Carosello Carosone: recensione del film Rai con Eduardo Scarpetta
Un biopic musicale elegante, dalla fotografia raffinata quanto i numeri musicali: Carosello Carsone è un carosello vivace che permette di riscoprire o scoprire la personalità e la genialità di Carosone, avvalendosi dell'ottima interpretazione di Eduardo Scarpetta.
Sydney Sibilia e Matteo Rovere si erano chiesti come mai nessuno avesse pensato ad un biopic su Renato Carosone – e in effetti dopo aver visto Carosello Carosone potremmo chiedercelo anche noi – ma detto fatto, i due registi e produttori con Groenlandia, hanno realizzato un biopic convincente e appassionante che sarà tramesso in prima serata su Rai Uno il 18 marzo 2021, per la regia di Lucio Pellegrini.
Un film che scavalca gli stilemi della fiction e riesce ad offrire, grazie ad un cast di giovani molto promettenti che vede il napoletano Eduardo Scarpetta in testa, le musiche di Carosone filtrate emozionalmente con la massima fedeltà da Stefano Bollani e una regia raffinata, un biopic godibile in perfetto equilibrio tra intrattenimento musicale e documentary.
Carosello Carosone: il film Rai che racconta la storia di Renato Carosone
Renato Carosone (Eduardo Scarpetta) ha appena sostenuto l’ultimo esame al conservatorio con passione, dedizione e sacrificio, profondamente sostenuto dal padre che per l’occasione gli regala un prezioso giradischi. Da quella scatola magica suona la musica americana a cui Renato si ispira per le sue composizioni, in attesa di un ingaggio che dia inizio alla sua carriera di musicista.
Momento che non si fa attendere molto perché Don Gennaro, impresario napoletano, cerca un direttore d’orchestra per una serata, che fallisce ma che permetterà al giovane Carosone di mostrare tutto il suo talento. Così da un’occasione ne arriva un’altra che lo porterà in Eritrea, un viaggio che lo porta ad incontrare l’amore in Lita (Ludovica Martino), a scoprire nuove sonorità, gusti e a familiarizzare con il pubblico. Perché Renato quando compone e suona lo fa per intrattenere e divertire chi lo ascolterà, sempre con grande umiltà. Un pregio che lo porterà lontano, fino all’emozione di arrivare in America e suonare alla Carnegie Hall, una delle sale da concerto di musica classica e leggera più importanti a livello mondiale. A seguirlo chiaramente la sua band, capitanata anche dall’amico, batterista e collega Gegé (Vincenzo Nemolato),
Il Carosello della vita di Renato Carosone: una storia (stra)ordinaria
Nella vita di Carosone non c’è maledettismo, non c’è dissolutezza: abituati a biopic musicali che devono parte del loro successo anche a vite accecanti e dal forte impatto emotivo, sempre in bilico tra bene e male, la vita di Carosone pur se molto movimentata quasi lascia esterrefatti per la sua ordinarietà.
Ed è proprio questo sapore di (stra)ordinarietà che rende questo biopic – in cui la fotografia si diverte a giocare con colori vivaci e richiami all’antico – equilibrato, sincero ma soprattutto universale, più che mai vicino a chi lo guarda. Soprattutto a chi magari sogna di vivere di musica ed in generale con la creatività e l’arte. Sibilia, tra i produttori, riesce a trovare nella storia di Carosone quella stessa meraviglia di una vita comune che aveva visto ne L’incredibile storia de l’isola delle rose.
Non che le altre storie del mondo della musica non lo siano, perché ogni artista musicale è riconosciuto come tale proprio perché riesce a rendere comuni dei sentimenti semplici ed umani con voce e musica, ma la vita di Renato Carosone stupisce perché riesce ad essere meravigliosa senza eccessi. Ed è il motivo principale per cui vale la pena di essere raccontata.
Al suo interno c’è sicuramente un po’ dei valori che ci ha trasmesso il sogno americano, come quello di farcela da soli con le proprie forze, ma a ben vedere il messaggio del film è un altro: è con il sostegno degli altri, è non restando chiusi nel proprio guscio, ma è rischiando, tentando, che si presentano le occasioni da prendere al volo e vivere subito, indipendentemente dal loro essere grandi o piccole.
Un biopic dal perfetto equilibrio: musica, cast e regia seguono una sola melodia
Carosello Carosone è un biopic ottimamente riuscito, dove tutto procede come nelle serate musicali animate dalla band di Carosone, dove non c’è nessuno che suoni una melodia diversa o interpreti un ruolo distaccato. Un cast giovane ma brillante e all’altezza della storia che si sta raccontando, essendo il film un’occasione per riscoprire la genialità musicale di Carosone e in molti casi ricordarla o persino presentare questo musicista eclettico a chi non lo conosce. Un perfetto mix di emozione, comicità, intrattenimento e riflessione.
Eduardo Scarpetta – che dopo questo film è impossibile non riconoscere come un attore rivelazione che di strada ne farà molta – Ludovica Martino e Vincenzo Nemolato donano ai loro personaggi naturalezza e profondità. Alla base del film è evidente nei numeri musicali l’attenta preparazione anche musicale che è stata chiesta agli attori, pur se non musicisti, e valorizzata al massimo da Stefano Bollani, che personalizza la colonna sonora ma lascia intatte e dà semplicemente vita alle musiche di Carosello Carosone. Una regia e una fotografia eleganti rendono omaggio con la migliore espressività possibile ad un musicista che con umiltà, divertimento e mestiere ha lasciato un segno indelebile nella musica non solo italiana.