Bigfoot Junior: la recensione del film animato

La recensione di Bigfoot Junior, il nuovo film animato di Koch Media che uscirà al cinema il 25 gennaio. Una storia attraente con un rapporto padre-figlio particolarmente interessante in un film nel complesso davvero ben riuscito

Diretto dalla coppia Ben Stassen e Jeremy Degruson, Bigfoot Junior rappresenta senz’altro una delle novità di maggior interesse ed impatto nel mondo dell’animazione di questo 2018, dal momento che si tratta di un prodotto franco-belga che si prefigge l’obiettivo di portare la concorrenza tra i colossi hollywoodiani e quelli del vecchio continente ad un livello completamente inedito. E lo fa prendendo spunto da un mito come quello del Bigfoot, forse il più americano tra i mostri moderni, noto anche come sasquatch. Se tale tentativo avrà successo o meno in Italia, lo sapremo dal 25 gennaio, quando il film uscirà nelle nostre sale.

Tutto parte da Adam, giovane adolescente che non ha esattamente una vita esaltante al momento. Adam infatti è continuamente vittima di bullismo a scuola a causa di tre compagni teppisti e non ha praticamente amici nella sua vita, vedendosi costretto per lo più a stare da solo a casa assieme alla madre Shelly, che per quanto paziente a amorevole da sola non basta. Adam infatti deve convivere con il non aver mai conosciuto suo padre, ufficialmente scomparso molti anni prima in circostanze poco chiare…

Tuttavia Adam è un ragazzo curioso e che non si arrende di fronte all’evidenza, e un bel giorno scopre ciò che in cuor suo ha sempre sperato: il padre è ancora vivo. Messosi alla sua ricerca, scoprirà non solo che il padre è vivo, ma che è anche un gigantesco Bigfoot, scomparso tanti anni prima per sfuggire alla grinfie della pericolosa HairCO, potente industria che vuole usarne i poteri per i propri fini economici! Per Adam comincerà un’avventura che lo porterà a scoprire chi è veramente, ad accettare le proprie diversità e a lottare per ciò in cui ama.

Ben Stassen con questo Bigfoot Junior continua il suo iter creativo incentrato sull’unire elementi dell’animazione disneyana classica, con un taglio narrativo più anticonvenzionale, più legato ad un pubblico infantile che adolescenziale, come mostrato in The House of Magic, Fly Me to the Moon e Robinson Crusoe. Anche in questo Bigfoot Junior tornano gli animali, o meglio la tematica del rapporto tra uomo e natura, da sempre il suo vero e proprio cavallo di battaglia, che ne ha fatto uno dei registi d’animazione più originali degli ultimi anni. Il film ha in Jeremy Degruson il regista aggiunto, che firma così la sua sesta collaborazione con Stassen, di cui in passato era stato Art Director e che aveva affiancato alla regia anche in The House of Magic.

Scritto da Bob Barlen e Carl Brunker, Bigfoot Junior può vantare un’animazione di ottimo livello (come in tutti i film di Stassen e Degruson) che sopperisce spesso e volentieri ai vari tempi morti, generati da uno script a volte un pò frettoloso od indeciso sul tono da far seguire al tutto.

Se infatti il film sembra in più parti perfetto per il target più infantile, si ha spesso l’impressione che il suo omaggiare e collegarsi a pellicole come La Gang del Bosco, Rebel o Boog & Elliot, lo rendano più simile ad un film per teenager, visto anche l’abbondare di riferimenti al meglio del genere fantascientifico o del Bond movie. Il problema è che spesso il cambio di ritmo e di atmosfera scelto da due registi mal si accorda con l’iter narrativo, creando diversi momenti di noia, altrove invece tutto è troppo accelerato, quasi involontariamente frettoloso, con dei cali di intensità abbastanza palesi nell’insieme. Tutto poi è spiegato in modo troppo dettagliato, quasi monotono, togliendo patos ed energia in diversi momenti ad un film che però comunque diverte e mostra un’originalità non indifferente.

Alcune gag ed alcuni sketch sono assolutamente azzeccati, spassosi e Bigfoot Junior riesce per 92 minuti ad unire diverse tematiche in modo creativo e nuovo, senza scadere nel deja vu. Dal tema del bullismo (tutt’altro che secondario visto il target a cui è rivolto) e della diversità, si vira su quello del razzismo, dell’omologazione, dell’ambientalismo, per non parlare dell’onnipresente condanna alla cultura dell’immagine, dello sfruttamento, dell’apparenza.

Accolto con un discreto successo di pubblico e di critica all’estero, Bigfoot Junior può vantare a livello narrativo anche una dinamica padre-figlio molto interessante, e l’aver riportato alla luce il concetto per il quale i film per bambini possono guidare queste ultime tematiche e problematiche del mondo degli adulti, un po’ come fatto (anche se con ben altri risultati) a suo tempo da quel mostro sacro di Don Bluth.

Regia - 3
Sceneggiatura - 3
Fotografia - 4
Recitazione - 2.5
Sonoro - 2.5
Emozione - 3

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