Cinderella: recensione
Cinderella è un film d’animazione del 1950 prodotto dalla Walt Dysney che si ispira fortemente alla favola di Charles Perrault. La storia vede come protagonista la giovane Cenerentola che, in seguito alla morte del padre, diventa la schiava della matrigna Lady Tremaine, una donna tanto astuta quanto crudele, nonchè madre di Genoveffa e Anastasia. Al palazzo reale, nel frattempo, il Re è preoccupato per la sorte del figlio che non intende sposarsi e di conseguenza avere figli. Determinato ad avere dei nipotini, il Re e il Granduca Monocolao organizzano un ballo in onore del principe dove l’invito sarà esteso a tutte le fanciulle del regno. Cenerentola con Lady Tremaine e le sue figlie, venute a conoscenza di ciò, cominciano a prepararsi per il grande evento ma la matrigna, grazie ad uno stratagemma, riesce apparentemente a far rimanere la protagonista a casa. Proprio in quel momento, arriva la Fata Smemorina che dona alla giovane fanciulla un abito blu argento con delle scarpette di cristallo e una carrozza di zucca.
La fata avverte Cenerentola però che l’incantesimo si infrangerà allo scoccar della mezzanotte. Intanto al ballo il principe rifiuta ogni ragazza che si presenta, comprese Genoveffa e Anastasia, ma, all’arrivo di Cenerentola i due si innamorano fin da subito e cominciano a ballare da soli per il saloni del palazzo e nel giardino. Una volta scoccata la mezzanotte, la ragazza fugge dal palazzo, perdendo una scappetta e lasciando il principe nella tristezza più profonda. Il re, dopo un tale disastro, ha incaricato l’Arciduca di trovare ad ogni costo la proprietaria della scarpetta. Lady Tremaine, venuta a conoscenza di quest’iniziativa del sovrano, fa imprigionare Cenerentola nella sua stanza ma grazie all’aiuto dei suoi amici topini, riesce a uscire e mostra al duca l’altra scarpetta, dando prova che lei era la proprietaria e finalmente riesce a sposare il suo amato principe, vivendo per sempre felici e contenti.
La fiaba di Cinderella, nella cultura popolare, presenta numerose versioni dove, fra le più conosciute, vi sono quella di Perrault e dei Fratelli Grimm basate a loro volta su una precedente trascrizione di Giambattista Basile. Il nome “Cenerentola” rappresenta inoltre un riferimento assai vicino alla nostra cultura che indica persone dal carattere prevalentemente mite o ancora, persone che per gran parte della loro vita sono state protette e solo in un secondo momento sono entrati in contatto con i problemi della vita. In relazione a cerimonie o feste particolari, la favola ha notevolmente influenzato anche lo stile dell’abbigliamento, diffondendo la credenza secondo il quale l’abito “le trasformi in principesse per un giorno“.