Bad Boys: Ride or Die – la recensione del nuovo film con Will Smith e Martin Lawrence

Il franchise di Bad Boys non sembra affatto voler morire, proprio come i detective Mike Lowrey e Marcus Burnett, ancora una volta protagonisti di un capitolo che si rivela con enorme sorpresa, il più folle, sregolato, adrenalinico e sanguinoso dell’intera saga. Will Smith e Martin Lawrence checché se ne dica sono in grande forma e Adil El Arbi e Bilall Fallah sono due registi da tenere d’occhio, potenzialmente voci nuove e decisive del miglior cinema prossimo tra action e comedy.

Poco meno di trent’anni fa, i Bad Boys di Michael Bay, George Gallo e Doug Richardson, interpretati splendidamente da Will Smith e Martin Lawrence, prendevano parte alla loro primissima operazione a Miami, tra comicità, violenza, grottesco e dinamismo action. Tempi nei quali la muscolosità veniva osservata per la prima volta da Bay non tanto come arma, bensì come elemento di comicità, che pur passando dalla seduzione – il Mark Lowrey di Smith alle donne preferisce le armi, ma resta un playboy che non ha niente da perdere, se non la propria vita -, si fa ben presto ingombrante. Poiché così come Bay, Gallo e Richardson sottolineano, ciò che conta in un agente non è il corpo, piuttosto il cervello. Da qui l’inevitabile derisione ai danni dei due vecchi amici Mike Lowrey e Marcus Burnett da parte dell’intera squadra investigativa di Miami, poiché i due di cervello non ne hanno, o almeno, molto poco. Quattro invece gli anni trascorsi dall’ultima missione, Bad Boys for Life, diretta questa volta duo registico formato da Adil El Arbi e Bilall Fallah, che tornano un’altra volta dietro la macchina da presa per Bad Boys: Ride or Die, quarto capitolo di un fortunato franchise sempre più sregolato, sanguinoso, dinamico e visivamente spettacolare.

Bad Boys: Ride or Die - recensione del film diretto da Adil & Bilall

Il prezzo da pagare è la perdita degli affetti, un prezzo troppo caro. I Bad Boys adesso hanno una famiglia

Filtrata da più sguardi ed estetiche, la saga di Bad Boys è passata per il nostalgico, il videoclip, il nuovo cinema action figlio del legame tra John Woo ed un altro franchise altrettanto fortunato quale è Mission Impossible e così la rilettura in chiave ipercinetica di un cinema action in precedenza tutto sommato grezzo e sporco, seppur diretto dall’autore più cool di sempre, Michael Bay.

Torna sui grandi schermi mutando ancora una volta. Per questo è certo ormai che l’apporto registico del duo formato da Adil El Arbi e Bilall Fallah, non abbia fatto altro se non dare nuova linfa e personalità ad un franchise in precedenza adagiato su di un’estetica ed una scelta narrativa in fin dei conti convenzionale e molto poco alla ricerca di una qualsiasi forma di trasgressione. Adil & Bilall cogliendo la palla al balzo rintracciano quest’urgenza, spingendo sempre più in là il franchise di Bad Boys. Mike Lowrey e Marcus Burnett dunque non si limitano più all’innocente e reciproca derisione tra sarcasmo sessuale e machista, giungendo piuttosto rapidamente all’evidenza di un’ironia nera e grottesca a tal punto da sorridere su tematiche quali morte, torture, sangue, arti mozzati, legami familiari disfunzionali e ambigui e così via.

Altrettanto concreto il cambio di passo rispetto alla regia muscolare e ipercinetica del film. L’action è sempre più dinamico, nonché supportato da un’evidente componente di CGI che in definitiva non stona affatto, immergendo lo spettatore all’interno di una lunga serie di sequenze visivamente spettacolari, adrenaliniche e figlie della moderna evoluzione dello sparatutto videoludico destinate fin da ora a segnare un enorme passo in avanti rispetto alla serietà immediatamente acquisita, così come stancamente costruita da chi realmente ha fatto nascere i Bad Boys.

Nonostante questo, è bene sottolineare quanto il nuovo capitolo intitolato Ride or Die, pur concentrandosi su di una nuova e pericolosissima missione, ponga l’accento sulla questione familiare, dunque sugli affetti che inevitabilmente non permettono più a Mike Lowrey e Marcus Burnett di agire a briglie sciolte, incuranti della natura fin troppo spesso fatale delle scelte fatte, costringendoli al contrario ad un’estrema presa di coscienza rispetto alle irrinunciabili responsabilità genitoriali e amorose che appartengono ormai alle vite dei due detective più folli, sregolati ed è il caso di dirlo, perfino fortunati di Miami e così della storia del cinema. Nei primi due imperdibili capitoli il prezzo da pagare non era poi così alto. Le cose sono cambiate. I Bad Boys adesso hanno una famiglia e sono pronti a tutto pur di difenderla.

Valutazione e conclusione

C’è chi mente e chi invece non può far altro che commuoversi e poi sorridere, facendosi prendere sempre più dalla tensione e dai nuovi linguaggi di qui in avanti surreali, onirici, ferocemente demenziali ed efferati di Bad Boys: Ride or Die. D’altronde mantenere in vita un franchise nato quasi trent’anni fa non poteva essere cosa da poco, lo sa molto bene Tom Cruise. Un cambio di passo tanto rispetto ai linguaggi, quanto alle estetiche della saga risultava necessario e doveroso. Adil & Bilall hanno fatto un grande lavoro, permettendo al duo Will Smith e Martin Lawrence d’esprimersi al meglio, esplorando ancora una volta l’elemento della fisicità e così del disagio psichico – gli attacchi d’ansia, il rifiuto della terapia, la depressione -, che sottotraccia è da sempre appartenuto al franchise di Bad Boys, seppur mai realmente dichiarato.

Con enorme sorpresa, il film di Adil & Bilal rappresenta uno dei punti più alti del cinema recente da largo pubblico rispetto alla capacità di sorridere sulla morte e la violenza, pur mostrate entrambe nella loro natura in definitiva cupa, sotterraneamente angosciante – lo sono a tutti gli effetti i flashback e le allucinazioni visive di Marcus Burnett, quella spiaggia e quel canarino – e sanguinosa. Un quarto capitolo insospettabilmente sregolato, esilarante, spettacolare e maturo, che ritrova un Will Smith in grande forma, ed un Martin Lawrence più folle che mai. Non sono un problema le chiappe al vento, nemmeno l’esibizionismo fallico sui tetti di Miami, i veri problemi sono altri, in questo caso, i fantasmi del passato.

Bad Boys: Ride or Die è in sala da giovedì 13 giugno, distribuzione a cura di Sony Pictures Italia.

Regia - 4
Sceneggiatura - 3.5
Sonoro - 4
Fotografia - 4
Recitazione - 3.5
Emozione - 4

3.8

Tags: Will Smith