Baby Invasion: recensione del film di Korine da Venezia 81

Presentato Fuori Concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 81, Baby Invasion di Harmony Korine è la nuova egemonia cinematografica.

Invade, spara, ruba, scappa: questo il credo di Baby Invasion, Fuori Concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 81 ma è Harmony Korine a portare – fuori corso – noi. Trip mentale soffocante, logorio insistente che punge in continuazione la disonestà intellettuale e la sua impertinenza; uno spintone verso il disagio; tormento e degrado le conseguenze, folli come il suo stesso autore.

Baby Invasion: il danno cerebrale che ci serve

Baby Invasion;
Cinematographe.it

Ingoiare una pillola e ribaltarsi all’interno di una dimensione estranea, porsi in un altrove, osservare e condannare il game over da una posizione che con distacco e assoluto disinganno gode dei disastri al piano terra. L’estensione in orizzontale, senza mai indietreggiare, procedendo verso una prospettiva parallela tra la vittima e il suo killer, totalmente indifferente con la sicurezza della disobbedienza, la disinvoltura del massacro privo del delirio del futuro, lucidamente fermo nell’hic et nunc arbitro sacro di istinti violenti. Non c’è una spiegazione narrativa se non nell’esasperazione di un’estetica eccentrica e centrica. Potere e prepotenza come un reflusso acido della parte peggiore dell’umanità, in regole prive di etica se non quella di imporsi sempre e comunque sull’altro.

Complicato? Assolutamente sì! Harmony Korine in 80 minuti pretende di ribaltare la realtà gravitazionale di cui tutti siamo convinti, mettendola in dubbio e capovolgendo, assediando i pensieri più ovvi e banali. Game over, gioco concluso!

Fucilare qualsiasi subordinazione ordinaria

Baby Invasion; 
Cinematographe.it

Baby Invasion è un nuovo dominio, un cambiamento in atto pronto a divorarci mordendo la carne della nostra stabilità, strappando la memoria della mente. Alterazione, corruzione, rovina per ribaltare il gioco fino alla disfatta per mano di un nuovo regno EDGLRD. Manifesto politico di un non cinema ma fanatismo dissacrante o, meglio ancora, sacralità blasfema che precipita nella fossa di un’algida indifferenza; un Dio che “atterra”, una Natura maligna che inganna e perseguita! Ma Harmony Korine che cosa pretende? Niente, non pretende niente.

Il suo è un credo parodistico, caricaturale alle prese con l’artificioso passare di un tempo che invece non esiste se non nell’oggi; il passato, il futuro altro non sono che convenzioni e le convenzioni sono un hobby, un’esclusività.  È questo il tropo: l’orrendo apparente determina esperienze ideali. Harmony Korine ha semplicemente inventato una nuova droga: l’assunzione dipende esclusivamente da se stessi, l’inasprimento quasi dovuto, il gioco chiaro e sadico in un’unica previsione temporale, il presente. Vivere e mandare tutti a quel paese… e chi se ne frega se siamo alla fine o all’inizio, che serve agitarsi se non vi sono scopi né interviene alcun progresso?

Baby Invasion: demoni e autori

Baby Invasion è un horror cervellotico che ci pompa e ci spezza con una cadenza martellante regolata da Burial in una frequenza d’immagine perfetta; tutto si sussegue, movimento e sonoro sono gli dèi di questo olimpo sanguinario. Questa sincronicità autoriale non nasce da un incontro diretto, eppure è chiaramente conforme alla linea editoriale su cui si crea la nuova scena; un legame digitale, una co-creazione nello spazio di due idee che ne producono una terza.

È lo stesso Korine che sostiene la qualità e il piacere di un lavoro realizzato come fosse un incontro su Only fans. E noi assistiamo, colpiti senza possibilità di arrenderci, senza il demone della perfezione in un gioco sincrono in cui il tecnicismo ingegneristico genera un effetto speciale fulmineo, istantaneo.

Baby Invasion: conclusione e valutazione

Baby Invasion è esattamente ciò che vorremmo tutti fare. A mente libera chi non ha mai desiderato entrare in una super casa e usufruire della toilette o sbirciare nella cabina armadio o nei cassetti della cucina. La depravazione di Korine sono, in fondo, le ossessioni nascoste di chiunque. Negarle è solo ipocrisia, sporcizia delle nostre rare stranezze.

Ma ciò che manca sempre e comunque è quella metafora del senso di colpa: nel mondo di Harmony Korine l’uomo non è colpevole di essere la bestia più infedele che ci sia, lui è responsabile esclusivamente del linguaggio. Questo altro progetto (il primo Aggro Dr1ft 2023) è esattamente ciò che poteva accadere solo nella testa di questo autore. La prima sceneggiatura di Korine è stata Kids, skaters alle prese con le passioni, i primi sentimenti, i desideri e le dipendenze; Baby Invasion è la sua estrapolazione attraverso una nuova lente orientata verso le stesse dinamiche, stressate ed evaporate in una condizione flessibile, magnetica e impercettibile ma sempre con il lascito del disgusto e della controversia. E così sia!

Baby Invasion è un film di Harmony Korine in collaborazione con Joao Rosa curatore degli effetti speciali e Burial per la colonna sonora. Presentato per la sezione Fuori Concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 81.

Regia - 4
Sceneggiatura - 4
Sonoro - 5
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Emozione - 3.5

3.8