Cell: recensione del film tratto dal libro di Stephen King
Il cellulari sono un bene per l’umanità? No di certo! Parola di Stephen King, autore di Cell, libro da cui è tratto l’omonimo film di Tod Williams.
Dopo il successo di 1408 tornano insieme sul grande schermo John Cusack, Samuel L. Jackson insieme a Isabelle Fuhrman, per un nuovo thriller-horror sconvolgente. Cell, adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo di Stephen King del 2006; è diretto da Tod Williams, regista dell’ambiguo Paranormal Activity 2.
La pellicola racconta una storia di sopravvivenza: a Boston, la vita scorre tranquilla fino a quando i cellulari iniziano a squillare e un misterioso impulso annienta la volontà di chi risponde al telefono, rendendo le persone inizialmente rabbiose ed aggressive per poi renderle parte di un unicum.
Tutti i 90 minuti del film raccontano la sopravvivenza dei due protagonisti, Clay e Tom, e i loro disperati e sanguinari tentativi di uccidere i contagiati.
Cell si può dividere in due parti: una avvincente, l’altra più lenta
Il film si può dividere in due parti: la prima metà è avvincente e, soprattutto, non lascia un secondo allo spettatore per riflettere su ciò che sta vedendo; la seconda, invece, cambia tono, è più lenta.
Il film ha molte caratteristiche che rendono ben incisa l’impronta autoriale del maestro del brivido, Stephen King. I primi dieci minuti di Cell, molto concentrati, molto veloci e brutali. Poco spazio rimane per prendere fiato o fermarsi a riflettere. Il regista Tod Williams non risparmia particolari orripilanti riguardanti il contagio, creando molto bene effetti zombie.
Cell porta al massimo livello l’effetto straniante che i cellulari oggi hanno sulle persone, adempiendo perfettamente ai dettami del survival horror.
Si sa, Stephen King, moderno maestro del brivido e della suspense non ama i cellulari e le nuove tecnologie, e infatti con Cell tutto questo si nota, amplificando al livello massimo l’alienazione che i telefonini portano.
Ovviamente, non mancano gli elementi horror: gli esseri umani si trasformano in bestie assassine, delle specie di zombie non pensanti, estraniati da tutto e tutti, privati della loro individualità.
La riflessione che si cela dietro al tema di questo film, di cui Stephen King ha anche partecipato alla stesura della sceneggiatura, è molto forte, sicuramente contemporanea. Le nuove tecnologie, i cellulari che ci teniamo sempre in mano e che diventano la nostra vita non ci stanno rendendo degli automi, de-personalizzati e de-individualizzati?
Gli studi, le riflessioni, i libri e i film fatti su questo tema sono molti (come ultimo film di Paolo Genovese Perfetti Sconosciuti) e la trasposizione di Tod Williams ne è l’ennesima prova.
Il film, nonostante le nobili intenzioni di trasporre la geniale opera di King sul grande schermo, purtroppo rimane lineare, poco accattivante e poco emozionante.
Samuel L. Jackson e John Cusack, le cui capacità attoriale sono state elogiate in molte occasioni, ribadiscono con la pellicola in questione la loro bravura, non raggiungendo comunque la loro interpretazione migliore.
La sceneggiatura, scritta da Adam Alleca con il prezioso aiuto di Stephen King, è lineare, concentrata sulla narrazione della storia e non tanto focalizzata sulla caratterizzazione dei due protagonisti.
Cell è un film che gli appassionati di King probabilmente detesteranno. Dopotutto, è sempre un azzardo trarre un film da un’opera di Stephen King e, a quanto apre, sempre più difficile raggiungere i risultati mirabolanti otteIl film purtroppo è ben lontano da adattamenti come Le Ali della Libertà o Il Miglio Verde.
Per concludere, quindi, Tod Williams realizza un film dall’intento nobile, ma non riesce ad avere quel qualcosa in più, quel qualcosa di credibile da farlo entrare nelle lodi del pubblico.