Biografilm 2020 – Being Eriko: recensione del documentario su Eriko Nakamura

La recensione di Being Eriko, il film documentario su e con la pianista Eriko Nakamura, che il regista Jannik Splidsboel osserva senza giudicare.

Diretto dal documentarista danese Jannik Splidsboel, Being Eriko ripercorre insieme alla protagonista Eriko Nakamura la sua carriera da pianista e, soprattutto, il suo rapporto con il mondo accademico e competitivo della musica classica.

In un ambiente in cui il rigore e il rispetto delle regole tracima la mera esecuzione sonora invadendo con prepotenza anche la vita privata, finendo inevitabilmente con il provocare nell’intimo dei musicisti una serie di attriti tra la propria indole artistica e quanto invece previsto dalla norma canonica. In questa dinamica si inserisce Eriko, una pianista che, stanca mentalmente e fisicamente delle imposizioni accademiche, si è ribellata al dogma per il quale l’esercizio musicale deve essere tutto volto a vincere una competizione o ad affermarsi impeccabili davanti al pubblico. La sua passione per la musica e la sua ferma volontà di esibirsi ed esercitarsi al piano per un puro spirito di realizzazione personale, le ha fatto scegliere una strada diversa, sia per quanto riguarda la sua carriera, sia per quanto riguarda la sua espressività artistica. Dando libero sfogo alla sua fantasia, Eriko mette in scena performance in cui il pubblico è chiamato a partecipare in prima persona e in più forme: a fine concerto può inserire dei pensieri e degli sfoghi di rabbia all’interno delle stesse biglie trasparenti che la pianista usa per rendere visibile la sua musica, facendole saltare grazie alla vibrazione delle corde del piano. Incuriosisce il pubblico in più modi, ricorrendo a particolari escamotage per suonare: primo fra tutti l’utilizzo di una pallina e di un guantone da baseball per premere i tasti dello strumento.

Being Eriko osserva senza intromettersi la figura della pianista protagonista

Being Eriko - Cinematographe.it

Eriko mentre si prepara per una delle sue performance.

L’estro dell’artista in campo musicale viene ripreso da Jannik Splidsboel in Being Eriko in modo delicato, in punta di piedi ma senza staccare mai lo sguardo dalla protagonista, come una sorta di insistente ripresa ravvicinata sulla vita di Eriko che non si ferma solo sul piano puramente artistico, bensì cerca di capire i meccanismi che l’hanno portata a prendere decisioni drastiche, ad avvicinarsi ad alcune persone (anche loro fortemente caratterizzate in senso  artistico) e a ricongiungersi con la propria persona. Osservando la donna in tutta questa molteplicità di aspetti, lo spettatore impara a riconoscere in ogni frangente le sensazioni della protagonista, rendendo grazia al suo modo di rapportarsi non solo con il mondo esterno ma anche con se stessa e con il suo corpo.

Being Eriko - Cinematographe.it

Jannick Splidsboel è il regista del documentario Being Eriko.

L’azione del regista, pratico ormai di ritratti di artisti di vario genere, resta un passo indietro o, per meglio dire, si cela dietro tagli di montaggio e inquadrature silenziose, in cui solo la voce diretta di Eriko e della sua musica affermano i propri valori con forza e senza compromessi. Il ritratto di Being Eriko denota questa sensibilità da parte del regista, che non cerca di giudicare né di far sentire la propria voce, lasciando che siano i personaggi ripresi a rivelarsi agli occhi del pubblico in piena autonomia. L’opera del regista si rivela nel complesso del film, facendo emergere un personaggio, quello di Eriko, a tutto tondo, coprendo la sua visione della vita e della sua arte sotto ogni aspetto e lasciando trasparire quanto ogni elemento della sua quotidianità sia legato a tutti gli altri, in una sorta di circolo virtuoso in cui è l’indole artistica a muovere ogni meccanismo.

Regia - 4
Sceneggiatura - 4
Fotografia - 3
Sonoro - 3
Emozione - 3

3.4