dicembre. Il lungometraggio diretto da Hitori Gekidan è ispirato al nostalgico romanzo autobiografico scritto dallo stesso Kitano, considerato uno dei più importanti registi orientali viventi per il suo peculiare stile e l’originalità del suo cinema.

Asakusa Kid: un giovane con il sogno di diventare comico

Asakusa Kid, Cinematographe.it

In Asakusa Kid, Takeshi Kitano è un ragazzo impacciato e timido. Scappa dalla sua vecchia vita per inseguire un sogno: diventare un comico di successo. Il giovane stravede per l’artista Senzaburo Fukami, il re dei comici, che intanto ha iniziato il suo percorso sul viale del tramonto. Pensa infatti sia lui il più talentuoso, capace di creare delle scenette immuni da difetti. La storia prende avvio nel 1972, a Tokyo, nel quartiere Asakusa. Takeshi, chiamato dagli amici “Take”, inizia a lavorare come ascensorista al Teatro Français, molto affermato in Giappone, dove il suo idolo si esibisce. Farebbe qualsiasi cosa per incontrarlo, conoscerlo e per avvicinarsi il più possibile a lui. Ogni giorno porta al quarto piano il pubblico dello spettacolo teatrale, dove Fukami si esibisce. Take riesce a catturare l’attenzione dell’artista, che, malgrado il suo caratteraccio, si mostra disposto ad insegnargli i trucchi del mestiere. La grande possibilità arriva quando viene chiamato all’ultimo minuto, poco prima di uno show, per sostituire il collaboratore di Fukami. Il protagonista deve improvvisare per fare da spalla al suo maestro in una scenetta. Ma con la diffusione e il successo degli spettacoli televisivi la situazione è destinata a mutare presto. Gli show dal vivo nei quali Takeshi si specializza tra gli anni Sessanta e Settanta cominciano ad avere scarso appeal per il pubblico, che invece si mostra più interessato alla forma tradizionale di cabaret giapponese tipica dell’intrattenimento televisivo. L’allievo si trova costretto a prendere una decisione difficile. Rimanere in teatro accanto al suo adorato maestro e rischiare di bruciarsi la carriera o abbandonarlo per specializzarsi in manzai e avere una possibilità in TV?

Un film comico e drammatico insieme. Riesce a creare empatia come accade in uno spettacolo dal vivo

Asakusa Kid, Cinematographe.it

Un po’ come il Tip-Tap (il ballo mostrato spesso nel film). Una volta che si conoscono i passi base, allora possono essere eseguiti più o meno velocemente. La padronanza di un’arte si sintetizza in questo concetto. Così funziona anche il lungometraggio, perché tutti i parametri filmici concorrono a realizzare un’opera che nel complesso lascia soddisfatti, e che noi di Cinematographe consigliamo di vedere. I movimenti ampi e morbidi della cinepresa. Ma anche un’interpretazione impeccabile del protagonista e una costruzione narrativa che, senza mai tediare, segue il periodo di gavetta di Take per poi passare alle sue esibizioni stellari. La sceneggiatura riesce a tradurre la potente storia di un sogno, insieme a quella definitiva presa di posizione della volontà che è il carburate vero di un talento. Possiamo dire di aver apprezzato il lungometraggio che non si rivolge solo agli appassionati del cinema di Kitano, o ai cinefili, ma a chiunque sia coraggioso al punto da dare nutrimento a un sogno. Asakusa Kid è un film comico e drammatico insieme. Riesce a stabilire la massima compartecipazione dello spettatore come accade in uno spettacolo dal vivo, attraverso il racconto toccante dell’ascesa di Take verso il successo, lasciando emergere anche l’eccezionalità del rapporto con Senzaburo Fukami, il suo mentore spirituale. Il maestro a cui un apprendista artista non può chiedere che possegga tutto il sapere e tutti i poteri; solo di fare da tramite con il Cielo. Guidare sulla via della luce.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3
Recitazione - 4
Sonoro - 3
Emozione - 3.5

3.4

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