Cenerentola Pop: recensione del film Netflix di Bruno Garotti
Una versione patinata e musicale di Cenerentola è arrivata su Netflix, ma non brilla di originalità e manca di fantasia. La recensione di Cenerentola Pop.
In Cenerentola Pop Cintia è una giovane adolescente che sogna di fare la deejay. Non è interessata ai ragazzi perché la separazione dei genitori le ha fatto perdere fiducia nell’amore. Pertanto concentra tutte le sue energie nella musica, la sua passione che però non è vista bene dal padre che, dopo aver tradito la moglie durante la festa per il loro anniversario, sposa la perfida Patricia, madre di due ragazze coetanee di Cintia, viziate e prepotenti. In un altro luogo non lontano l’affascinante Freddy Prince, una sorta di Shawn Mendes brasiliano, suona le sue canzoni romantiche alla chitarra sperando di diventare una star del pop. L’incontro inaspettato tra i due stravolgerà tutto e una All Star consumata abbandonata in un camerino prenderà il posto della famosa scarpetta di cristallo.
Cenerentola Pop: una Cenerentola aspirante deejay
Bruno Garotti propone su Netflix un nuovo adattamento della celebre favola di Cenerentola che ha avuto molte vite tra il mondo dell’animazione, il live action e una serie di commedie sentimentali di vario genere. Cenerentola Pop, in particolare, è pensato per un pubblico di teenager abituato a prodotti come Violetta o Hannah Montana, con un personaggio femminile centrale emancipato e controcorrente che sogna una carriera e una realizzazione personale prima di essere travolta dall’amore.
Mentre il “principe” musicista è un inguaribile romantico che fantastica sull’anima gemella che non ha ancora incontrato e spera in un futuro “due cuori e una capanna”. Quando i suoi occhi incontrano quelli della misteriosa deejay Cinderella ad una festa, scatta il colpo di fulmine e niente per lui ha più senso di ritrovare quella ragazza e iniziare con lei una romantica storia d’amore.
La musica non basta
La sceneggiatura è abbastanza lineare e semplice nella sua struttura, ma alcune battute risultano forzature fuori luogo ed esplicitamente banali. I personaggi “cattivi” come la matrigna e le sue due figlie sono macchiettistici, ma funzionano per il genere di prodotto che Garotti ha voluto realizzare. Anche il resto del cast sembra dare vita a figure caricaturali, a parte i due giovani Maisa Silva e Filipe Braganca nei panni della coppia protagonista.
I luoghi comuni regnano dall’inizio alla fine e si delineano situazioni prevedibili. L’ironia avrebbe potuto aiutare e regalare qualche momento divertente, ma questo non avviene, lasciando il film in quel limbo di superficialità che si dimentica in pochi minuti.
Una Cenerentola teen 2.0? Niente di originale
Si fa riferimento al mondo adolescenziale attuale schiavo dei social network, del consumismo, delle gelosie sui banchi di scuola, dei primi amori, e la musica condisce il tutto dando ritmo al film e rendendolo ammiccante e ruffiano. Ballate romantiche si alternano al pop e a ritmi elettronici piacevoli e commerciali.
Cenerentola Pop è una commedia patinata, leggera e adatta a un pubblico molto giovane, ma per i più grandi si riduce a un giro di giostra piatto, già visto e ridondante che punta su emozioni elementari e non ha una sua identità. La mancanza di originalità lo accomuna a molti altri titoli simili, se non per la Cenerentola aspirante deejay che sicuramente è un’idea simpatica. Ma il nome Cintia Dorella che poi diventa il nome d’arte Cinderella è la ciliegina kitsch su una torta di cui già conosciamo molto bene il gusto.
Il film di Bruno Garotti è disponibile sulla piattaforma streaming Netflix a partire dal 13 luglio.