Berlinguer – La grande ambizione: recensione del film con Elio Germano da Roma FF19

Berlinguer - La grande ambizione, diretto da Andrea Segre, con protagonista Elio Germano, apre la 19ª Festa del Cinema di Roma.

Berlinguer – La grande ambizione, diretto da Andrea Segre, racconta gli anni che hanno visto Enrico Berlinguer tentare di realizzare il Compromesso Storico, in particolare il film va dal 1973 fino al 1984, tra ellissi temporali ed eventi storici rimasti nella mente e nel cuore dei cittadini italiani. Con un cast che vede protagonista Elio Germano, affiancato da Stefano Abbati, Giorgio Tirabassi, Elena Radonicich, Paolo Calabresi, Roberto Citran, Francesco Acquaroli, insieme a moltissimi altri, Berlinguer – La grande ambizione è stato presentato alla 19ª Festa del Cinema di Roma come film d’apertura.

Il “comunismo democratico” e il “capitalismo di Stato”

Berlinguer - La grande ambizione - cinematographe.it

Dalla vittoria del partito socialista in Cile al colpo di Stato che portò alla dittatura e alla misteriosa morte di Allende, parte il film di Andrea Segre per spiegare la preoccupazione da parte di Berlinguer, segretario del Partito Comunista, di una deriva autoritaria. Berlinguer voleva dare vita a quello che viene conosciuto come Compromesso Storico, a un’idea di “comunismo democratico” in un mondo e in un’Europa che alla parola comunismo riusciva solo ad associare quello di totalitarismo. Berlinguer – La grande ambizione è il tentativo, il sogno, appunto, l’ambizione, di un Eurocomunismo. Quello stroncato sul nascere e diventato impossibile dopo l’omicidio di Aldo Moro. L’Italia di Berlinguer – La grande ambizione è quella degli anni ’70, dei livelli altissimi d’inflazione, della legge sul divorzio, del terrorismo, degli scioperi e delle proteste. Quella in cui il Partito Comunista divenne il primo partito d’Italia.

La macchina da presa riprende da vicino i visi, le espressioni, le decisioni che Berlinguer e il suo partito prendono discutendo insieme, tra proposte e perplessità. Allontanandosi poi per mostrare invece imponenti e solenni le scene che vedono Berlinguer al Cremlino, sede e simbolo del Governo dell’Unione Sovietica, che considerò l’intento di Berlinguer assurdo e pericoloso. Segre si prende tutto il tempo per mostrare con estrema attenzione quel 26 febbraio del 1976: le velate minacce, la totale inattuabilità, da parte dell’URSS, della creazione di un gruppo costruttivo formato da partiti diversi, e quel discorso, tra coraggio e fermezza, ma senza alcuna provocazione, che venne poi definito “uno schiaffo a Mosca“. Entrando anche nella vita privata di Berlinguer, nella sua vicinanza alla classe operaia, nell’affidamento che faceva sui vari componenti del partito, Berlinguer – La grande ambizione è un film che traccia una personalità, un disegno unico, un’indagine intima che tocca l’indole e il temperamento del suo protagonista. Non è solo qualcosa di quasi mai trattato nel cinema italiano, ma anche un film che parlando al grande pubblico, ha un proposito differente.

Berlinguer – La grande ambizione e una ricostruzione storica interiore

Berlinguer - La grande ambizione

La creatività del film di Segre non punta, come spesso accade, alla costruita somiglianza tra Elio Germano ed Enrico Berlinguer, perché la vera caratterizzazione del personaggio non ha quasi nulla di estetico. Alternando ai piccoli momenti di vita quotidiana, dove si vede il dolore di un’esistenza spesso lontano dalla famiglia, quelli dell’impegno etico delle sue giornate. Berlinguer appare a volte impacciato, timido e disinteressato nel dare consigli che esulavano da quello che era il suo compito, la sua professione e la sua vocazione. Ma quello stesso uomo si trasforma, nei suoi incontri con operai e lavoratori, nelle sue segrete conversazioni con Aldo Moro e nei suoi discorsi alla Camera, in una figura carica di carisma, un uomo di grande cultura, un intellettuale che ascolta le parole e le esigenze di quelle persone che sentiva di rappresentare, e capace di parlare a tutti. Come è il film, abile e ispirato nel riuscire a comunicare e commuovere il grande pubblico.

Elio Germano è superlativo nel ruolo di Enrico Berlinguer, e, come sempre, recita con tutto se stesso, riprendendo movenze e linguaggio del corpo, interpretando pensieri, tormenti, indecisioni, dubbi e certezze. Il Berlinguer di Germano ascolta, vede e osserva, prima di capire e scegliere come agire. Profondamente inserito in una comunità, che è sia quella del suo partito che quella delle classi operaie che incontra e con cui dialoga. Aprendo confronti, esponendo problemi e trovando un contatto non solo come personaggio politico, ma come uomo che incarnava le speranze e le convinzioni di un’intera Italia. Berlinguer – La grande ambizione non è un film biografico, nonostante racconti una parte della vita di un personaggio realmente esistito. Ma riesce a raccontare la Storia, una delle più complesse, con empatia, semplicità, e soprattutto, con chiarezza.

Individualismo e senso di comunità

Berlinguer - La grande ambizione

Non c’è denuncia o nostalgia, Berlinguer – La grande ambizione è uno spaccato della Storia d’Italia. Pur essendo un film informativo, a tratti didattico e ad altri didascalico, è coinvolgente e partecipativo, pieno di ricordi per chi di quei giorni ne ha memoria, un quadro completo di una collettività che non esiste più. Il Berlinguer del film di Segre è un modello di onestà, fiducia, moralità, etica del lavoro e soprattutto di un uomo che si è messo al servizio del popolo. Un leader che ha portato il Partito Comunista a non essere solo un partito d’opposizione fatto dei propri iscritti e di chi si era sempre definito comunista, ma che tra i suoi elettori è riuscito a raccogliere tutti coloro che aspettavano di avere voce. O per meglio dire, aspettavano qualcuno che potesse dare loro voce. Berlinguer è stato considerato forse l’unico uomo adatto a far entrare il suo partito al Governo, andando contro tutto ciò che prima era difficile, e prima ancora impensabile.

Berlinguer – La grande ambizione: valutazione e conclusione

Berlinguer - La grande ambizione 3

Se il film di Andrea Segre commuoverà e affascinerà chi quel periodo lo ha vissuto, le generazioni più giovani e lontane avranno il loro occhio e il loro proprio filtro per comprendere a pieno cosa significasse e cosa fosse la politica in quegli anni. Berlinguer – La grande ambizione non ha alcun desiderio di paragonare ieri a oggi: quello che si percepisce va oltre le riunioni di partito, i referendum e il tentativo di quel famoso Compromesso Storico. Il tratto distintivo di Berlinguer – La grande ambizione è infatti la presa di coscienza e il riconoscere cosa significava e cosa era la politica negli anni ’70. Quanto fare politica e viverla dall’interno era l’unico vero modo per cambiare le cose. E per rendere il mondo un posto migliore. La politica non era spettacolo, non era Immagine e non era volgare. Era un luogo fatto di serietà e rigore, era il fare per gli altri. Che si fosse bambini, adolescenti o adulti, tutti, in quel periodo, quando si voleva lottare, sentivano proprio l’ambito politico. La politica influenzava la vita di tutti: ogni valore, ogni obiettivo e ogni sogno era anche politico.

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Regia - 3
Sceneggiatura - 3.5
Fotografia - 3
Recitazione - 4
Sonoro - 3
Emozione - 4.5

3.5