Caccia all’eredità: recensione del giallo polacco Netflix

Caccia all'eredità è un murder mystery ironico che fa il verso a tante pietre militari del genere, ma non è in grado di offrire originalità e freschezza.

Caccia all’eredità, diretto da Sylwester Jakimow e disponibile su Netflix a partire dal 23 giugno 2024, tenta di inserirsi nel popolare filone dei murder mystery, cercando di replicare l’arguzia e la freschezza di Knives Out di Rian Johnson ma anche le atmosfere ironiche e equivoche del migliore Poirot. Nonostante le buone intenzioni e una premessa intrigante, il film non riesce a soddisfare le aspettative, risultando in un esperimento perlopiù fallito.
La voglia di fare di più, e meglio, di molte pietre militari del Murder mystery, aggiungendo tante gag (non sempre divertenti), confonde e allontana lo spettatore dal cuore della vicenda familiare. Ci si diverte? A volte, ma non a sufficienza da emozionarsi e interessarsi al mistero, al giallo, e alla scoperta della verità!

Caccia all’eredità, un family drama mascherato da whodunnit

La trama ruota attorno alla morte improvvisa di un eccentrico milionario, zio Wladyslaw (interpretato da Jan Peszek), i cui parenti si riuniscono nella sua remota villa per la lettura del testamento. Natalia (Joanna Trzepiecinska), Dawid (Maciej Stuhr) e Karol (Mateusz Krol), insieme ai loro cari, devono affrontare una serie di enigmi e prove ideate dal defunto per guadagnarsi l’eredità. La situazione, già tesa per la competizione interna alla famiglia, si complica ulteriormente quando zio Wladyslaw riappare brevemente, solo per morire nuovamente in circostanze misteriose.

La villa, con le sue stanze nascoste e corridoi pieni di segreti, offre uno sfondo affascinante e visivamente intrigante. Tuttavia, la scenografia e l’atmosfera non riescono a compensare una narrazione che fatica a coinvolgere. I personaggi, pur essendo stravaganti, risultano in gran parte superficiali e poco sviluppati, rendendo difficile per il pubblico creare un legame emotivo con loro. La sceneggiatura, firmata da Łukasz Sychowicz, tenta di combinare dramma e commedia nera, ma il risultato è spesso confusionario, con dialoghi che mancano di profondità e battute che raramente colpiscono nel segno.

La trama presenta lacune significative e non riesce a mantenere un ritmo sostenuto. La struttura del film, che alterna momenti di tensione a tentativi di comicità, non trova mai un equilibrio convincente. Il film sembra indeciso su quale direzione prendere, oscillando tra il voler essere una parodia del genere e un serio tentativo di giallo. Questa indecisione si riflette nelle performance degli attori, che, nonostante il loro talento, faticano a dare coerenza ai loro ruoli.

Dalle premesse, l’omaggio di Jakimow alla narrativa poliziesca in stile whodunit prometteva di fondersi perfettamente con l’arguzia tecnica e creativa. Tuttavia, ciò che doveva essere la chiave del successo si è rivelato un fallimento: Caccia all’eredità non è né divertente né ben recitato. La trama presenta lacune e non riesce a coinvolgere, la sceneggiatura è confusa, i dialoghi sono sommari e le battute stantie, mentre i personaggi mancano di profondità. Nonostante il talento degli attori, questi si perdono nel ritmo e nelle tonalità mutevoli del film: sembra, infatti, che il team creativo non avesse ben chiaro che tipo di storia si volesse raccontare, a parte l’uso del linguaggio di genere.

Caccia all’eredità: valutazione e conclusione

Caccia all’eredità è un tentativo gradevole ma fallito di emulare il successo di Knives Out. Pur presentando alcuni momenti di intrattenimento e uno scenario innovativo per il pubblico occidentale, il film manca di coerenza, profondità e originalità. Il regista Sylwester Jakimow ha chiaramente cercato di creare un piacevole passatempo, ma il risultato è un film che, purtroppo, non riesce a distinguersi nel panorama dei murder mystery.

Regia - 2.5
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 3
Recitazione - 3
Sonoro - 3
Emozione - 2.5

2.8

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