Citation: recensione del film nigeriano Netflix

Direttamente dall’universo Nollywood è arrivato su Netflix Citation, film diretto da Kunle Afolayan e ispirato dalle storie raccontate da molte studentesse nigeriane. Moremi è la protagonista della storia, una giovane studentessa universitaria sempre circondata dagli amici più fidati, talvolta presa di mira da qualche aspirante fidanzato. Quando un nuovo insegnante dal nome molto importante, il professor Lucien N’Dyar, Moremi inizia a seguire le sue lezioni, non perdendo occasione per conoscere maggiormente il professore e la sua storia, ricca di aneddoti ed esperienze significative.

Trovandosi bene e appassionandosi alla sua materia, Moremi decide di farsi seguire da lui per la sua tesi. In uno degli incontri però la ragazza viene molestata dal rinomato professore: a seguito di questo episodio, Moremi decide di rompere il silenzio e denunciare quanto accaduto, anche se il processo si prospetta lungo e difficile sotto tutti i punti di vista. Citation affronta il problema degli abusi di giovani studentesse da parte di professori e decani delle più importanti università nigeriane e ghanesi, tematica venuta alla ribalta negli ultimi anni grazie alle donne pronte a battersi per difendere loro stesse e i loro diritti. A questi eventi si sono ispirati il regista Kunle Afolayan e lo sceneggiatore Tunde Babalola per portare sugli schermi la vicenda di Moremi e di ciò che tante ragazze come lei hanno dovuto subire.

Il professor N’Dyar e Moremi sono i protagonisti di Citation.

Strutturato con due linee temporali che si alternano, Citation ripercorre gli antefatti dello sviluppo del rapporto tra Moremi e il professore, intervallando dalle difficoltà del processo e di tutto quello che ne consegue. La ragazza infatti deve affrontare non solo il trauma psicologico e processuale, ma deve anche sottoporsi agli sguardi giudicanti dei compagni di università che ancora guardano al prestigioso insegnante con ammirazione, rischiando di portare altre donne a subire lo stesso trattamento. La struttura narrativa risulta un po’ rigida, incentrata sulle vicende che legano i due protagonisti, ma intervallata da momenti di spensieratezza, quasi da racconto liceale, che finiscono per allungare il racconto già di per sé imponente con le sue due ore e mezzo di durata.

Citation: la recitazione aiuta a scardinare una struttura altrimenti meccanica

Anche la recitazione rientra in schemi di performance piuttosto meccanici, aderendo a personaggi costruiti secondo stereotipi o linee di carattere ben definite e messe in chiaro fin dalle prime immagini. Non per questo però si possono disdegnare le interpretazioni degli attori principali, ma anzi si rendono apprezzabili il valore e l’onestà artistica della recitazione. Il caso di Moremi ne è forse l’esempio più lampante: l’ottima presenza e resa scenica di Temi Otedola rende giustizia al personaggio più importante di Citation.

Temi Otedola è l’attrice che presta il volo alla coraggiosa Moremi.

Citation: la protagonista interpretata da Temi Otedola

Da sempre attiva anche su tematiche sociali e impegnata a far conoscere l’arte e la moda africana ai suoi tanti follower sui social, Temi Otedola nei panni di Moremi viene vestita in modo nettamente didascalico in Citation cosí come il resto del cast. Si passa infatti dai toni cupi del nero e del grigio dominanti nelle sequenze del processo ai colori sgargianti della vita universitaria vivace e libera che alterna feste chiassose a lezioni rigorose. Da notare soprattutto, al di là delle considerazioni sui singoli elementi, è la chiarezza con cui emergono i tratti fondamentali di questa storia e la capacità con cui la storia di Moremi rende giustizia a quella di tante ragazza, forse proprio grazie anche a tutte quelle piccole esagerazioni che prese singolarmente non convincerebbero fino in fondo.