Roma FF11 – Cinque mondi: recensione del documentario di Giancarlo Soldi
Un film documentario meta-cinematografico nella sezione Riflessi dell’undicesima Festa del Cinema di Roma: Cinque mondi di Giancarlo Soldi.
Cinque mondi di Giancarlo Soldi mette insieme i racconti appassionanti e appassionati di cinque registi italiani Premio Oscar.
Nel film documentario Soldi ha riunito i cinque registi italiani premio Oscar – Roberto Benigni, Bernardo Bertolucci, Gabriele Salvatores, Paolo Sorrentino e Giuseppe Tornatore – facendoli parlare non di se stessi e dei loro film, ma del cinema che hanno amato prima di esordire, i film che gli hanno fatto scattare la scintilla del desiderio e della vocazione per la settima arte.
Il risultato di questo intreccio dialogico e narrativo è una piccola ma illuminante lezione di storia del cinema, dove i Cinque mondi e modi – come giustamente suggerisce il titolo – che ne escono fuori sono sorprendenti, ricchi non solo di aneddoti ma anche di rivelazioni inattese.
I cinque protagonisti, con generosità e con la personale ironia che contraddistingue ognuno di loro in maniera diversa, raccontano con semplicità i loro ricordi, le riflessioni e le confessioni, le ammirazioni spudorate e i riferimenti segreti che hanno avuto nel passato.
Tutti i cinque registi, seppur con motivazioni diverse tra loro – sono accomunati dalla passione per Federico Fellini e Roberto Rossellini, punti di riferimento e fari protettivi delle loro prime volte a dirigere un film.
Roberto Benigni poi, l’unico anche attore tra i cinque, rivela come una maschera come Totò possa essere stata un’importante e imprescindibile punto fermo nel suo percorso cinematografico.
Giuseppe Tornatore, divoratore di cinema, con il solito e adorabile malinconico romanticismo confessa come per uno come lui l’amore per la pellicola e per il cinematografo possa essere inesauribile, nonostante la curiosità e la voglia di scoprire quanto può dare di nuovo e innovativo il digitale con tecniche all’avanguardia.
Gabriele Salvatores, in qualche modo sempre intimistico e riservato ma non di certo con una personalità meno incisiva, rivela come non abbia mai particolarmente apprezzato la definizione di “autore”, troppo vaga e non adatta a definire realmente chi fa un mestiere fin troppo ricco di suggestioni.
Paolo Sorrentino, con il tono scanzonato e divertente, confessa come sia importante nel cinema italiano in particolare avere e saper usare una buona dose di cialtroneria, un valore aggiunto inedito ma efficace.
Bernardo Bertolucci, infine, parla delle grandi possibilità esplorative che il cinema italiano ha avuto a livello mondiale di quanto ancora sia possibile creare, se non vi sono limiti culturali.
Il regista Giancarlo Soldi in Cinque mondi ha scelto di non riproporre le scene dei film citati ma di raccontarli da dietro le quinte, nei backstage, proprio per sottolineare il loro “fare cinema”. I racconti sono caratterizzati da un entusiasmo puro che rende questo documentario un film per far venire fame di cinema ai più giovani.
Parte del documentario sarà utilizzata in una videoinstallazione all’interno del Nuovo Museo Italiano del Cinema e dell’Audiovisivo, voluto dal Ministro Dario Franceschini e affidato a Istituto Luce Cinecittà col la collaborazione dei più grandi Archivi, Scuole di Cinema e realtà formative e produttive italiane, che aprirà i battenti nella primavera del 2017 all’interno di Cinecittà.
Il film, scritto e diretto da Giancarlo Soldi in collaborazione con Marco Lodoli, è distribuito da Istituto Luce Cinecittà. Alla fotografia Stefano Mancini, montaggio di Silvia Di Domenico, progetto musicale di Bizef / Kinky, grafica di Elena Chiesa.
Cinque Mondi è prodotto da Stefania Casini; è una produzione Bizef Produzione in associazione con Istituto Luce Cinecittà e in collaborazione con Rai Cinema.