Bedevil – Non installarla: la recensione dell’horror di Abel e Burlee Vang
Bedevil - Non installarla è un film horror del 2016 diretto dai fratelli Abel e Burlee Vang, nelle sale italiane a partire dal 28 giugno
Bedevil – Non installarla (Bedeviled in originale) è un film horror del 2016 diretto dai fratelli Abel e Burlee Vang, che si sono occupati anche della sceneggiatura e della produzione. Dopo la presentazione al Screamfest Horror Film Festival e una scarsa distribuzione in pochi paesi del mondo, il film è nelle sale italiane a partire dal 28 giugno.
Dopo la morte in circostanze sospette di una loro amica, cinque adolescenti ricevono dall’account della defunta un invito a installare sui loro telefoni una misteriosa app, dalle funzionalità simili a quelle del celeberrimo assistente vocale Apple Siri. Dopo essere stati rapiti dalle sue interessanti funzionalità, i protagonisti si rendono ben presto conto che l’applicazione non è solo un software, ma una pericolosissima entità che riesce a controllare le loro menti e a fare emergere le loro più recondite paure.
Bedevil – Non installarla: l’orrore ai tempi degli smartphone
Le paure evocate ed esorcizzate dal cinema dell’orrore procedono da sempre di pari passo ai cambiamenti del costume e della società. Dopo aver trattato storie basate sulle potenzialità orrorifiche della televisione (Poltergeist, Videodrome), della realtà virtuale (Il tagliaerbe) delle videocassette (la serie nipponica Ring e l’adattamento americano The Ring) e dei primi telefoni cellulari (Phone, The Call – Non rispondere), l’horror ha ormai intrapreso già con Unfriended e Friend Request – La morte ha il tuo profilo la strada della narrazione della nostra contemporaneità, fatta di social network e smartphone sempre più potenti e invasivi. In questo solco fresco, ma già ben definito e riconoscibile, si inserisce con scarsa fortuna Bedevil – Non installarla, che vanifica ben presto le proprie potenzialità con una sceneggiatura piatta e maldestra.
I punti di riferimento più o meno espliciti dei fratelli Vang sono Nightmare, Scream e l’It di Stephen King, che con modi e tempi diversi hanno saputo raccontare il mondo adolescenziale e al tempo stesso apportare elementi di novità e originalità a un genere da sempre a rischio saturazione come quello dell’orrore. Con Bedevil – Non installarla ci troviamo però davanti a una pellicola amorfa e anonima, basata su cliché ormai logori come la caratterizzazione estetica dei protagonisti (rappresentanti di tutte le etnie), prevedibili jump scares e una falsa e posticcia atmosfera politically correct. Un film nato vecchio, che procede faticosamente fra forzato citazionismo, inconsistenti dialoghi e sporadici momenti di effimera suspense.
Bedevil – Non installarla: tanto qualunquismo e superficialità per una pellicola vuota e anonima
I protagonisti di Bedevil – Non installarla sono scatole vuote e inespressive, che per tutta la durata del film non evolvono e non avvincono mai, muovendosi in maniera caotica e sconnessa da una sequenza all’altra. Demerito certamente degli scadenti interpreti Saxon Sharbino, Brandon Soo Hoo e Mitchell Edwards, ma anche e soprattutto di una sceneggiatura che non scava mai nel profondo dei personaggi, perdendo inoltre imperdonabilmente di vista il focus principale del film, ovvero i rischi connessi alla modernità.
La riflessione dei fratelli Vang sull’invasività degli smartphone nella nostra vita si ferma infatti a uno sterile qualunquismo, ben sintetizzabile da una scena in cui i protagonisti vengono mostrati intenti a controllare gli schermi dei loro telefoni sconnessi dalla realtà circostante. Sequenza potenzialmente intrigante, ma del tutto spogliata di qualsiasi riflessione sociale e appiccicata quasi a forza in una trama che in realtà verte più sulle potenzialità letali dell’intelligenza artificiale che su quelle della telefonia mobile.
Bedevil – Non installarla risulta deficitario anche dal punto di vista dello splatter
Tralasciando le forzature e le inverosimiglianze comuni a molti film del genere, come le decisioni demenziali dei protagonisti nei frangenti decisivi o la totale assenza delle forze dell’ordine, Bedevil – Non installarla si rivela deficitario anche dal punto di vista dello splatter. Il boogeyman della situazione viene infatti mostrato poco, nonostante il make up non disprezzabile, e il sangue è ridotto ai minimi sindacali. Le sequenze più paurose, messe in scena con una buona gestione dei giochi di luce e ombre, si riducono così a una lunga e ripetitiva carrellata di concretizzazione delle paure più recondite dell’animo umano, stratagemma mutuato dal seminale It di Stephen King. Nessuno sprazzo di originalità e inventiva per un film che si trascina stancamente e senza guizzi fino al classico finale aperto e inconcludente.
Bedevil – Non installarla si rivela niente di più che un classico B-movie estivo: piatto, scontato e facilmente dimenticabile già poche ore dopo la visione. Una pallida derivazione di un glorioso filone come quello dell’horror adolescenziale, che, nonostante l’adeguamento ai cambiamenti tecnologici in corso, in questo momento sembra decisamente in affanno.