Venezia 80 – Comandante: recensione del film di Edoardo De Angelis
Il film d'apertura di Venezia 2023 sa destreggiarsi tra azione e quiete, ma a volte sembra non restare a galla.
Con Comandante, presentato come film d’apertura alla 80ma Mostra del Cinema di Venezia, Edoardo De Angelis porta al Lido un film con al centro un evento straordinario che ha segnato il passato dell’Italia. Il regista di opere come Indivisibili (2016), Premio Pasinetti come miglior film alle Giornate degli Autori durante Venezia 2016, e la serie TV Netflix di successo La vita bugiarda degli adulti, dirige una pellicola basata su fatti realmente accaduti all’inizio della Seconda guerra mondiale e che vedono come protagonista Salvatore Todaro, comandante del sommergibile Cappellini della Regia Marina, qui interpretato da Pierfrancesco Favino.
Comandante: un evento eroico tratto dal passato italiano, con un Pierfrancesco Favino onnipresente ma con un andamento lento
Scritto da De Angelis a quattro mani con Sandro Veronesi, Comandante è ambientato nell’ottobre del 1940 e segue il comandante Salvatore Todaro mentre naviga nell’Atlantico, finché non viene sorpreso da un mercantile che viaggia a luci spente, il Kabalo, e che apre improvvisamente il fuoco contro il sommergibile italiano. Scoppia una breve ma violenta battaglia nella quale Todaro affonda il mercantile, che si scopre essere belga, a colpi di cannone. Ed è in queste circostanze che il comandante prende una decisione destinata a fare la storia: salvare i 26 naufraghi belgi, condannati ad affogare in mezzo all’Oceano, per condurli nel porto sicuro più vicino, come previsto dalla legge del mare.
Un personaggio eroico, interpretato da un onnipresente e brillante Pierfrancesco Favino, che viene ricordato per alcune sue parole. Quando il capitano del Kabalo, sbarcando nella baia di Santa Maria delle Azzorre, gli chiese perché si fosse esposto ad un tale rischio, Todaro rispose con le parole che lo hanno reso celebre: “Perché noi siamo italiani”.
Eroismo e patriottismo al centro del film di Edoardo De Angelis
Comandante di De Angelis si mostra come un vero e proprio kolossal italiano. Con 15 milioni di euro di produzione, il regista riesce a portare e trasportare lo spettatore all’interno del sommergibile Cappellini, nei suoi spazi angusti e stretti, dalla cabina del capitano ai letti a castello dei marinai, dalle sale macchine e di controllo alla cucina che sfama i marinai, sino ai cannoni che sparano e affondano il nemico. La regia di De Angelis è sicura e decisa, sapendosi destreggiare tra momenti di calma e di azione. Si riesce ad apprezzare il tentativo del regista di creare una pellicola che non teme di far vivere al proprio spettatore la vita a bordo di un sommergibile, non solo nei momenti in cui si lotta contro il nemico, ma anche nei momenti di noia, di routine e di paura.
Il lavoro di sceneggiatura di De Angelis e Veronesi è quello che convince sicuramente di meno, mostrando momenti di incertezza e risultando ripetitivo, con dialoghi che spesso sono inseriti solo come riempimento. Inoltre, il film è inondato dalla presenza di voci fuori campo che, seppur svolgono il compito di guidare e far navigare lo spettatore, risultano invece monotone e ridondanti, come se si temesse il silenzio che, si Sto arrivando!, spesso vale più di mille parole. Risulta quindi quasi controproducente il fatto che, all’interno di un sottomarino e sotto decine di metri sotto il mare, il silenzio non venga usato con sapienza ed in modo simbolico.
Ed è altrettanto evidente come i temi centrali del film siano l’eroismo e l’orgoglio italiano. È altresì facile comprendere i riferimenti politici fortemente attuali del film, dalla relazione con la guerra in Ucraina al collegamento con la drammatica situazione dei migranti. Eppure queste tematiche sono solo associabili e mai realmente affrontate nel film. Quello che appare invece molto evidente è il patriottismo e l’onore, l’orgoglio di essere italiani. Numerose sono le scene in cui la pellicola cerca ad affrontare in modo più sincero ed onesto il tema del fascismo, della guerra, senza però mai riuscirci veramente.
Comandante: valutazione e conclusione
Un film che sa destreggiarsi tra azione e momenti di quiete, tra colpi di cannone e la cucina delle patatine fritte, tra profondità del mare e superficie. Un film che funziona grazie alla recitazione del cast – capitanato da un bravo Favino e da un cast corale di appoggio degno di nota, alla straordinaria fotografia – a cura di Ferran Paredes Rubio – e alle scenografie di Carmine Guarino, che ci immergono negli spazi chiusi e stretti del Cappellini. Scenografie eccezionali che, come svelato dai produttori del film, hanno riprodotto il sommergibile in scala 1:1, una vera e propria scatola di legno e di metallo dentro cui sopravvivere. Degni di nota anche i costumi di Massimo Cantini Parrini, che realizza qui un lavoro eccellente, meno interessanti invece le musiche di Robert Del Naja, che traballano in toni e atmosfere che stridono tra di loro.
Ma sono numerosi anche i momenti in cui il film non sa rimanere a galla, sprofondando in momenti di monotonia e creando così un’atmosfera altalenante. Un film che al di là dell’aiutare il prossimo e l’orgoglio di essere italiani, non sembra veramente affrontare altre tematiche o voler offrire opinioni critiche. Comandante si mostra quindi interessante dal punto di vista tecnico, ma perde facilmente l’orientamento nell’eccessiva durata.
Il film è nelle sale cinematografiche italiane verrà distribuito dall’1 novembre 2023 con 01 Distribution. Nel cast, oltre al già citato Pierfrancesco Favino, anche da Massimiliano Rossi, Johan Heldenbergh, Silvia D’Amico, Arturo Muselli, Giuseppe Brunetti, Gianluca Di Gennaro, Johannes Wirix, Pietro Angelini, Mario Russo, Cecilia Bertozzi, Paolo Bonacelli. Comandante è prodotto da Indigo Film, O’ Groove, Rai Cinema, Tramp, Vgroove e Wise Pictures.
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