CODA – I segni del cuore: recensione del film vincitore agli Oscar 2022
Una storia avvincente si mostra in tutta la sua naturalezza in CODA, che trova il suo spazio personale e delicato attraverso talenti che non vengono sprecati, compresa una sorprendente Emily Jones.
CODA – I segni del cuore è una pellicola distribuita da Apple Tv+ dal 13 agosto 2022 e diretto da Sian Heder (Talullah). Vincitore del Sundance Film Festival di quest’anno, segue le giornate condotta dalla famiglia Rossi, che risiede in una città di mare nel Massachusetts. La figlia Ruby (Emilia Jones) è una studentessa di 17 anni ed è l’unica persona udente della sua famiglia. Aiuta occasionalmente suo fratello maggiore Leo (Daniel Durant) e suo padre Frank (Troy Kotsur) a gestire l’attività di pesca di famiglia, ma inizia ad avere alcune difficoltà finanziarie. Sua madre Jackie (Marlee Matlin) è allo stessa tempo affettuosa e interessata all’equilibrio da ristabilire in corso d’opera, cosa che porta spesso Ruby a riflettere sul suo ruolo e sulle sue vere aspirazioni. Il canto è la sua più grande passione, e con l’aiuto del suo docente di fiducia Bernardo Villalobos (Eugenio Debrez), potrà decidere come condurre il resto della sua adolescenza tra primi amori, abilità sbloccate e un carattere da definire al meglio.
CODA, il coraggio di cambiare e guardare oltre i confini
Un aiuto sostanziale che diventa un luogo di perdizione. A livello scenico, questa rappresentazione si mantiene costante lungo una trama convenzionale ma carica di buoni sentimenti, che vanno ad impreziosire diverse dinamiche svolte all’interno della famiglia Rossi. Emilia Jones studia attentamente il linguaggio dei segni e va ad assorbire una cultura che si sente quasi alienata dalla società; un senso di spaesamento che affligge la sua condizione di adolescente, perché viene messa in discussione la posizione che deve ricoprire di interprete e ancora di salvezza per l’intera famiglia, tra attività da portare avanti e far progredire e interazioni con gli abitanti della loro piccola ma dinamica realtà. Il contrasto fra doveri e sogni è funzionale alla vicenda, attraverso una scrittura delicata che naviga tra le righe di una comunità solida e determinata a farsi capire con un linguaggio espressivo al massimo.
CODA (Child of Deaf Adults, letteramente bambino in una famiglia di non udenti) è un titolo efficace nell’esposizione e nella manifestazione di desideri importanti e da posizionare in primo piano, con gesti che si sovrappongono di continuo per diffondere un messaggio di appartenenza e di liberazione dai propri confini mentali. Sian Heder, alla regia, si limita a condurre i suoi interpreti tra dialoghi mirati ad approfondire ogni sfumatura dei componenti della famiglia Rossi, il loro background e le intenzioni rinnovate per potersi garantire il sostentamento necessario per non dipendere da nessun altro all’infuori di loro. Una realtà contenuta che, ben presto nel racconto, dovrà espandersi parallelamente alla voglia di Ruby di far sentire la propria voce.
Un coming of age ottimamente strutturato, che fa della sordità una parentesi essenziale per contemplare il silenzio
La comunicazione diretta come chiave interpretativa per comprendere l’intero funzionamento del film. Non serve una sceneggiatura accurata o aperta a molte riflessioni, ma un manipolo di attori convinti di riuscire a splendere attraverso l’obiettivo della cinepresa. Nel film originale Apple i Rossi si aprono al mondo, riconoscono i propri limiti oltre a quelli fisici e tendono la mano verso una figlia che deve seguire la propria strada. La conduzione è eseguita con mano leggera, morbida, che sfiora i suoi protagonisti senza scuoterli violentemente nelle varie introduzioni degli atti. Da incorniciare ogni sequenza ambientata a casa di Ruby, con Emilia Jones – pronta per essere candidata agli Oscar dell’anno prossimo, ve lo garantiamo – in perenne conflitto nel poter affermarsi come ragazza divenuta donna in una realtà in cui lei è già in un piano elevato rispetto al resto della sua famiglia.
Si ritrova con vantaggi che possono sgretolarsi in un successivo momento, perché in verità il dialogo ha bisogno di essere azionato dal cuore e da un affetto che deve ricostituirsi. CODA si interessa alla parola espressa in gesti, ma soprattutto alla parola potenziata dall’amore per i propri genitori, a livelli che solo se si è immersi nel loro spazio si possono comprendere. Le musiche condotte dall’acclamato Marius de Vries (Romeo + Giulietta e Moulin Rouge di Baz Lurhmann) e i brani cantati dalla stessa Jones, in aggiunta, contribuiscono a rafforzare una patina rosea che acquista molta più definizione verso la chiusura del film, quando i veri sentimenti sentono la necessità di emergere per poi distribuirsi sulla superficie di un palco fatto apposta per Ruby, dove può finalmente raccontare la sua storia, incentrata sull’apertura a più mondi che l’attendono nella post-adolescenza.
CODA – I segni del cuore, vincitore di tre premi Oscar 2022 (tra cui quello per il miglior film), ha trionfato anche al Sundance Film Festival 2021. Il film è al cinema nelle sale italiane dal 31 marzo 2022 grazie a Eagle Pictures.