Badland Hunters: recensione dell’action Netflix
Dalla Corea del Sud il fanta-action post-apocalittico diretto da Heo Myeong-haeng e interpretato dalla star Don Lee. Disponibile su Netflix dal 26 gennaio 2024.
Non c’è mese in cui un film o una serie made in Corea del Sud non entri a fare parte della “famiglia allargata” di Netflix, a riprova dell’ormai consolidata collaborazione instaurata tra l’industria dell’audiovisiva sudcoreana e il colosso dello streaming. Il 26 gennaio 2024 è toccato a Badland Hunters debuttare sulla piattaforma a stelle e strisce. Si tratta dell’esordio dietro la macchina da presa dell’attore Heo Myeong-haeng, interprete di pellicole come Old Boy piuttosto che in Arahan che nel frattempo ha potuto bissare l’esperienza dirigendo The Roundup: Punishment, quarto spettacolare capitolo dell’omonima saga che sarà presentato tra gli eventi speciali della 74esima Berlinale.
Badland Hunters è un fanta-action distopico che mira al mero intrattenimento a buon mercato
La storia, scritta da Kim Bo-tong e Kwak Jae-min, ci porta in una Seoul post-apocalittica, rasa al suolo da un terribile terremoto che ha trasformato la città in una landa desolata e selvaggia popolata da disperati e bande armate senza scrupoli, dove vige il caos e l’acqua è la risorsa più preziosa in circolazione. Qui un coraggioso cacciatore di nome Nam-san (interpretato dalla star internazionale Don Lee, visto tra gli altri in Train to Busan o nel ruolo di Gilgamesh in Eternals) decide di prendere in mano la situazione quando un’adolescente a lui cara viene rapita da uno scienziato squilibrato che conduce esperimenti sugli esseri umani per creare una razza di uomini e donne immortali all’interno di un “condominio”, l’unico palazzo rimasto integro dopo il cataclisma trasformato in una fortezza. Plot, quello di Badland Hunters, che rappresenta una base piuttosto striminzita alla quale non bisogna e non si può chiedere di più di quello che gli autori dello script sono stati chiamati a concepire. Quel qualcosa è un fanta-action distopico che mira al mero intrattenimento a buon mercato, così come era stato per un’altra operazione analoga presente nel catalogo della piattaforma a stelle e strisce dal titolo Black Knight, adattamento seriale non particolarmente soddisfacente che il connazionale Cho Ui-seok ha tratto dal webtoon Delivery Knight di Lee Yun-gyun.
Badland Hunters sfodera il suo profilo migliore nelle scene d’azione
L’anima, il modus operandi e la confezione sono quelli del blockbuster senza fronzoli e pretese autoriali. Viene da sé che al cospetto della fisiologica quanto comune carenza narrativa e drammaturgica che caratterizza la stragrande maggioranza di film come quello diretto da Heo Myeong-haeng, a quest’ultimo non è rimasto che puntare tutto sull’azione e allo spettatore di turno l’accettare le poche e semplici regole d’ingaggio. Il cineasta sudcoreano si affida al campionario a disposizione del genere per convincere il fruitore a continuare la visione. Dopo avere tenuto più del dovuto il freno tirato, il regista spinge finalmente il piede sull’acceleratore quando ai titoli di coda mancano all’incirca 35 minuti. Dalla scena dell’irruzione nel “condominio”, Badland Hunters sfodera il suo profilo migliore, quello che vale quantomeno il prezzo dell’abbonamento, regalando una successione di scene in modalità splatter davvero spettacolari sia sul piano balistico che marziale: dai combattimenti nelle prigioni a quelli a colpi di macete nei sotterranei, passando per le sparatorie tra le rampe di scale. Meglio tardi che mai.
Badland Hunters: conclusione e valutazione
Al suo esordio dietro la macchina da presa Heo Myeong-haeng firma un fanta-action post-apocalittico che bada più alla forma che alla sostanza narrativa e drammaturgica. Lo si vede nella trama ridotta al minimo sindacale, alla quale il regista prova a porre rimedio con una successione di scene d’azione spettacolari condite con una buona dose di splatter. Badland Hunters è il tipico blockbuster di genere votato all’intrattenimento a buon mercato con protagonista una star internazionale del calibro e del peso di Don Lee.