Await Further Instructions: recensione

Await Further Instructions è un film potente, visionario, cupo. Un b-movie vintage che ha il pregio di descrivere l'umanità odierna.

Ha vinto il Premio Nocturno Nuove Visioni e si è meritato una Menzione Speciale da parte della giuria. Di certo è stato il film più politicizzato e attuale di questo Trieste+Science Fiction Festival 2018, quello che ha più impressionato, turbato, colpito e che al suo interno ha mostrato i contenuti più scomodi e coraggiosi.
Stiamo parlando di Await Further Instructions di Johnny Kevorkian, basato su una sceneggiatura di Gavin Williams, e con un cast che comprende Sam Gittins (Ripper Street, Obey), Neerja Naik, Abigail Cruttenden, David Bradley (l’indimenticato Boss dei Frey e Argus Filch in Harry Potter), Grant Master (Dark Encounter e Roma), Holly Weston (The Danish Girl) e Kris Saddler (The Hour).

Await Further Instructions: un dipinto dell’attuale società inglese che strizza l’occhio ai generi horror e sci-fi

Await Further Instructions parte dalla visita di Nick (Sam Gittins) e della fidanzata Annji (Neerja Naik) alla famiglia di lui la vigilia di Natale. Nick ormai ha ormai pochissimi rapporti con i suoi familiari per i continui litigi e l’astio verso l’ignorante e superficiale sorella Kate (Holly Weston) e soprattutto il padre Tony (Grant Masters), personaggio autoritario e arrogante. Il nonno (David Bradley) è poco più di una vecchia anticaglia meschina e acida, mentre solo la madre Beth (Abigail Cruttenden) si dimostra vicina a Nick e felice di accogliere Annji, guardata con sospetto ed astio da tutti gli altri perché straniera. Scott (Kriss Saddler) lo stupido e debole fidanzato di Kate, sostanzialmente fa tutto ciò che Tony e la fidanzata dicano…

La situazione tra Nick, Annji e gli altri degenera tanto che, all’alba del mattino dopo, i due ragazzi decidono di andarsene, ma scoprono che l’intera casa è stata sostanzialmente murata da una sorta di barriera che impedisce di uscire verso l’esterno.
La televisione è sintonizzata su quello che sembra essere un canale di emergenza ed in breve tutti pensano si tratti di una misura cautelativa da parte del Governo a causa di un attentato.
Ma in breve le indicazioni che arrivano dalla televisione cominciano a diventare sempre più strane, sempre più assurde, portando alla luce e approfondendo le divisioni ed i contrasti tra chi non si fida di ciò che appare su quello schermo, e chi trova nella disciplina imposta dall’alto l’unica cosa degna di fede. In breve tutto diventerà sempre più assurdo, allucinante e i protagonisti, prigionieri in quella casa, si troveranno sempre di più gli uni contro gli altri.

Await Further Instructions sa tratteggiare in maniera mostruosa l’umanità odierna

Await Further Instructions unisce in sé elementi attuali, riferimenti abbastanza palesi e marcati sulla situazione sociale e geopolitica inglese (ma non solo) con omaggi e strizzate d’occhio alla fantascienza e all’horror dei tempi che furono.
La trilogia di Matrix, 1984, THX 1138, Logan’s Run… l’elenco potrebbe continuare per un bel po’, ma ciò che conta non è la trama, l’intreccio, i personaggi, quanto il loro rapporto con l’universo dei nostri giorni, il loro simboleggiare una fetta di quel mondo che ci circonda, che conosciamo. Da questo punto di vista il film di Kevorkian è di una efficacia a dir poco mostruosa, dal momento che vediamo di fronte a noi quell’umanità gretta, stupida, ignorante, debole e banale (convinta di essere tanto speciale) che ci assedia sempre più.

Il 50enne arrogante, saccente e frustrato da una vita di umiliazioni e di obbedienza a regole assurde, la moglie succube, umiliata da sempre, la giovane coppia ignorante, crassa e fiera di esserlo, il vecchio acido e intollerante. A conti fatti Await Further Instructions ci dona uno spaccato della società alquanto misero ma realistico, scevro da ogni ingiustificato ottimismo.
Tuttavia ciò che conta non sono tanto le dinamiche interne ma il reagire agli stimoli esterni, alla voce del padrone, all’autorità, in un iter che mostra la natura contemporaneamente anarchica e allineata. La tecnologia, il televisore (mezzo non così morto come si pensa, anzi), sono il medium del controllo, il rassicurante gioco della coscienza, il totem a cui votare un’esistenza senza significato.

Un mondo che non esiste più e che Await Further Instructions spaccia come attuale

Await Further Instructions Cinematographe.it

Non conta quali orrori siano richiesti, quanto assurde siano le imposizioni, ciò che conta è soddisfare il totem, è essere accettati dal branco, in un microuniverso dove il differente, il non allineato è il peggior nemico per la società, per l’integrità della nazione.
Ergo i confini vanno chiusi, vanno create quarantene, della mente prima ancora che fisicamente, qualsiasi cosa venga detta dall’autorità è sacra non in quanto dell’autorità ma del medium.

Await Further Instructions, per quanto tremendamente efficace e potente nella narrazione, ha tuttavia il difetto di descrivere un mondo che parzialmente non esiste più e cercare di venderlo come attuale.
Oggi come oggi infatti, sono i predicatori anti-sistema a dominare l’intelligenza collettiva,  l’istituzione (o chi per essa) viene rinnegata in quanto “potere forte”, “nemico del popolo”, parte del complotto universale contro il “popolo”. Un popolo che però è ben ritratto in questo film, ben descritto per quell’ammasso di piccolo borghesi, di sottoproletari armati di analfabetismo e insicurezza ma pronti a difendere ciò che non sono con ferocia. Un mondo dove soprattutto i vecchi, le vecchie generazioni, costringono i giovani e seguire regole e dettami del passato, li incatenano ad un mondo ormai scomparso e senza senso.

Potente, visionario, cupo, b-movie vintage ma fiero di esserlo, Await Further Instructions non è quel capolavoro che vorrebbe essere, rimane un’oscena e claustrofobica avventura che più che legata alla Brexit, sembra essere legata ai nuovi populismi, il nuovo schiavismo mediatico 2.0, per quanto sovente non sia completamente coerente o convincente.
Rimane però la forza di molte sequenze, l’intelligenza del finale, l’ottima prova del cast e l’inquietante quadro umano descritto.

Regia - 3.5
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3
Emozione - 3.5

3.3