Captain America – Brave New World: recensione del cinecomic Marvel con Anthony Mackie

Captain America - Brave New World prova a continuare la linea del cinecomic politico come i suoi precedenti capitolo, ma fallisce nella messa in scena.

Captain America – Brave New World, nelle sale cinematografiche dal 12 febbraio 2025, esplora più da vicino cosa significa essere Captain America. Anthony Mackie torna a interpretare Sam Wilson, che raccoglie l’eredità di Steve Rogers (interpretato da Chris Evans) per una nuova avventura da protagonista assoluto. Dopo gli eventi narrati nella serie tv Falcon & The Winter Soldier, Sam lavora per conto del governo; ha una squadra che lo appoggia e ha trovato in Joaquin Torres (Danny Ramirez) un nuovo promettente Falcon. Alla guida degli Stati Uniti c’è un nuovo Presidente: Thaddeus Ross (Harrison Ford, al suo debutto nel Marvel Cinematic Universe), un volto familiare agli Avengers. Quando un incidente internazionale manda all’aria tutti i buoni propositi del Numero Uno della Casa Bianca, Sam si trova direttamente coinvolto nella vicenda e costretto a scoprire le ragioni dietro a un complotto globale prima che il mondo scopra la vera identità di Ross.

Captain America – Brave New World: la rivincita del soldato semplice

Captain America – Brave New World è la prova del nove per Anthony Mackie: per la prima volta, l’attore si trova al centro della trama di un cinecomic Marvel, e non è facile reggere il peso di tale responsabilità. In parallelo, anche il suo alter ego prova la stessa cosa: Sam Wilson si chiede se il buon Steve Rogers abbia fatto la scelta giusta consegnandogli lo scudo di Cap che lo ha reso suo successore. Al contrario dell’iconico personaggio a stelle e strisce, Sam non possiede poteri particolari: non ha mai assunto il siero del Super Soldato, e ciò lo rende quindi un eroe semplice, senza magia o altro. Steve Rogers ha permesso al pubblico di trovare in lui una speranza in un mondo in cui anche la persona più piccola poteva fare la differenza. Sam Wilson, invece, ha l’arduo compito di mantenere viva quella scintilla, ispirando le nuove generazioni che si affacciano per la prima volta al mondo Marvel.

Anthony Mackie, come già aveva raccontato nella conferenza stampa di presentazione del film, è ormai un tutt’uno col suo personaggio e si trova perfettamente a suo agio in un contesto action, dove pullulano adrenalina, calci e scazzottate, senza mai eccedere troppo. Captain America – Brave New World è la rivincita del soldato semplice Sam Wilson, che dimostra come non ci sia bisogno di super poteri per diventare un eroe. Tuttavia questo aspetto non viene approfondito abbastanza, e sarebbe stato interessante cogliere questa nuova sfumatura del personaggio.

Captain America – Brave New World e il rovescio della medaglia

Captain America – Brave New World affianca il classico cinecomic alla trama politica, come già avevano fatto i suoi predecessori, fra tutti Captain America – The Winter Soldier (finora il film più maturo e complesso della Marvel, grazie ai suoi richiami a I Tre Giorni del Condor). La trama articolata, però, si spinge ben oltre, realizzando un progetto ambizioso in cui è difficile stare al passo. Al giorno d’oggi, i prodotti Marvel sono tutti collegati l’un l’altro, e basta non guardare qualcosa per perdere il filo. Captain America – Brave New World non fa eccezione e chiede allo spettatore di tornare indietro nel tempo di quasi vent’anni per ricordarsi gli eventi accaduti nel film L’Incredibile Hulk. Il film diretto da Julius Onah è molto ambizioso, fatto di citazioni passate ma anche di una scrittura complessa. L’antagonista è debole, così come i suoi personaggi, con i quali non ci si immedesima con facilità. La presenza di poco (se non zero) umorismo non lascia spazio alla leggerezza che caratterizza da sempre la Casa delle Idee.

Solo il delizioso cameo in uno dei rari momenti in cui si ride offre al pubblico una ventata di nostalgia e permette alla trama di Captain America – Brave New World di ricevere una scossa. Harrison Ford non è totalmente a suo agio in questo universo, mentre a stento si cerca di simpatizzare con il resto del cast – Shira Haas nei panni dell’agente Ruth Bat-Seraph, un’ex Vedova Nera di cui sappiamo poco, Giancarlo Esposito è sprecato nel suo ruolo, mentre Danny Ramirez non è la “spalla” che ci si aspetta (ed è un peccato).

Captain America – Brave New World: valutazione e conclusione

Captain America – Brave New World prova a continuare la linea del cinecomic politico come i suoi precedenti capitolo, ma fallisce nella messa in scena. Una trama troppo complessa, a tratti non lineare, che fatica ad ingranare se non dopo la prima ora di film, dimostra una narrazione stanca, che prende vita solo grazie all’introduzione dell’elemento nostalgia (a sorpresa). Questa è purtroppo una tendenza ricorrente degli ultimi anni del MCU: sembra che dopo Avengers: Endgame, la Casa delle Idee abbia svanito quella magia che teneva uniti i suoi supereroi. E’ anche vero che bisogna dare tempo al pubblico di affezionarsi ai nuovi personaggi, ma quando sono superficialmente abbozzati o malamente utilizzati (come nel caso di Giancarlo Esposito), diventa un’operazione davvero difficile.

Regia - 3
Sceneggiatura - 2.5
Fotografia - 2.5
Recitazione - 3
Sonoro - 3.5
Emozione - 3

2.9

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