Better Man: recensione del (non) biopic su Robbie Williams
Better Man è il racconto, sotto copertura, di Robbie Williams. Presentato alla Festa del Cinema di Roma è in tutte le sale dal primo gennaio 2025.
Better Man, che puntualità! Nel percorso che porta dal peccatore all’espiazione del peccato, il confessionale diviene mediatico… anche questa volta. Un’intervista faccia a faccia e pseudo intimità al solo scopo di ricreare attenzione su una carriera ormai finita. Ma saremo logici e più tolleranti. Un piccolo biopic? Non possiamo parlare neanche di questo. Robbie Williams diventa una scimmia e analizza la sua metamorfosi da animale a uomo come fosse una belva nella sua evoluzione. Sillogismi, negazioni contro ogni evidenza, pentimenti e scuse, ma scuse a chi? A un pubblico che pare amarlo e sostenerlo e che l’ha cresciuto come il ribelle dei Take That, l’inglesotto del pop e il figlio prediletto della mamma a cui si perdona tutto: furbizia e capacità di conquistarsi una carriera da solista.
Better man e altre confessioni
Un docufilm (definizione) ambizioso che non si consulta mai con la possibilità di incrociare il musical piuttosto, diviene una narrazione in prima persona ma sotto mentite spoglie. Narcisisti ed egocentrici questo è il posto giusto per voi! Non c’è alcuna maniacalità nella ricerca dei dettagli ma le ossessioni di un musicista che sopravvive con i diritti d’autore. Il live non basta per imprigionare la pantomima di cui gli artisti si nutrono(Gallagher con le loro cifre stratosferiche in continua allerta tra litigi ed ennesime chiusure), ma Robbie Williams lo amiamo così, con i suoi paradossi, le sue uscite di scena e i suoi ritorni in un mercato straripante di canzonette: luogo angusto dentro il quale non c’è spazio per un “divo” del passato.
Karaoke e nostalgia
Ci si chiede se Better Man sia un racconto realistico nonostante la voce narrante sia il cantante, perché intuire l’attendibilità di chi, abituato a esibire se stesso, non è cosa facile! Una scaletta musicale ben strutturata, Feel è la prima dose di nostalgia di quei figli degli anni ‘90 ancora alle prese con i primi computer e la messaggistica istantanea. E poi a rincarare l’emozione da karaoke, Angel, Rock DJ ecc… Ecco, Better Man è uno scatto negli anni “soporiferi” costipati tra gli ingombranti ’80 e i nascenti 2000 che in un processo generazionale evolutivo saranno la concretizzazione di quella chimera alla Ufo Robot. Ed eccoci, in questo flusso psicologico tra il desiderio di un’adolescenza eterna, la droga di cui solo adesso tutti vogliono -finalmente- parlare, il successo e la sua maledizione.
Un docufilm che assomiglia alle interviste del prime time ma dentro il minutaggio di un cinema sempre più disposto ad assumersi queste responsabilità. Uno scandalo che non scandalizza nessuno e che interviene a circa un anno di distanza dalla serie prodotta da Netflix.
Better Man: biopic degli anni novanta
Ma tra una confessione, un racconto inedito, un aneddoto, cantiamo! Robbie Williams, nato nella contea dello Staffordshire nel 1974, è un ragazzo che vive nelle campagne del Regno Unito nella più classica delle famiglie britanniche devote alla regina, tra i punk rivoluzionari e l’incrocio tra i due mondi nelle strofe dei Duran Duran. Un primo treno lo porta a Londra e considerando la sua carriera solista dal 1997 al 2019 pubblica 13 album escluse le raccolte e ovviamente la parentesi con i Take That. Vendite superiori ai 21milioni, tante presenze a Festival da Guinness in mano e super live; persino un BRIT Award dopo David Bowie ed Elton John. Una serie tv vs Beckham e adesso un film, Better Man.
Un’icona che attraversa e definisce la pop culture, quella del videoclip in classifica su MTV, le pause pubblicitarie con le uscite al cinema e i fanatici dell’astrologia.
Better Man: valutazione e conclusione
Di nostra competenza: Better Man è diretto da Micheal Gracey produttore di Rocketman (2019) film sulla vita di Elton John. Ed effettivamente lo stile è lo stesso; la sceneggiatura impattante riprende gli effetti da Grand Show e colori ben definiti: l’invecchiamento del 2024. Privilegio del film è la disciplina sequenziale; il ricordo non è un elemento di disturbo, tutto è sincronizzato rispetto a tempi reali; niente trucchi cinematografici. Better Man è un’introspezione, non si serve del palco scenico e della sua prospettiva unica e bifronte ma rovista nel backstage di un artista che per la prima volta non fa vedere soltanto la parte pulita di se stesso ma anche quella dannata, tormentata e maledetta, tutto ben assorbito nel suo concetto cinematografico. Better Man è una provocazione senza bersagli, è la nudità di un artista – ora consapevole – che sembra voler dire a tutti di aver messo la testa a posto.
Better Man, distribuito da Lucky Red è stato presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma: è in tutte le sale dal primo gennaio 2025.