Ascensione (L’ascension): recensione del film Netflix di Ludovic Bernard
Ascensione (L'ascension il titolo originale) è un film originale Netflix del 2017 diretto da Ludovic Bernard e interpretato da Ahmed Sylla, Alice Belaïdi e Kévin Razy
Ascensione (L’ascension il titolo originale) è un film originale Netflix del 2017 diretto da Ludovic Bernard (già assistente alla regia di Lucy, Taken – La vendetta e Taken 3 – L’ora della verità) e interpretato da Ahmed Sylla, Alice Belaïdi e Kévin Razy. Il film è liberamente tratto dalla vera storia del giornalista Nadir Dendoune, il primo franco-algerino ad aver raggiungete la vetta del monte Everest.
Samy Diakhaté (Ahmed Sylla) è un giovane disoccupato franco-senegalese, alla disperata ricerca di una svolta nella sua vita per ambire finalmente al cuore di Nadia (Alice Belaïdi) della quale è innamorato fin dai tempi della scuola. Per strappare un’opportunità con la ragazza dei suoi sogni, Samy, fra il serio e il faceto, le propone di concedergli un’occasione nel caso in cui lui riesca a scalare l’Everest, la celeberrima vetta del mondo. Conscia della difficoltà dell’impresa, Nadia accetta, senza però fare i conti con la tenacia e il sincero amore di Samy, che in men che non si dica racimola una sponsorizzazione, ottiene il necessario per una copertura radiofonica della sua missione e parte alla volta dell’Himalaya.
Ascensione: dai ghetti di Parigi alla cima dell’Everest per amore
Dopo aver investito in Italia con la serie di Suburra e in Germania con Dark, Netflix continua i suoi sforzi europei con Ascensione, coproduzione fra Francia, Germania, Inghilterra e Nepal forte di un importante budget di circa 6 milioni di dollari. Il tono della pellicola non si discosta molto dall’approccio favolistico visto recentemente in altre produzioni della casa come Un’eredità per Natale e Un principe per Natale, ma, anche grazie alla solida regia di Ludovic Bernard, in questo caso non mancano alcuni timidi spunti adatti anche un pubblico più maturo ed esigente.
Il regista francese trae spunto dall’impresa di Nadir Dendoune, prendendosi però la libertà di distorcere a suo piacimento, carattere, fisico e motivazioni per l’impresa del protagonista. Il risultato è un personaggio decisamente più malleabile e acerbo dell’originale (un giornalista celebre per le sue battaglie per i diritti civili), ma paradossalmente più adatto a quello che con il passare dei minuti diventa un vero e proprio racconto di formazione, arricchito dalla presenza di efficaci personaggi di contorno, che ben compensano la scarsa espressività dei principali protagonisti Ahmed Sylla e Alice Belaïdi. La scalata di Samy dai ghetti parigini alla cima del mondo, mossa unicamente dall’amore per Nadia, è semplice, didascalica e per certi versi anche ingenua, ma anche sincera e godibile, soprattutto al crescere delle difficoltà legate a un ambiente severo e impervio.
Ascensione: una favola ottimista sull’importanza della fiducia nei propri mezzi e nei propri sogni
Il principale punto di forza di Ascensione risiede nell’abilità da parte di Bernard e del direttore della fotografia Yannick Ressigeac di esaltare il magico paesaggio della catena montuosa dell’Himalaya, mettendo volutamente in secondo piano le sfumature più pericolose e inquietanti del posto (sviscerate con dovizia di particolari in Everest) per concentrarsi sulla sua aura magica, capace di scuotere nel profondo chiunque la attraversi. Nelle interazioni di Samy con i suoi compagni di viaggio, dall’amichevole Sherpa al taciturno Jeff di Nicolas Wanczycki, sentiamo sia la sua fedeltà alle radici e al suo sogno d’amore, sia l’aumento della consapevolezza nei propri mezzi, esplicitata da frasi al limite del banale (Prima di amare qualcuno devi imparare ad amare te stesso), ma efficaci nel contesto della storia e del suo protagonista.
Non importa dunque che l’epica e la pericolosità dell’impresa vengano spesso messe in secondo piano da un approccio più vicino alla commedia che al dramma, perché l’obiettivo di Ascensione è in ultima istanza quello di dimostrare una volta di più come la caparbietà e la fiducia possano aiutare a superare anche i più grossi limiti ambientali e fisici, come la vetta dell’Everest e l’assoluta impreparazione di Samy nell’affrontare l’alpinismo. Da rimarcare invece la nota dolente relativa a una certa rigidità e ridondanza nelle scene ambientate a Parigi, con i vari personaggi in attesa del ritorno di Samy che passano in modo frenetico e non del tutto convincente dalla fiducia alla disperazione, dall’entusiasmo al terrore, esibendosi in siparietti forzati e a tratti decisamente banali.
Tirando le conclusioni, Ascensione si rivela una pellicola efficace nella sua semplicità, con il bonus di una rappresentazione convincente e sognante di uno dei luoghi più affascinanti della Terra. Un film capace di farci volare con simpatia e leggerezza sulle cime innevate dell’Himalaya, ricordandoci dell’importanza di credere in noi stessi e nei nostri sogni.
Ascensione è disponibile su Netflix dal 29 dicembre.