Caterina: recensione del film di Francesco Corsi
Il ritratto artistico e personale di Caterina Bueno, una delle più grandi interpreti e ricercatrici del canto popolare tradizionale e contadino in Italia.
Chi è Caterina Bueno e cosa ha fatto di così importante in vita tanto da spingere il regista Francesco Corsi a dedicargli un documentario? È l’opera stessa battezzata Caterina a fornire tutte le risposte del caso a coloro che dell’etnomusicologa e cantante originaria di Fiesole, scomparsa nel luglio del 2007, hanno loro malgrado una scarsa conoscenza. Il suo lavoro di ricercatrice ha avuto una notevole importanza dal punto di vista culturale, consentendo di recuperare molte canzoni popolari toscane e dell’Italia centrale, tramandate oralmente fino al ventesimo secolo e altrimenti destinate all’oblio.
Caterina: un’occasione per conoscere e riscoprire la vita e la carriera della celebre etnomusicologa e cantante toscana
Per chi non lo sapesse, nel campo del folklore l’attività del ricostruttore consiste nell’attingere direttamente dalle fonti locali o regionali i motivi popolari o gli stornelli per poi riproporli con sensibilità moderna. Ed è quanto l’artista toscana ha fatto sin dagli esordi negli anni Sessanta, dividendo la propria vita e carriera tra ricerca e performance sui palchi nazionali e internazionali, rendendola una figura imprescindibile del mondo culturale dell’epoca e facendole incrociare il cammino con alcuni tra i più importanti intellettuali come Dario Fo, Pier Paolo Pasolini, Umberto Eco e artisti come Giovanna Marini, Fausto Amodei e Francesco De Gregori.
Caterina: l’interazione tra le riprese di Corsi e il materiale d’archivio è il motore portante del progetto e il fattore che più marcatamente getta le basi per la sua riuscita
Questo percorso artistico ed esistenziale è diventato il tessuto narrativo di una biografia dall’impianto classico nella struttura e nel modus operandi, ma ben orchestrata attraverso una polifonia di interviste a persone che a vario titolo e in epoche diverse sono entrate a contatto con la sfera professionale e privata della Bueno, tra cui Giovanni Bartolomei, Giovanna Marini, Jamie Marie Lazzara, Andrea Fantacci, Alberto Balia e Valentino Santagati. Le loro testimonianze si mescolano con materiali d’archivio audio, video e fotografici preziosi e inediti che danno forma e sostanza a un ritratto sentito e doveroso. Ed è senza dubbio la gestione e l’interazione tra le riprese di Corsi e il pre-esistente, scovato con pazienza e chirurgicamente tra archivi e teche, il motore portante del progetto e il fattore che più marcatamente getta le basi per la sua riuscita. Determinate in tal senso il lavoro di montaggio, capace di tenere insieme in maniera armoniosa il suddetto repertorio (interviste alla Bueno, performance ed esibizioni) e quanto catturato dalla macchina da presa nel corso del suo girovagare per incontrare persone e visitare luoghi vicini e lontani da Firenze.
Caterina: una parabola significativa sulla trasformazione sociale e culturale che ha subito l’Italia a partire dagli anni del boom economico
Il risultato è un film che disegna l’identikit esaustivo di una donna e di un’artista e lo consegna tanto a chi ne aveva memoria quanto a quelle generazioni che di lei sino ad oggi non ne hanno mai avuta. Ma al contempo, Caterina si presta anche come un’opportunità per ripercorrere le tappe di una parabola significativa sulla trasformazione sociale e culturale che ha subito l’Italia a partire dagli anni del boom economico e, più in generale, sul rapporto di un Paese e di una comunità con la propria identità storica e culturale.
Presentato nel concorso italiano al 60° Festival dei Popoli lo scorso novembre, Caterina approda nelle sale con Kiné a partire dal 15 febbraio in un lungo tour distributivo che toccherà moltissime località italiane.