RomaFF13 – Behold My Heart: recensione del film di Joshua Leonard

Behold My Heart è uno scorcio intimo di quello che può accadere nella vita di ognuno di noi dopo la morte di un proprio caro

In seguito al suo debutto alla regia con The Lie nel 2011, Joshua Leonard torna sul grande schermo dietro la macchina da presa per Behold my Heart – dramma indie presentato nella sezione indipendente e autonoma Alice nelle città alla 13° edizione della Festa del Cinema di Roma – che vede Marisa Tomei (Spider-Man: Homecoming), Charlie Plummer e Timothy Olyphant come protagonisti.

I coniugi Lang (Marisa Tomei e Timothy Olyphant) insieme al figlio Marcus formano la classica famiglia felice. L’affetto e l’amore che provano l’uno per l’altro sono ben tangibili, creando una sintonia che si può percepire immediatamente. Tuttavia, la serenità e la magia vengono spezzate quando, una sera, il padre di famiglia Steven viene ucciso da un conoscente, dopo essersi intromesso in una lite di coppia.

Margaret e Marcus, rimasti da un giorno all’altro in balia di se stessi, cadono in un baratro personale, allontanandosi l’uno dall’altra e addolorandosi separatamente, ognuno a suo modo, per la perdita subita. Behold my Heart è uno scorcio intimo di quello che può accadere nella vita di ognuno di noi dopo la morte di un proprio caro: ciascuno affronta il lutto nel modo che ritiene migliore. C’è chi si rifugia nell’alcool e chi nella responsabilità, dimenticando la propria personalità precedente all’accaduto.

Behold My Heart si basa su una doppia struttura temporale

Behold My Heart Cinematographe

Joshua Leonard costruisce il film su una duplice struttura, caratterizzata dal presente e da varie scene flashback in cui ritorna lo Steven di Timothy Olyphant, come se la sua presenza aleggiasse continuamente in ogni luogo, in ogni dialogo, nonostante il personaggio venga a mancare all’inizio della pellicola – Steven Lang rivive tramite i ricordi della moglie e del figlio, facendo intristire addirittura il pubblico per la sua mancanza.

Lo stesso Leonard, insieme a Rebecca Lowman, si è occupato di scrivere la sceneggiatura, offrendo uno script ben confezionato, che sembra non avere alcuna carenza strutturale, dando un senso organico a tutto il progetto, sebbene la storia sia una vicenda abbastanza convenzionale. La morte in questo caso viene affrontata anche come una nuova rinascita, in cui si rafforzano i legami e la consapevolezza di se.

Behold My Heart è un viaggio all’interno del concetto di perdita

Behold My Heart Cinematographe

Marisa Tomei è semplicemente perfetta nel ruolo di Margaret Lang, mostrando l’evoluzione del suo personaggio tramite il dramma vissuto, passando dall’essere una donna in carriera che in parte si disinteressa alle piccole gioie famigliari, a una vedova in preda alla disperazione più totale, fino a giungere a una nuova riscoperta di sé, come se fosse al centro di una nuova rinascita personale. Al tempo stesso, Charlie Plummer, nonostante continui a sembrare un 14enne invece che un 19enne, esprime in modo convincente la trasformazione del suo Marcus dopo aver assistito all’uccisione del padre.

Che impatto può avere la perdita di una persona cara nella propria vita? Behold my Heart intraprende un vero e proprio viaggio all’interno del concetto di perdita e nelle conseguenze che tale aspetto comporta. Un film che tende a mostrare come il lutto non conduca necessariamente a un’altra apparente morte, quanto piuttosto alla scoperta di un io che si credeva scomparso o addirittura di una nuova personalità.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 3
Recitazione - 3.5
Sonoro - 3.5
Emozione - 4

3.3