Cena tra amici: recensione della commedia francese
Di Cena tra amici è stato fatto un remake italiano nel 2015, Il nome del figlio, per la regia di Francesca Archibugi.
Un’innocente cena tra amici dalla sorella Élisabeth, detta affettuosamente da tutti Babou, e da suo marito Pierre, rigido professore della Sorbona, dovrebbe essere un motivo di piacere per Vincent, soprattutto perché ha scelto l’occasione per rivelare il nome di suo figlio che sta per nascere. Anche Claude, l’amico musicista di sempre, che circonda tutti con il suo affetto sempre un po’ asettico, è invitato. Sono un gruppo di amici inossidabile, peccato che lo sconcerto per la scelta del nome sconvolgerà tutti.
Il bambino si chiamerà Àdolphe, ma non come un certo dittatore europeo del secolo scorso, bensì come l’eroe letterario ottocentesco che ha colpito Vincent e la sua compagna, la ritardataria Anna, che arriverà trovando già le uova rotte nel paniere.
Cena tra amici: le amicizie per sempre e la minaccia dietro l’angolo
Commedia da interni uscita in Italia nel 2012, Cena tra amici si svolge tutta nell’appartamento pieno di libri e divani di Pierre e Babou. Sono molti i sottotemi messi in campo. Non soltanto lo scontro idealistico sul nome di un dittatore da censurare, ma la diatriba tra un intellettuale dichiaratamente antifascista che lascia ogni incombenza domestica e genitoriale alla moglie, oramai prossima allo sfinimento. Verrebbe da chiedersi, il maschilismo è di destra o di sinistra?
Ci sono quelle piccole verità e opinioni che vengono solitamente taciute nelle lunghe amicizie, ma qui le vedremo aprirsi come vasi di Pandora. Intanto la direzione di Alexandre de La Patellière e Matthieu Delaporte dosa con eleganza sia occhio e movimenti della macchina da presa che coralità degli attori, tutti favolosamente puntuali sul loro character. Patrick Bruel impersona il futuro padre in vena di rivelazioni. E lo fa con il suo solito charme da guascone.
Ma hanno la loro grande incisività soprattutto le donne, quindi Judith El Zein nel ruolo della partoriente Anna costituisce invece un importante spartiacque tra le esagerazioni di Vincent e una sua condotta socialmente accettabile, almeno dai suoi amici e da sua sorella. Poi c’è Valérie Benguigui, scomparsa nel 2013 per un tumore ma che fece in tempo a vincere per la sua Babou il Premio César come migliore attrice non protagonista. Mentre per lo stesso ruolo, ma nella commedia teatrale su cui si basa il film, aveva ottenuto una candidatura al Premio Molière del 2011 per la stessa categoria.
Le differenze con il remake italiano
Ogni singolo personaggio sprizza energia, e la storia, scritta e diretta dagli stessi registi in teatro ancor prima che al cinema, accompagna lo spettatore in una serie di diatribe moderne e acquattate tra le pieghe del quotidiano rendendo la vicenda esportabilissima. Tanto che nel 2015 è stato adattato in italiano con il titolo Il nome del figlio, con Gassman, Lo Cascio, Golino e Papaleo. Ma la piccola curiosità sull’adattamento consiste nel prendere Benito come nome dello scandalo per accendere il motore di quest’altro scontro di ideali a casa nostra.
Cena tra amici è una di quelle commedie sane, intelligenti e stimolanti al confronto tra i sessi. Se in Italia si girassero tre film all’anno di questa lungimiranza, il mercato alzerebbe radicalmente la qualità media dei film in sala.