Caccia al Ladro: recensione
Come le ultime 3 settimane (Intrigo Internazionale, Il Sospetto, Notorius – L’Amante Perduta, e dopo avervi proposto l’analisi filmica di Vertigo – La Donna che Visse due volte e La Finestra sul Cortile), anche oggi torniamo con il ciclo Hitchcock, con Caccia al Ladro.
Caccia al Ladro è un film del 1955, diretto da Alfred Hitckcock, e che vede protagonisti Cary Grant (alla sua terza collaborazione con il regista) e il ghiaccio-bollente Grace Kelly (alla terza ed ultima collaborazione), oltre a Brigitte Auber (che interpreta il ruolo di Danielle Foussard, il vero ladro) e Jessie Royce Landis (che in Intrigo Internazionale sarà la madre di Roger Thornhill).
La pellicola s’incentra su John Robie (Cary Grant), ex ladro di gioielli, ai tempi noto come Il Gatto, che dopo essere scarcerato ed aver partecipato alla resistenza, in quel di Francia, ora vive in Costa Azzurra, nella tranquillità più assoluta.
Proprio in Costa Azzurra, avvengono dei strani furti di preziosi, che possiedono le stesse modalità di Robie, il quale risulterà essere il primo sospettato.
Robie tenta di tutto per dimostrare la propria innocenza ed estraneità ai fatti, collaborando con H.H. Hughson (John Williams), funzionario dei Lloyd’s di Londra, incaricato dalla compagnia assicuratrice di far luce sui furti.
Robie provvede a fare una lista con i nomi dei proprietari che hanno i gioielli con più valore, della Costa Azzurra, iniziando la sua ricerca da Jessie Stevens (Jessie Royce Landis), facoltosa americana, che si trova in Francia con la figlia Frances (Grace Kelly).
Robie si presenta alla famiglia americana, come un uomo di affari americano, legando simpaticamente con Jessie, e suscitando antipatia da Frances, che trova in trambusto il suo animo: da una parte crede che sia lui l’artefice dei furti, ma dall’altra parte, se ne trova attratta.
Anche la signora Stevens non sarà esente dall’essere derubata, e quando accade, Robie tenta di catturare il ladro, presumendo che ci possa essere un secondo furto.
Ma viene colpevolizzata ed uccisa la persona sbagliata (un ex compagno di banda di Robie).
L’avvento di una festa in maschera sarà la chiave di volta del film; Frances aiuta Robie a scovare il vero ladro, grazie ad uno scambio di ruoli tra Hughson e Robie.
All’inizio del 1954, la Paramount chiese ad Hitchcock di trarre una pellicola dal romanzo Caccia al Ladro di David Dodge, visto che la casa di produzione ne aveva acquistato i diritti due anni prima.
Di fatto, lo sceneggiatore John Michael Hayes, fidato alleato di Hitch, scrisse questa sorta di commedia (ma non troppo) per il suo boss; una sceneggiatura brillante e dove il binomio sesso e morte padroneggiano il tutto.
I dialoghi sono sofisticati e accurati, dove i temi di sesso e morte, come detto sopra, sono sempre più impliciti; sullo schermo, Hitch, cerca di darne una visualizzazione attraverso il filtro verde usato nelle scene notturne.
Caccia al Ladro fu molto ben accolto da pubblico e critica; nonostante parli comunque di temi come il sospetto, scambio di identità, fascino del crimine e la solita presenza di una bionda, quasi artica (la Grace Kelly totalmente all’opposto di quella che si può vedere in Alta Società, il suo ultimo film), la pellicola ebbe un notevole successo, probabilmente perché per la maggior parte del tempo ci sono tante bollicine, eleganza e raffinatezza, oltre alle grandiose viste di tutta la Costa Azzurra.
In Caccia al Ladro, di base, torna un po’ la satira che caratterizzava i film inglesi di Hitch, dando come già detto per la sceneggiatura, i tratti della commedia.
In questo film Hitchcock sperimenta, facendo riprese della Costa Azzurra (addirittura prima delle riprese stesse avvenute negli studi americani), tramite campi lunghissimi, a volte riprese dall’elicottero (una novità per l’epoca).
Le scene che si svolgono tra i due protagonisti vengono aumentate di spessore, sempre grazie all’aiuto della sceneggiatura di Hayes, come, per esempio, nella scena con i fuochi d’artificio (girata nei seti insonorizzati della Paramount).
Uno dei film di Hitch, se non forse l’unico, dove la suspense si fa più blanda e leggera, e che permette di seguire la trama in modo più “rilassato” rispetto ai film precedenti e successivi, dove l’ironia e leggerezza sembrano quasi messe al bando.
Curiosità
– Cary Grant, fu scelto da Hitchcock, per interpretare Robie, poichè, nonostante avesse 50 anni, e la Kelly metà di lui, poteva risultarne il partener perfetto per la sua classe;
– Caccia al Ladro fu nominato come Leone d’Oro al Festival di Venezia del 1955, e vinse un Oscar come Miglior Fotografia a Robert Burks, oltre alle nomination per Miglior Scenografia a Hal Pereira, J. McMillan Jonhson, Sam Comer, Arthur Krams, e Migliori Costumi a Edith Head;
– La scena di quando ci sono Cary Grant e Grace Kelly in auto e vanno a forte velocità, in curva, fu un tragico “preavviso”; 27 anni dopo, Grace Kelly, morirà in un incidente stradale proprio su quella curva;
– Caccia al Ladro, fece un po’ da Cupido; infatti, grazie a questo film, Grace Kelly e Ranieri di Monaco ebbero l’occasione di conoscersi.
– Dove si trova Hitchcock? Vi diciamo solo che c’entrano un autobus e Cary Grant.