Atomica bionda: la recensione del film con Charlize Theron
Scene d'azione, musica continua, colori sgargianti e elettrici: Charlize Theron si destreggia tra segreti e spie nell'ultimo film di cui è protagonista.
È glaciale, è tosta e può mettere qualsiasi uomo o donna sotto i suoi piedi o dentro al suo letto: Charlize Theron è l’inarrestabile protagonista del nuovo dinamico film Atomica bionda (qui il trailer), un concentrato psichedelico di musica e azione stagliato sul confine di un ormai non più così invalicabile muro in mezzo alla neve del 1989.
Tornata da una missione che ha preso una piega del tutto differente dalle iniziali aspettative che si era preposta, l’agente speciale dell’M16 Lorraine Broughton (Charlize Theron) deve riportare ai suoi superiori le intricate vicende che l’hanno vista coinvolta nella ricerca di una scottante lista, la quale fa fremere spie e potenti delle agenzie segrete di tutto il mondo. Atterrata infatti a Berlino pochi giorni prima della caduta di quel Muro che per ventotto anni ha creato i paralleli e distinti universi dell’est e dell’ovest, Lorreine viene affiancata dal collega David Percival (James McAvoy), da tempo sotto copertura nei malfamati territori tedeschi del controllo sovietico e cane sciolto in affari sempre più nascosti. Per Lorraine iniziano giorni di investigazione, in cui dovrà guardarsi bene le spalle e ponderare bene di chi fidarsi.
Atomica bionda – una storia di spionaggio sexy e dinamica
In una Berlino al suo punto di svolta, agli sgoccioli di un’estenuante guerra fredda che ha diviso famiglie e condotto differenti linee di pensiero per anni, il regista delle prime scazzottate dell’oramai conosciuto John Wick trasporta le sue conoscenze di stuntman e la sua abilità nell’incastonare i coreografati combattimenti corpo a corpo per confezionare, in un marcato riferimento punk alle correnti culturali della malandata zona est della capitale, un film d’azione sexy ed elettrico con una protagonista micidiale.
David Leitch dirige una Charlize Theron da mozzare il fiato: snella, tacchi alti, gelida nell’aspetto e nei sentimenti, ma ardente come un incendio che zampilla negli estenuanti e molteplici scontri fisici che si susseguono senza sosta durante la struttura a spionaggio di Atomica Bionda. Sceneggiato da Kurt Johnstad e tratto dalla graphic novel scritta da Antony Johnston e illustrata da Sam Hart, The Coldest City (2012), il film usa come sfondo narrativo la tensione senza armi tra Stati Uniti e Russia non per affrontarne i meccanismi nel particolare, ma per romanzarne gli interni conflitti nati dagli interessi e dai peccati di numerosi Paesi.
Atomica bionda – Un mix energico di musica, combattimenti e colori fluo
Oscillando su un registro fatto di novità e tradizioni, tra aspetti talvolta interessanti, altre volte convenzionali, Atomica Bionda riesce a sfruttare al meglio colori e musica creando un vortice di sonorità fine anni Ottanta e di tinte fluo sgargianti dal fortissimo impatto, un mix esplosivo come il suo personaggio principale che aggredisce i sensi visivi e uditivi dello spettatore.
Nell’eccessività delle canzoni ad altissimo volume e delle lotte tra l’agente speciale e i suoi fatali nemici, a spiccare al di sopra delle conformità della pellicola sono due scene opposte per contenuto, ma dall’uguale carica di potenza: l’eccitante rapporto sessuale tra la Theron e l’attrice Sofia Boutella, dall’elevato tasso erotico, e l’implacabile combattimento per la tromba delle scale, una delle più avvincenti scene d’azione visto nell’ultimo periodo.
Atomica bionda, con un cast di tutto conto che vede i nomi della già citata Sofia Boutella, di James McAvoy, Toby Jones e John Goodman, non è esente da sbavature che tendono ad affievolire le aspettative create intorno alla sua aurea piena di energiche possibilità, ma nonostante tutto si mostra necessariamente grintoso per imporre la sua validità, difendendola a calci e colpi di pistola. Un’opera che ha tutte le carte in regola per diventare nel tempo un piccolo oggetto cult, aiutato dall’atmosfera retrò di una Berlino arrabbiata e dalla modernità visuale acuita dal lavoro sulla fotografia curato da Jonathan Sela. Non bisognerà mai dare confidenza a nessuno, ma di Atomica bionda ci si può provare a fidare.