Bugiardo seriale: recensione del film di Olivier Baroux
La recensione della commedia francese di Olivier Baroux con protagonista Tarek Boudali, remake del film canadese Menteur di Émile Gaudreault. Nelle sale dal 31 agosto 2023.
Ci si chiede spesso quanto sia sensato fare un remake di un film, a maggior ragione se la distanza temporale che separa la realizzazione dell’originale dal suo rifacimento sia esegua come nel caso di Bugiardo seriale, la commedia francese in uscita il 31 agosto 2023 con Altre Storie e Minerva Pictures che Olivier Baroux ha tratto da Menteur di Émile Gaudreault. Qui di anni ne sono trascorsi appena tre, motivo per cui non si può tirare in ballo il fattore nostalgico, tantomeno la volontà dell’autore di dare una rinfrescata alla storia e ai personaggi che condividono la medesima epoca. Allora non c’è altra spiegazione logica se non quella commerciale, con i produttori di turno che nel suddetto remake hanno fiutato la possibilità di portare a casa dei buoni incassi. E così è stato, con il pubblico francese che pare abbia gradito l’operazione. Staremo a vedere come risponderà quello italiano.
La nuova veste data all’originale non sposta gli equilibri della storia e dei personaggi
Detto questo, la visione di Bugiardo seriale non ha registrato nessun particolare stravolgimento capace di spostare gli equilibri, se non il nome del protagonista che da Simon è diventato Jérôme, le origini algerine da parte paterna di quest’ultimo e anche il suo mestiere che lo vuole impegnato con un ruolo dirigenziale in un cantiere navale. Poi ci sono i cambi fisiologici nel cast con il testimone del personaggio principale in primis che dalle mani di Louis-José Houde è passato a quelle di Tarek Boudali, oltre ovviamente al trasloco della storia e del seguito dal Quebec alla Costa Azzurra, nel Sud della Francia. Per il resto, il plot, le figure che lo animano e le dinamiche, comprese la stragrande maggioranza delle gag e delle battute, hanno conservato le caratteristiche della matrice canadese. Ritroviamo pertanto il bugiardo compulsivo protagonista della vicenda catapultato all’improvviso in una realtà in cui tutte le sue bugie sono fatti comprovati. Una maledizione divina sembra averlo colpito con tutte le sue bugie che prendono vita, dando inizio a un vero e proprio incubo ad occhi aperti.
Tra le maglie di una specie di romanzo di formazione e redenzione si fa largo una commedia sulla menzogna che ha il solo scopo di intrattenere la platea
Tra le maglie di una specie di romanzo di formazione e redenzione si fa largo una commedia sulla menzogna che ha il solo scopo di intrattenere la platea. Lo fa con uno humour leggero, mai cinico o politicamente scorretto, che riesce a strappare qua e là qualche sorriso, soprattutto a chi non ha avuto precedenti contatti con Menteur. Coloro che invece li hanno avuti, vedranno la carica comica diminuire di efficacia e calare d’intensità. Questo per dire che l’effetto comico di Bugiardo seriale sul potenziale fruitore dipende in gran parte dall’avere visto oppure no il film del 2019. Ma al di là di questo, che rappresenta un elemento determinante del quale bisogna giocoforza tenere conto, l’originale, pur chiamando vuoi o non vuoi a suo tempo in causa Bugiardo bugiardo di Tom Shadyac, aveva dalla sua parte una comicità più diretta e meno stantia. Ma c’era da aspettarselo, visto che il collega francese registicamente parlando non ha mai brillato, tanto che le sue pellicole precedenti (tra cui la saga di Les Tuche o Just a Gigolo), tutte appartenenti all’universo della commedia semi-demenziale, non sono finite di certo negli annali.
La divertente performance di Tarek Boudali nei panni del protagonista è una delle note positive di Bugiardo seriale
Baroux, noto in patria anche come attore e umorista, si limita a dare nuova vita e veste alla storia, facendo di essa una commedia che gioca in maniera pigra con le disavventure lavorative, familiari e sentimentali del protagonista, che Boudali a sua volta riesce per fortuna a rendere un giusto mix di simpatia e antipatia. La fisicità e la performance dell’attore parigino qui ben si sposano con le necessità e le caratteristiche del personaggio di Jérôme, ecco perché lo riteniamo l’ingrediente migliore della ricetta alla base di Bugiardo seriale.
Bugiardo seriale: valutazione e conclusione
Con Bugiardo seriale, Olivier Baroux ha voluto dare nuova vita e veste al Menteur di Émile Gaudreault realizzando un remake che vede la carica comica e la brillantezza perdere di intensità ed efficacia. Al netto dei fisiologici cambiamenti che non spostano di un millimetro gli equilibri, ne donano qualcosa in più, il rifacimento strappa qualche sorriso qua e là, ma non abbastanza per giustificare lo sforzo produttivo e ripagare il prezzo del biglietto. Se non fosse per la giocosa e riuscita performance di Tarek Boudali nei panni del protagonista e di alcune delle sue spalle, il risultato passerebbe inosservato, così come gran parte del lavoro tecnico che ha contribuito tanto alla fase di riscrittura quanto a quella di messa in quadro, dove la regia è assolutamente anonima come del resto in tutte le commedie precedentemente portate sullo schermo dal regista francese.