Books of Blood: recensione del film horror Hulu disponibile su Star

Un film horror leggero, che vi procurerà qualche brivido, o poco più

Halloween è appena passato, ma questo non vuol dire che si debba rinunciare a pellicole da brividi. Novembre è il mese della pioggia e della nebbia, e non c’è atmosfera migliore per godere di Books of Blood, horror prodotto dal canale Hulu e disponibile sul canale Star di Disney+. Pur essendo un film dell’orrore dalle tinte leggere e non particolarmente terrorizzanti – ma dipende molto da quanto si è familiari con il genere – l’opera diretta dal regista Brannon Braga e da lui scritta insieme a Adam Simon ha degli spunti interessanti e risulta, nel complesso, un film scorrevole e intrigante. Certo, manca quell’insuperabile mix di macabro, splatter e terrore puro che caratterizza l’opera su cui si basa, Books of Blood, una serie di libri dello scrittore inglese Clive Barker a cui dobbiamo, tra gli altri,  Hellraiser. Le sei raccolte di racconti horror, pubblicate tra il 1984 e il 1985, sono un concentrato di puro orrore in perfetto stile barkeriano, mentre il film Books of Blood è chiaramente un prodotto televisivo, più orientato a chi non conosce lo scrittore e a coinvolgere un pubblico non abituato all’orrore vero.

Books of Blood: tre storie che si intrecciano

Books of Blood Cinematographe.it

L’idea di partenza è interessante, e mira a ricreare la struttura narrativa di racconti intrecciati tipica dei romanzi di Clive Barker. In Books of Blood, infatti, non abbiamo una storia unica ma un racconto antologico in tre parti, in cui assistiamo a tre vicende diverse apparentemente scollegate e di cui invece alla fine si capirà l’intreccio. La storia che apre e chiude il film ruota attorno a una coppia di killer alla ricerca di un misterioso libro, i Libri di Sangue appunto, che li porta in un luogo isolato e misterioso, su cui girano strane storie. La seconda storia riguarda Jenna (Britt Robertson), una ragazza che sta cercando di dimenticare un traumatico episodio del suo passato e, decisa a non prendere più le medicine che i suoi genitori vorrebbero obbligarla ad assumere (soffre di misofonia, un’intolleranza ai rumori), scappa di casa. Finirà in un B&B apparentemente idilliaco gestito da una coppia anziana che custodisce un segreto inquietante. La terza storia, l’unica liberamente ispirata al racconto di Baker, ha come protagonista Mary (Anna Friel), una stimata professoressa specializzata nello smascherare finti medium, un giorno però viene avvicinata da un ragazzo, Simon (Rafi Gavron) che dice di saper parlare con i morti, in particolare con il figlio della donna, scomparso da poco. Mary questa volta è sicura che non si tratti di un impostore, ma sarà davvero così?

Idee buone per un horror “leggero”

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Iniziamo da quello che ci è piaciuto di Books of Blood, che di idee buone ne ha diverse. Prima tutto la struttura narrativa dei racconti incrociati è un meccanismo diverso da quello che viene usato normalmente, e ha dei punti di forza da non sottovalutare: riesce infatti a creare una certa tensione narrativa, e a spingere lo spettatore a voler andare avanti per capire come tutti i punti delle storie si congiungano insieme. Anche gli spunti horror degli episodi sono interessanti. Il bed & breakfast e il suo mistero grottesco di base sono agghiaccianti, così come è inquietante l’idea effettiva dei Books of Blood, che non riveleremo per non rovinare la sorpresa. Purtroppo però la scelta è quella di costruire un horror “leggero”, quasi formato famiglia, e il risultato quindi è che queste buone idee siano appena accennate, finendo per risultare non così spaventose né sconvolgenti come qualcosa tratto dalla bibliografia di Baker dovrebbe essere. Una nota di merito va all’attrice Britt Robertson, volto conosciuto nei film per ragazzi (vista nei ruoli di Lux Cassidy nella serie televisiva Life Unexpected, come Cassie Blake in The Secret Circle e come Sophia Danko in La risposta è nelle stelle). Qui la troviamo alle prese con un ruolo adulto, e la sua interpretazione non delude: la Robertson riesce infatti a trasmettere tutta l’angoscia che vive Jenna, intrappolata nella sua mente problematica. Particolarmente bella la sua prova nella sequenza che racconta la paralisi del sonno, in cui solo con lo sguardo riesce a trasmettere il puro terrore che si prova in quella particolare condizione.

Books of Blood, un film antologico che avrebbe funzionato meglio come serie

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I problemi principali di Books of Blood sono due. Prima di tutto, come abbiamo accennato, la scelta di non rendere mai il film veramente angosciante o veramente spaventoso. Gli elementi horror sono sempre smussati, mai davvero disturbanti, e il risultato è che vedendo il film non si ha mai veramente paura. E questo non è un problema se decidi di creare un prodotto leggero per chi l’horror non lo ama particolarmente, ma diventa un problema se proclami di realizzare un horror tratto dai libri di Barker, che del disturbante hanno fatto la loro caratteristica più apprezzata. Il secondo problema è che Books of Blood era stato pensato da Hulu come una serie in più puntate, poi il canale ha cambiato idea e la storia è stata infilata in un film. Proprio per questo, una struttura narrativa antologica ad intreccio risulta inevitabilmente strizzata in un paio di ore di pellicola, mentre spalmata in dieci puntate avrebbe reso sicuramente meglio. Inoltre, la velocità della narrazione a cui si è costretti visto il tempo limitato a disposizione ha reso quasi impossibile empatizzare con i personaggi, che sono appena accennati e mai approfonditi come meriterebbero. Un’occasione sprecata, che se fosse stata portata avanti come serie tv e con un pizzico di coraggio in più avrebbe potuto risultare molto più interessante.

Books of Blood è un film semplice che si fa guardare, perfetto per chi è sensibile e cerca un horror-non-horror, con qualche brivido o poco più. Se siete appassionati di pellicole più crude, o se cercate le atmosfere di Barker, dimenticate Books of Blood e, soprattutto, non associatelo ai libri dello scrittore, perché il film di Brannon Braga non si riesce a rendere il giusto onore al materiale letterario a cui si ispira.

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 2
Fotografia - 2
Recitazione - 2.5
Sonoro - 2
Emozione - 2

2.2