RomaFF12 – Brigsby Bear: recensione
Brigsby Bear è il film diretto da Dave Mccary, commedia tenera e ironica presentata nella sezione Alice nella città alla Festa del Cinema di Roma.
Tutto ciò che realmente possediamo è la nostra immaginazione. La capacità di meravigliarci per un universo di fantasia, per un personaggio che rappresenta tutto il buono che vorremmo trovare. Perdersi in galassie infinite, misteriose, imparando sempre una nuova lezione, ma soprattutto non perdendo mai l’abilità di sorprenderci, amando talmente tanto qualcosa dal profondo anche quando per molti questo non significa nulla. Così James vive il suo stretto legame con Brigsby Bear. Così James passa da bambino ad adulto e da adulto a vero uomo, in una toccante opera prima diretta dal regista Dave McCary.
James (Kyle Mooney) è stato rapito in tenerissima età e costretto ad una vita di clausura insieme ai suoi finti genitori. Liberato un giorno dalla propria illusione sotterranea, il giovane si ritroverà a rapportarsi con un mondo inesplorato del quale non conosce le dinamiche civili e sociali. Soltanto la sua intima unione con lo show Brigsby Bear, inventato dal padre carceriere, riuscirà a edificare un ponte di passaggio dalla sicurezza della sua stanza all’immensità di un’usualità a lui sconosciuta, facendo nascere in James la voglia di realizzare un film sul suo amico televisivo, donando così agli altri un pezzo della sua vita e giungendo ad un appropriato finale del suo percorso di crescita.
Brigsby Bear – L’orso eroe che ti aiuta nella vita reale
Presentato in anteprima mondiale al Sundance Film Festival 2017, passato nella Settimana Internazionale della Critica al Festival di Cannes 2017, Brigsby Bear è pronto a far parte della sezione Panorama di Alice nella Città durante lo svolgersi della dodicesima edizione della Festa del Cinema di Roma. Dalla sceneggiatura curata, scritta con spiccata ironia da Kevin Costello e dal protagonista della pellicola, il comico Kyle Mooney, l’esordio cinematografico dell’americano Dave McCary è un dolce concentrato di simpatica armonia indipendente, che equilibra perfettamente l’incontro di generi, dando scintilla a un film piccolo, ma estremamente prezioso.
Metafora del bisogno di tagliare con il proprio passato pur non dimenticando ciò che ci ha accompagnato per lungo tempo, il sogno del protagonista James non è altro che l’ingenuo desiderio, la sincera necessità di aprire il proprio personale mondo agli altri come questi ultimi hanno aperto il loro all’impreparato ragazzo, introducendolo ad un’esistenza fatta di feste, attività familiari, realtà al di là di uno show per bambini. Mettere in testa la maschera da orso servirà al ragazzo per difendersi dalle eccitanti eppure spaventose conseguenze del vivere insieme, non tirandosi però mai indietro dal condividere non solo un prodotto di intrattenimento, ma anche una concreta, bellissima vita.
Brigsby Bear non ricalca il dramma di un rapimento che per nulla fa mostra nel personaggio di James di alcun tipo di rancore, ponendosi piuttosto come motore per realizzare in parallelo due opere pure e commoventi: il film contenitore di Dave McCary e quello interno e di catarsi del protagonista. La presenza fisica e spirituale di un orso, che per anni è stato salvatore di un bambino solitario a cui non ha mai mancato di stringere la mano, ha dato spunto ad una pellicola quanto mai splendida.
Brigsby Bear – La splendida opera prima di Dave McCary illuminata dalla fotografia di Christian Sprenger
Illuminato dall’ottima fotografia di Christian Sprenger, che perfettamente bilancia a momenti di cupa introspezione l’accesa gioia di nitide tinte colorate, la macchina da presa di Brigsby Bear insiste con ostinata affettuosità nello stagliare il primo piano del suo riccioluto protagonista, quegli occhi pieni di stupore nell’ammirare il proprio beniamino, lo stesso che viene riposto nello sguardo ricolmo di allegria nell’accogliere tra le braccia un vero amico. Kyle Mooney fa del proprio ruolo un’incredibile prova di tenerezza, portando sulle spalle un film di cui è il centro e il cuore, rendendo autentico il sogno di girare un film che permetterà a James di integrare il suo più caro eroe alla sua acquisita quotidianità.
E così la conclusione del film su Brigsby Bear diventa per il personaggio principale il distacco, inizialmente impensabile, dalla sua vecchia vita e la speranza di un nuovo futuro, l’abbandono dell’isolamento del passato per espandere la propria conoscenza all’esplorazione di tutt’altro. Una commedia che coglie l’anima dell’emarginazione del suo protagonista umano e animale, un’opera delicata di risate e sentimenti.