Chi ha incastrato Babbo Natale? – recensione del film di Alessandro Siani
Al Polo Nord, Babbo Natale soffre la concorrenza della tecnologia e teme di perdere la fiducia dei bambini. L’arrivo di uno scapestrato aiutante lo porterà a rimettersi in gioco. Dal 16 dicembre al cinema.
Chi ha incastrato Babbo Natale? è il suo quinto film da regista (Il principe abusivo, Mister Felicità, Si accettano miracoli, Il giorno più bello del mondo) di Alessandro Siani, che torna a dirigere per il grande schermo una commedia natalizia, destinata a tutti coloro che vogliono regalarsi una risata di cuore nel periodo delle feste, possibilmente in compagnia della propria famiglia.
Chi ha incastrato Babbo Natale?, frutto della collaborazione con Gianluca Ansanelli, riprende un tema fin troppo sondato – quello dell’amore che a Natale si moltiplica e ha il potere di recapitare, nelle case di ciascuno, il regalo più atteso – declinandolo nella cornice di un’evoluzione digitale irrefrenabile: i bambini credono ancora in Babbo Natale, ma nelle loro letterine chiedono doni inaccessibili per l’arretratezza tecnologica del Polo Nord. Con la complicità di un elfo doppiogiochista, un ignaro ladruncolo di città viene chiamato nel villaggio per trovare una soluzione al ritardo produttivo dei pacchetti natalizi. Dall’incontro sopra le righe gli elfi adotteranno un nuovo stile di vita, Babbo Natale cambierà i “soliti abiti” per adeguarsi al linguaggio e al mondo moderni, e la condotta di Genny imparerà qualcosa dal caritatevole, generoso e amabile temperamento nordico.
Chi ha incastrato Babbo Natale? è prodotto da Marco Cohen per Vision Distribution, Fabrizio Donvito & Benedetto Habib per Indiana Production e Massimo Di Rocco per Bartleby Film, in collaborazione con Buonaluna. Il film è in sala dal 16 dicembre con Vision Distribution.
Chi ha incastrato Babbo Natale? – “Il re dei pacchi” sconvolge il Polo Nord
La Wonderfast, la più potente azienda di consegne online, sembra dominare sul mercato digitale per tutto l’anno, tranne a Natale: le letterine dei bambini fruttano a Babbo Natale (Christian De Sica) il vantaggio sull’azienda concorrente. In Lapponia però, l’unica a fare i conti con la realtà disastrosa è Saša (“senza h”, interpretata dall’esordiente Diletta Leotta), la nipote di Babbo Natale, che con l’aiuto degli elfi cerca di trovare una soluzione ai ritardi e all’inefficienza produttiva dell’azienda familiare, poco tecnologica e decisamente non in grado di soddisfare le richieste dei bambini: trenini, automobili, bambole e peluche vengono sostituiti dagli apparecchi elettronici di ultima generazione, una sfida troppo grande per il Polo Nord. Le crescenti difficoltà economiche e l’imminente paternità spingono Elfo Romeo (Leigh Gill), il capo degli aiutanti di Babbo Natale, a fare il doppio gioco per conto della Wonderfast: per destabilizzare Babbo Natale e ritardare la consegna dei regali, l’elfo chiama al Polo Nord Genny Catalano (Alessandro Siani), conosciuto come “il re dei pacchi”. I pacchi, per Genny, non sono i tipici doni natalizi, ma le truffe che mette in atto ai danni di turisti sventurati con l’aiuto di Chicco (Martin Francisco Montero Baez) un bambino orfano di otto anni che, come unico desiderio, ha quello di riabbracciare i genitori un’ultima volta. Se le prime apparenze sembrano dimostrare l’inconciliabilità dei due mondi, saranno il coraggio, la determinazione e l’affetto a congiungere le traiettorie dei diversi personaggi, per riportare nelle famiglie la magia del Natale e quel calore che solo un pacchetto, confezionato con amore, è in grado di suscitare.
Christian De Sica: un “delicatissimo” Babbo Natale trapper per un film saturo di clichés
L’intento dei produttori è chiarissimo: avvicinarsi, il più possibile al prodotto estero e mantenersi concorrenziali sfruttando la ricchezza delle immagini. Questo, forse, è l’unico tratto di valore di cui giova Chi ha incastrato Babbo Natale?: l’armonia cromatica, le luci dosate al punto giusto, gli scenari innevati su cui far risaltare la slitta colpiscono visivamente e compensano l’evidente carenza sul fronte umoristico. Per questa commedia natalizia, solo battute ridondanti e stereotipi saturi fino all’orlo: il ladro – impossibile sbagliarsi – è napoletano, truffa i turisti in visita a Roma, istruisce un orfanello alla delinquenza (appellandosi alle storture ingiuste della vita) e, sostanzialmente, non ha fiducia nel futuro. Solo nel (risc)atto finale il suo personaggio arriva a concepire la possibilità di cambiare il corso del destino, grazie all’amore chiaramente: perché a Natale siamo tutti più buoni, impariamo dalle lezioni dei saggi, apriamo il cuore alle occasioni di diventare esseri umani migliori, conservando nel cuore e nella memoria dolori e sacrifici del passato.
Ed è vero che le commedie di Natale debbano far questo, che sia proprio questa precisa morale il perno costitutivo di tutte le storie disegnate dalla neve, peccato che la prova di Siani pecchi su due fronti: registico, per la condotta lineare priva di virtuosismi, attoriale, per la mal tollerabilità del suo personaggio, capace di scaricare le pile anche a chi, con i cinepanettoni, ha fatto la sua fortuna. Il Babbo Natale di Christian De Sica è simpatico, credibile e amabile nel suo intento spasmodico di adeguarsi alle leggi della modernità attraverso espedienti musicali (fantastica la versione trap di Jingle Bells) e linguaggi ribelli, tipicamente giovanili. Lo preferiamo però nella sua versione più candida, vestito di Bianco e piacevolmente ingenuo nel suo recupero della nostalgia, piuttosto che nella versione deturpata del Babbo Natale con a’ cazzimm, greve e dalla battuta stantía. A conquistare la luce è invece Diletta Leotta, al suo esordio sul grande schermo: sebbene il suo personaggio sia scritto in maniera sbrigativa, l’interpretazione della conduttrice è, tra le tante, l’unica a convincere realmente. Mai leggera, anzi caparbia e determinata ad avverare una performance attendibile, Diletta Leotta spicca per la sensibilità con cui affronta il suo personaggio, per la fierezza e l’autorità che sprigiona nel tentativo di salvare ciò che per lei conta di più: la famiglia e il Natale. Forse il futuro le riserverà una brillante carriera cinematografica, lontana dal mezzo televisivo d’origine, ciò che è certo è che – se mai qualcuno avesse avuto dubbi – l’attrice ha sbaragliato le aspettative e abbattuto il pregiudizio.