Centauro: recensione dell’action spagnolo Netflix
Dal 15 giugno 2022 su Netflix il remake spagnolo di Burn Out di Yann Gozlan, firmato dallo specialista del cinema action Daniel Calparsoro.
In assenza di idee originali Netflix continua a sfornare remake di pellicole di più o meno recente produzione, andando a pescare titoli che negli anni passati hanno attirato l’attenzione del pubblico o degli addetti ai lavori. Tra questi figura Burn Out di Yann Gozlan, a sua volta trasposizione cinematografica del romanzo omonimo di Jerémie Guez, del quale il collega spagnolo Daniel Calparsoro ha firmato un rifacimento su richiesta del broadcaster a stelle e strisce, che lo ha rilasciato sulla propria piattaforma il 15 giugno 2022.
Rispetto all’originale, Centauro cambia l’ambientazione spostando l’azione tra Barcellona e Marsiglia
Per coloro che non conoscessero la storia, ad animarla c’è un giovane pilota di superbike che decide di mettere a rischio la vita e carriera accettando di diventare un corriere della droga pur di saldare i debiti che la madre di suo figlio ha contratto con un pericoloso boss locale. Inizia così a sbrigare commissioni per dei pezzi grossi, correndo di giorno sui circuiti ufficiali per poi sfrecciare di notte e consegnare pacchi di cocaina oltre confine con il rischio d’essere arrestato dalla polizia. Nel remake battezzato Centauro la sostanza, i personaggi e le dinamiche principali non cambiano rispetto a Burn Out. L’unico cambiamento significativo rispetto alla pellicola del 2017, anche se non sposta in nessun modo gli equilibri e le sorti del protagonista sta nel cambiamento di location, con le ostilità che geograficamente si svolgono non più in Belgio ma tra Barcellona e Marsiglia, il cui confine viene ogni notte attraversato a tutto gas dalle due ruote del bolide guidato dal protagonista che ora ha il nome di Rafa.
In Centauro cambia il disegno caratteriale del protagonista con Àlex Monner che non ha la stessa presenza scenica del suo predecessore
A interpretare il ruolo del protagonista troviamo un altro giovane attore di belle speranze del panorama iberico, ossia Àlex Monner. Questo però non ha la stessa presenza scenica ed espressività del suo predecessore François Civil che, supportato dallo script, ha dato vita al disegno di un anti-eroe silenzioso e dolente in cerca di redenzione sul modello del Ryan Gosling di Drive e Come un tuono. Caratteristiche, queste, che nella versione spagnola vengono meno, lasciando spazio al ritratto di un ragazzo ambizioso che ama la velocità e gli sport estremi, ma che si ritrova suo malgrado invischiato in un guaio più grosso di lui dal quale proverà a tirarsi fuori. Ecco che il plot prende così una direzione ben precisa, ossia quella di un action movie su due ruote che punta all’intrattenimento a buon mercato attraverso un mix di adrenalina, tensione e una dose di crime in stile Torque – Circuiti di fuoco da Joseph Kahn.
Gli inseguimenti motociclistici sono l’elemento sul quale il regista Daniel Calparsoro punta di più
A conti fatti, le sequenze cinetiche sulle due ruote, che vedono il protagonista lanciarsi ad altissima velocità sull’autostrada o tra le vie di una metropoli notturna, sono il piatto forte del menù, anche se quelle proposte da Gozlan raggiungono un livello molto più alto. Sono proprio queste scene a catturare l’attenzione dello spettatore, lo stesso che dovrà suo malgrado mettere una pietra sopra sulla possibilità di una stratificazione della drammaturgia e su un disegno più approfondito dei personaggi. Quello che scorre sullo schermo non è altro che l’ennesimo spettacolo motociclistico che entusiasma solo chi non ha nulla da chiedere alla drammaturgia e che si accontenta di una serie di inseguimenti più o meno efficaci. In tal senso, scegliendo di ambientare la vicenda in Spagna, la scelta non poteva non ricadere su uno degli specialisti del genere in questione, quel Calparsoro che prima di prendere in mano il progetto di Centauro si è misurato con altri film dal medesimo DNA come ad esempio Furious Speed – Curve pericolose, Box 314: La rapina di Valencia e Hasta el cielo. Nella sua ultima fatica dietro la macchina da presa, il regista catalano fa quello che ha sempre fatto, vale a dire un popcorn movie a uso e consumo.