Avatar: recensione
Se state cercando un film carico di effetti speciali allora Avatar è sicuramente quello più appropriato. Uscito nelle sale cinematografiche nel 2009, Avatar appartiene al genere fantascientifico ed è stato diretto e prodotto da James Cameron con la partecipazione della 20th Century Fox. Il Film inoltre detiene il record di maggior incasso della storia del cinema, superando con un grande distacco Titanic, sempre di James Cameron, e il Signore degli Anelli – Il Ritorno del Re di Peter Jackson. La trama è ambientata nell’anno 2154 su Pandora, un pianeta appartenente al sistema stellare di Alfa Centauri e satellite del gigante gassoso Polyphemus. Una compagnia interplanetaria terrestre, chiamata RDA, si dirige su Pandora con l’intento di sfruttarne i giamenti minerari ed ottenere l’unobtanium, un metallo che funge da superconduttore a temperatura ambiente. Sul pianeta, tuttavia, vivono anche i Na’vi, umanoidi senzienti alti più di 3 metri con la pelle blu, che cercano in ogni modo di ostacolare la RDA.
Nel frattempo, un marine invalido di nome Jake Sully, viene chiamato per sostituire il fratello gemello deceduto e per prendere parte al programma Avatar, un progetto scientifico dove l’anima e la coscienza di un uomo viene trasferita in un corpo ibrido tra umano e Na’vi. Jake, che viene accolto dalla tribù degli Omaticaya, verrà usato dal colonnello Quaritch per avere informazioni su un attacco da sferrare contro la popolazione indigena. Presto però le cose cambieranno poichè il protagonista, che si innamora della figlia del capotribù, Neytiri, arriverà a sostenere la causa dei Na’vi, dichiarando guerra contro la sua stessa razza.
Il film presenta numerosi parallelismi con il Classico Disney Pocahontas e altre opere multimediali. Dalla trama emerge anche un messaggio di stampo anti-imperialista dove viene evidenziata la brutalità dei metodi di conquista e sottomissione e che porteranno allo scontro armato tra il rigido sistema capitalistico e i sostenitori della natura. Per risaltare questo scenario, Cameron utilizza le figure degli americani, spogliati dal loro ruolo di eroi – salvatori della patria e tramutati in degli spietati carnefici. La profonda connessione che intercorre tra la natura e le creature viventi è un altro elemento chiave che caratterizza la storia di Avatar, assumendo i tratti di una vera e propria religione che esorta l’uomo a rivisitare i propri rapporti con il mondo circostante.