Carico sconosciuto: recensione dell’action Netflix
La recensione dell’action su quattro ruote del brasiliano Tomas Portella, disponibile dal 27 settembre 2023 su Netflix.
Tra recuperi e nuovi arrivi è possibile trovare di tutto e di più su Netflix, con l’offerta del broadcaster a stelle e strisce che si arricchisce mensilmente di titoli provenienti dalle diverse latitudini e appartenenti ai generi più disparati. Ecco perché è ormai all’ordine del giorno imbattersi in film prodotti da cinematografie che altrimenti non sarebbe stato semplice incontrare se non grazie a spericolare iniziative distributive o nei circuiti festivalieri. È il caso di Carico sconosciuto, un action made in Brasile approdato sulla piattaforma il 27 settembre 2023, la cui regia porta la firma di Tomas Portella, uno che il genere in questione nelle sue diverse espressioni lo ha più volte affrontato in passato dirigendo opere per il piccolo e grande schermo.
Alla base di Carico sconosciuto una sceneggiatura derivativa che non presenta tracce di originalità
Specializzato in pellicole e serie che fanno dell’azione il baricentro e delle sfumature crime e poliziesche il rivestimento, il regista carioca ha nel corso della carriera mostrato una certa discontinuità in termini qualitativi, con Impuros che ad oggi rappresenta la sua prova più convincente. Il ché significa che la sua ultima fatica dietro la macchina da presa non la si può considerare riuscita al punto tale da invertire la tendenza in positivo. Nonostante assolva al compito prefissato, ossia quello di intrattenere lo spettatore di turno senza particolari giochi di prestigio o pretese autoriali, a Carico sconosciuto non si può chiedere molto di più di quello per il quale è nato e secondo cui è stato concepito. La storia scritta da Leandro Soares che è alla base di una sceneggiatura davvero basic del resto è fortemente derivativa e non presenta alcuna traccia di originalità.
Carico sconosciuto è un prodotto audiovisivo usa e getta per palati sempre meno esigenti
La pellicola vede protagonista Roger (Thiago Martins), un pilota di camion da corsa che per non perdere il suo team e “guadagnare” il denaro necessario a non farlo fallire deve sottostare a un ricatto e guidare per conto di una banda di rapinatori. Una volta entrato nel mondo della criminalità, l’uomo dovrà lottare duramente per riuscire a uscirne. Il come non è tanto difficile da immaginare dato che gli sviluppi e le dinamiche alle quali si assiste nei novanta minuti circa a disposizione sono prevedibili, per non dire scontati. Ma a quanto pare all’abbonato Netflix tutto questo pare non importare più di tanto, assuefatto, rassegnato e costretto com’è ad accontentarsi di ciò che passa il convento, vale a dire prodotti audiovisivi usa e getta per palati sempre meno esigenti, tant’è vero che ritroviamo Carico sconosciuto tra i titoli più visti sulla piattaforma nella settimana d’uscita.
Un racconto che si limita ad assemblare situazioni, intrecci e dinamiche già apparsi sullo schermo
Alla siccità e alla pigrizia riscontrabili nella scrittura che depotenzializzano e impoveriscono tanto il plot quanto le one-lines dei personaggi fa seguito un setaccio spudorato e fin troppo evidente dal repertorio dell’action sulle quattro ruote. Ecco che nel corso della visione tornano alla mente in rapida successione tutta una serie di analogie volute e non (da Drive alle saghe di Fast & Furious e The Transporter, passando per The Italian Job, Initial D e Giorni di tuono) che non fanno altro che mettere in evidenza la mancanza di personalità di un film che preferisce seguire la scia piuttosto che cercare una propria strada per offrire al pubblico qualcosa di diverso dal copione solito. Di conseguenza non c’è nulla da segnalare di rilevante o meritevole di approfondimento sul versante narrativo e drammaturgico, con il racconto che si limita ad assemblare situazioni, intrecci e dinamiche già apparsi sullo schermo.
Un film che punta tutto sull’azione e sullo switch tra sport-drama e heist-movie
A Portella non resta dunque che giocarsi la carta dell’azione e di fatti il suo film punta tutto sulla componente dinamica e sullo show che ne deriva. Uno show, quello al quale si può assistere in Carico sconosciuto, che rende principalmente nelle scene delle gare in pista o nelle scorribande criminali per le strade metropolitane, dando vita a un alternarsi di sport-drama e heist-movie. In tal senso, la pellicola non conosce mezze misure e mette subito in chiaro quale siano le regole d’ingaggio sin dai primissimi minuti, partendo con il piede sull’acceleratore e la quinta marcia inserita. L’adrenalina qui scorre a fiume e scorre ad altissima velocità, ma lo spettacolo che ne deriva, pur se di qualità, non riesce tuttavia a raggiungere livelli visivi impattanti e performativi dei prodotti nord-americani ai quali si strizza dichiaratamente l’occhio.
Carico sconosciuto: valutazione e conclusione
Il brasiliano Tomas Portella firma un action fortemente derivativo che strizza l’occhio ai prodotti dei dirimpettai nord-americani, spersonalizzato e privo di originalità, che fa di una narrazione prevedibili e di dinamiche già apparse milioni di volte sullo schermo il proprio biglietto da visita. Sorretto da una sceneggiatura piatta che si limita a seguire alla lettera gli stilemi dei generi di riferimento, mescolando all’action lo sport-drama e l’heist movie, Carico sconosciuto trova nelle scene motoristiche in pista e tra le strade la sola ragione d’essere. La confezione trova un salvagente alla quale aggrapparsi nella regia e nel lavoro sul sonoro, con quest’ultimo che riesce a far cantare i motori nel modo giusto. Parecchio altalenante le performance attoriali, con Thiago Martins nei panni del regista che alterna momenti in cui risulta credibile e in parte ad altri che appare una vittima sacrificale della scrittura.