Cinecomic Italiani: Tex di Duccio Tessari
Tex Willer è il protagonista di Tex, uno dei più conosciuti fumetti italiani di sempre, scritto e creato da Gian Luigi Bonelli, disegnato da Aurelio Galleppini nel 1948 e tuttora pubblicato da Sergio Bonelli Editore. Tex è un Ranger del Texas non inquadrato formalmente che, come tale, si qualifica frequentemente esibendo, se occorre, la stella simbolo del corpo. Tuttavia, la sua attività di rappresentante della legge non è a tempo pieno, svolgendo missioni, sia su richiesta del Comando che spontaneamente. Tex è anche il capo supremo di tutte le tribù Navajos, con il nome di Aquila della Notte, inoltre assume su di sé anche l’incarico governativo di agente indiano della stessa nazione pellerossa.
All’interno dei Cinecomic italiani, il personaggio più famoso nella storia della Sergio Bonelli Editore vanterà un’unica trasposizione cinematografica: Tex e il signore degli abissi; la trasposizione di una storia a fumetti che parte con l’albo intitolato El Morisco, prosegue con Sierra Encantada e termina appunto con Il signore dell’abisso. In origine il film diretto da Duccio Tessari e interpretato da Giuliano Gemma, William Berger e Carlo Mucari doveva essere il pilot per una serie tv mai realizzata.
Cinecomic Italiani: Tex di Duccio Tessari
La storia si basa sul ritrovamento di misteriose pietre verdi da parte degli indiani. Queste pietre hanno la capacità, se colpiscono un uomo, di mummificarlo e renderne il corpo duro come roccia. Tex e i suoi fedeli amici devono riuscire a rintracciare il misterioso stregone che riesce a procurarsele, e sconfiggerlo per sempre.
Salvare il film di Duccio Tessari è praticamente impossibile: sebbene il lavoro registico dietro Tex e il Signore degli abissi sia da pioniere per Tessari (tutte le scene presenti all’interno del lungometraggio fanno sì che l’azione sia racchiusa all’interno di cornici che portano l’illusione di presentare su schermo un fumetto in movimento), tutto il resto non è assolutamente plausibile, risultando alquanto improbabile ed estremamente noioso.
Sebbene Giuliano Gemma fosse uno degli attori più gettonati dell’epoca, la scelta dell’attore non è stata tra le più riuscite, in particolare a livello visivo poiché i tratti di Gemma erano totalmente diversi rispetto a quelli del personaggio (basti pensare che per il volto di Tex, Galep si ispirò inizialmente alle fattezze dell’attore Gary Cooper, per poi prendere a modello se stesso, e che i vari disegnatori che si sono avvicendati nel corso degli anni ad illustrarne le gesta hanno dato un’interpretazione molto personale del personaggio: è possibile ravvisare, di volta in volta, i lineamenti larghi e bonari di un John Wayne o duri e impenetrabili di un Clint Eastwood; ad esempio, a detta di Sergio Bonelli, con i suoi tratti marcati e le mascelle squadrate Tex ricorderebbe molto Charlton Heston.), nonostante ciò i costumi e i dettagli erano estremamente fedeli a quelli visti nel fumetto di casa Bonelli ma non di utilità per fare del film un piccolo gioiello non solo dei Cinecomic Italiani ma anche dello spaghetti western.
Un film estremamente dimenticabile che, con una licenza ufficiale di un certo spessore e con una trama capolavoro, poteva essere un assoluto gioiello dello spaghetti western ma che non riesce nel suo intento di insediarsi nel cinema di genere e regala sbadigli dal primo all’ultimo minuto di durata.